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Indagine sul fumetto | Il mondo delle tavole originali: 15 domande ai dealer italiani

10/04/2018 news di Alessandro Gamma

Cerchiamo di fare luce su una branca del collezionismo che fonde passione e investimento, all'interno di un mercato - quello italiano - che si sta adeguando, nel bene o nel male, al resto dei paesi del mondo in cui la Nona Arte e i suoi esponenti sono già considerati da tempo degni di attenzione e fama

Come sapete, qui al Cineocchio non ci occupiamo soltanto di cinema e TV in senso stretto, ma saltuariamente ci capita di intervistare anche qualche autore appartenente al mondo del fumetto, ripercorrendone la carriera se è già ‘sul mercato’ da moltissimi anni (come José Muñoz, Juan Gimenez, Angelo Stano, Enki Bilal, Giuliano PiccininnoEnzo Facciolo, per citarne alcuni), facendone il punto se attivo da ‘un po’ ‘ di anni (come Simone Bianchi, Ausonia, Stefano Cardoselli, Marco Checchetto o AkaB), oppure seguendo i primi passi di quelli da poco affacciatisi (come Gigi Cavenago, Marco Mastrazzo e Arturo Lauria).

Questa volta però abbiamo deciso di occuparci di un aspetto tangente, ma che sta acquistando sempre più peso e piede, all’interno del panorama nazionale e internazionale della Nona Arte, forse non del tutto conosciuto o ‘compreso’ dalle masse, quello delle tavole originali.

A tutti gli appassionati di fumetti sarà certo capitato in qualche fiera di vedere in vendita la versione ‘a matita’, ‘chinata’ o addirittura ‘colorata’ di una pagina letta magari poche settimane prima di un albo comprato in fumetteria o – più facilmente – di qualche vecchia storia divorata durante l’adolescenza. Oppure di vedere direttamente sulla pagina Facebook / Instagram personale del disegnatore seguito l’immagine di una commission ‘in progress’ più o meno dettagliata (una cosa ben diversa dallo sketch veloce fatto alle convention a fronte dell’acquisto di un albo).

Ebbene, per provare un po’ a fare chiarezza, abbiamo deciso di addentrarci in questo settore e per farlo ci siamo affidati direttamente ad alcuni dei più importanti dealer che operano attualmente sul mercato italiano e che quotidianamente sondano esigenze e bizze di questa branca del collezionismo in grande espansione e mutamento.

Si tratta di Francesco Bazzana di Tavoleoriginali.net, Venerando Cautiero di Venerecomicart.com, Gianfranco de Michele di Comicartstore.com, Gianluca Pellegrini di ArteFumetto.it, Sergio Pignatone di Little Nemo Art Gallery e Claudia Salmin di Segnidisegni.net.

Abbiamo posto loro 15 domande, queste le risposte:

Quando hai cominciato a collezionare e invece a vendere di professione?

Francesco BazzanaOltre alla molla della passione, quando ho cominciato a vendere originali, circa vent’anni fa (la nascita del mio sito è di poco successiva, del 2000), mi ha spinto anche la consapevolezza che in quel momento specifico c’erano ancora ampi spazi in un mercato in crescita; questo mi ha permesso, dopo qualche anno di “rodaggio” dopo-lavoristico, di intraprendere, ormai quasi una quindicina di anni fa, questa avventura a livello professionale.

Venerando CautieroLa passione per i fumetti viene da molto lontano: ho cominciato a collezionare nel 1972, da quando avevo 7 anni! Ricordo ancora che prendevo da solo la metropolitana da Pozzuoli per andare a Napoli a comprare fumetti usati al Supermarket del Fumetto, storico negozio. Poi, dopo alterne vicende ho ripreso in tempi più recenti e nel 2003 ho aggiunto alla passione per gli albi stampati anche quella delle tavole originali. Il mio spirito imprenditoriale mi ha poi gradualmente portato verso la vendita di professione che ho iniziato dal 2013.

Gianfranco de MicheleA collezionare inizio negli anni ’90 e, dopo una pausa ventennale, ho ‘ahimè’ ripreso nel 2013, cominciando a vendere con la nascita di Comic Art Store.

