Voto: 6.5/10 Titolo originale: In a Violent Nature , uscita: 31-05-2024. Budget: $600,000. Regista: Chris Nash.
In a Violent Nature: la recensione del film slasher di Chris Nash
01/07/2024 recensione film In a Violent Nature di William Maga
Il regista porta sullo schermo un'opera amorevole con cui prova a dire qualcosa di leggermente diverso all'interno del genere
Non c’è probabilmente nessun genere più analizzato, commentato o decostruito dello slasher; questa branca fondamentale del cinema horror ha infatti generato una moltitudine di testi teorici e di interpretazioni postmoderne, un flusso quasi infinito di apprezzamenti e rivalutazioni nel corso degli ultimi quattro decenni.
Collocandosi a metà strada tra la cultura pop e l’apprezzamento accademico, In a Violent Nature di Chris Nash (The ABCs of Death 2) non ripudia tanto l’essenza di base del genere, ma la distilla nella sua forma più pura ed elementare.
È in parte un film d’arte, in parte una festa dello splatter, il lavoro a bassissimo budget di un vero appassionato che sembra determinato a modificare una formula consolidatissima quel tanto che basta per offrire una nuova prospettiva. È un esperimento affascinante, anche se il suo successo finale dipende almeno parzialmente dalla pazienza del pubblico e dalla sua propensione per i ‘danni corporali’ estremamente feroci.
La maggior parte delle critiche mainstream a questo tipo di prodotti ricorrono a termini come “stereotipato” e “superficiale”. Non è certo un genere noto per l’ingegnosità delle trame o per le interpretazioni dei protagonisti degne di un Oscar.
Chris Nash elude però tali preoccupazioni spingendo storia, trama e personaggi ai margini del suo progetto, e concentrandosi piuttosto sul viaggio ipnotico di un serial killer soprannaturale mentre compie la sua ‘consueta’ strage.
In a Violent Nature è un’opera di spazi liminali, composta quasi interamente da momenti interstiziali che altri film eviterebbero volentieri. Cosa fa il maniaco mascherato mentre le giovani ragazze si divertono nella baita nel bosco? Cammina, cammina e cammina.
Il film inizia con voci fuori campo, dialoghi appena udibili che mettono in moto gli eventi; girovagando in un vecchio cimitero nel mezzo di una foresta dell’Ontario, alcuni stolti ragazzotti rubano una collana appesa a una croce.
Appropriandosi dell’oggetto, il goffo Johnny (Ry Barrett, che ‘studia da Kane Hodder’) viene resuscitato dalla sua tomba poco profonda. Mentre emerge dal terreno, la mdp si posiziona a una distanza discreta dietro la sua schiena e lo segue nel suo viaggio attraverso i boschi.
Per la maggior parte di In a Violent Nature, Chris Nash trova un giusto equilibrio tra le lunghe camminate di Johnny e le concessioni al pubblico e alle loro aspettative narrative; anche se sarebbe stato divertente se avesse abbracciato fino in fondo lo spirito di James Benning, il regista fornisce un po’ di retroscena a quella macchina di morte silenziosa ed elementale che è Johnny, e una lunga sequenza abbandona completamente il punto di vista del boogeyman per dare alle vittime almeno un accenno di caratterizzazione.
Emerge anche la doverosa una final girl, sebbene anche in questo caso Chris Nash sovverta le convenzioni dedicando diversi minuti alla fine di In a Violent Nature a un lungo monologo che costringe il pubblico a confrontarsi con la scioccata Kris (Andrea Pavlovic).
Ad ogni modo, In a Violent Nature prende davvero vita quando si concentra sul punto di vista di Johnny, forzando una sorta di identificazione del pubblico su una tela altrimenti vuota. Chris Nash distende il tempo in modi interessanti; le peregrinazioni del mostro occupano quella che sembra essere la maggior parte del minutaggio, procedendo a un ritmo costante mentre foglie e ramoscelli scricchiolano sotto i suoi piedi.
Ma anche le uccisioni hanno un loro ritmo compassato; teste vengono mozzate e arti strappati con la stessa tranquillità di una passeggiata nel verde.
C’è un certo minimalismo d’insieme, fino a quando le brutali morti cominciano, momento in cui il gore e gli elaborati effetti artigianali che lo accompagnano diventano il fulcro del film.
È una tensione bizzarra, ma produttiva, quasi fosse una versione horror e inzuppata di sangue finto di Gerry di Gus Van Sant. Fatto sta che difficilmente avrete visto prima qualcosa di vagamente simile a In a Violent Nature. Il che è probabilmente una raccomandazione sufficiente.
Ciò che sorprende veramente sono tuttavia i numerosi ‘piaceri estetici’ in mostra sullo schermo, dai raffinati e amorevolmente costruiti carrelli alle sublime bellezze naturali del nord della regione dell’Ontario.
L’universo potrebbe pur essere freddo e indifferente — non diversamente dal nostro protagonista omicida — ma come tutti sappiamo: a volte il viaggio è più importante della destinazione.
Di seguito trovate il full trailer internazionale di In a Violent Nature:
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