Gianluca Pellegrini: Sono stato sempre un appassionato d’arte. Disegni, dipinti, antichi e moderni mi hanno sempre attratto. Vidi per caso su eBay un blocco di originali di Stelio Fenzo. Rimasi stupefatto dalla qualità di quei disegni e dal prezzo molto a buon mercato. Lì tutto iniziò. Da quel momento cominciai ad accumulare. Anni dopo mi accorsi di aver speso gran parte dei miei risparmi e decisi di diventare un venditore professionale. Avrei avuto così la possibilità di comprare ancora.

Sergio PignatoneSeparerei il collezionare dal vendere. Si inizia sempre come collezionisti; se non c’è passione non c’è commercio. Ho iniziato a leggere classici americani dell’epoca d’oro come Flash Gordon, l’Uomo Mascherato e Mandrake a 7 anni. Durante l’adolescenza battevo bancarelle e mercatini alla ricerca di vecchie edizioni. Dalla lettura del celebre articolo di Francesco Rumma, allora assessore alla Cultura di Imperia e fervido collezionista, pubblicato su Linus nel giugno del 1972 e dalla conseguente conoscenza dello stesso, ho iniziato a collezionare seriamente fumetti dell’anteguerra. Per permettermi l’acquisto degli stessi ho iniziato a scambiare e vendere gli albi che non mi interessavano. La prima Mostra Mercato fu a Milano, alla Salaborsa, oggi palazzo Mezzanotte. La prima mostra importante è stata Lucca 13 nel 1978.

Claudia SalminMi rendo conto solo ora che la mia attività compie 20 anni. VENTI! 1998. Non so come mi venne in mente. Avevo un lavoro “sicuro” ma avevo trent’anni ed ero pronta. Ne’ troppo piccola ne’ troppo grande. Era il momento giusto. Lo sapevo. Avevo paura ma lo sapevo. Avevo chiesto pareri a tutti. Avevo ascoltato la perplessità dei miei genitori, l’entusiasmo delle mie amiche, il rispetto incoraggiante di Piero, il mio compagno. Avevo chiesto a tutti ma sapevo di dover decidere da sola. E decisi di provarci. Poco per volta il progetto si fece largo nella testa e nel cuore. Cominciai ad informarmi, ad affrontare i primi passi burocratici. All’inizio da casa. Poi in un piccolo ufficio. Le prime mostre, Lucca. Gli sguardi diffidenti dei collezionisti, I primi anni passati a costruirmi un po’ di credibilità. Molti anni fa decisi di licenziarmi dalla libreria di fumetti nella quale lavoravo. Volevo provare a mettermi in proprio. Volevo aprire uno studio e vendere tavole originali a fumetti per corrispondenza. Internet era agli esordi e mi sembrava promettesse una grande apertura sul mondo. Inutile dire che i miei genitori erano perplessi e un po’ preoccupati. Le frasi ricorrenti erano: “In che senso vendere disegni???”, “E chi dovrebbe comprarli?”, “Perchè buttare via un lavoro sicuro?”. Io li capivo ma volevo provarci lo stesso. Cominciai a farlo a casa. Un computer e poco altro. Non fu semplice. Il collezionismo di tavole originali in Italia praticamente non esisteva. Decisi allora di provare con le mostre. Affittai uno stand a Barcellona e partii da sola. Fu bellissimo. Una città accogliente. Mille intoppi. Il corriere arrivó tardissimo, il mio albergo era lontano, il telefono smise quasi subito di funzionare. Passai quattro giorni meravigliosi. Da sola. Riuscii a vendere tante tavole. La sera mi sedevo sul letto e buttavo in aria le pesetas. Me lo ricordo come un momento decisivo. Capii che potevo farcela. Tornai piena di entusiasmo.

Chi è il tuo ‘cliente tipo’? E’ cambiato nel tempo?

Francesco BazzanaIo personalmente ho una clientela quasi esclusivamente di appassionati che acquistano per il piacere di farlo e quindi, quando mi trovo a fornire, come spesso capita, una consulenza su un acquisto, interagisco con persone assolutamente consapevoli di quello che stanno scegliendo e delle dinamiche da cui sono spinti. Esistono però anche molti “collezionisti/operatori” che, grazie alla loro oggettiva competenza, operano come trader senza avere una vera e propria collezione personale, contribuendo a trasmettere ai collezionisti puri l’idea che gli originali siano un buon investimento.

Venerando CautieroUna buona parte dei miei clienti sono amici conosciuti nell’arco del tempo. Le estrazioni sono le più varie, per la maggior parte si tratta di collezionisti che hanno maturato gusti a partire dalla carta stampata e si sono poi rivolti anche alle tavole originali. Un percorso comune a molti è caratterizzato da quella che potremmo definire “La Rivelazione delle Tavole Originali”. Mi spiego. Praticamente chiunque sia nato prima del 2000 ha avuto un contatto con i fumetti da bambino, anche solo per averli letti e non collezionati. Qualcuno poi “da grande” ha cominciato a collezionare in maniera più sistematica, inseguendo la nostalgia. Ad un certo punto, di solito per motivi casuali, ad una mostra si è imbattuto in una tavola originale e ha realizzato che i fumetti tanto amati nascono da lì: quella è la loro origine. E se la possono persino portare a casa! Ecco, questa è quella che io chiamo “La rivelazione delle Tavole Originali”. Diversi amici collezionisti mi hanno confermato questa versione, ci sono addirittura dei thread sui social  su qual è stata “la prima volta”… Insomma un evento mitico, una specie di rito di passaggio. A seguito di questo evento, alcuni collezionisti di carta stampata aggiungono le tavole alle loro collezioni, altri si “convertono” e decidono mollare i fumetti per le tavole, altri ancora ne prendono solo qualcuna. Ma il bello delle tavole originali è che non sono solo appannaggio dei collezionisti. Un po’ come accade per l’arte, oltre ai collezionisti ci sono persone che comprano dei quadri semplicemente perché sono belli. Ci sono alcuni dei miei clienti che hanno deciso di decorare le pareti delle loro case o uffici con delle vere e proprie opere d’arte, ma con un guizzo di “originalità” 🙂 e hanno scelto le tavole originali che hanno il gusto della storia personale, il sapore della nostalgia. Negli ultimi anni, grazie al sito (venerecomicart.it) e alle vendite sulle piattaforme di aste online,  prime fra tutte eBay e CataWiki, si sono aggiunti clienti internazionali a quelli più tradizionali. Il rapporto è più freddo di quello che si può avere di persona, ma grazie alla innata comunicativa che spesso contraddistingue i popoli mediterranei, riusciamo a stringere amicizie anche online! Dall’anno scorso ho deciso di fare un ulteriore salto di qualità: mi ha affiancato Annamaria, una preziosa collaboratrice che mi aiuta a “tenere il passo” ed ho aperto una galleria a Pozzuoli in via Serapide, proprio di fronte al Tempio. La galleria viene utilizzata sia come ufficio, per il lavoro quotidiano, che per l’organizzazione di eventi. È uno spazio in cui cerco di far trovare a proprio agio i miei clienti: tranquillo, luminoso e rilassato. Qui senza fretta si possono ammirare tavole  originali, fumetti rari e pregiati, manifesti e bozzetti originali di cinema e persino alcuni giocattoli d’epoca legati alla cultura popolare sia nostrana che internazionale. Insomma cerco di muovermi a tutto tondo proprio per coinvolgere quante più persone possibile perché penso che molti non si rendano nemmeno conto che esistono delle cose così meravigliose!

Gianfranco de Michele: Mmh difficile rispondere, ma tendenzialmente chi cerca la qualità.

Gianluca Pellegrini: Il 70% dei clienti sono stranieri. Europa ma anche Stati Uniti e Australia. C’è il cliente che spende poche decine di euro e c’è il cliente più importante che ne spende migliaia.

Sergio Pignatone: Il cliente tipo per la collezione di fumetti d’epoca ha un’ età tra i 30 e i 70 anni e può intraprendere qualsiasi professione; il fumetto è un genere di collezionismo trasversale. Negli ultimi 20 anni è cresciuto e si è sviluppato il mercato delle tavole originali e qui il cliente non è più un nostalgico, bensì un intenditore e un investitore in arte e non è più solo italiano, ma è un cliente internazionale. I Maestri del Fumetto italiano – dai grandi autori come Dino Battaglia, Guido Crepax, Andrea Pazienza, Hugo Pratt ai maestri Disney – sono apprezzati e ricercati in tutto il mondo.

Claudia Salmin: I clienti sono per lo più stranieri. All’estero le tavole originali dei fumetti sono considerate opere d’arte e quindi rispettate e valorizzate. Lavorando soltanto per corrispondenza la cosa principale è la fiducia. Una credibilità conquistata in tanti anni di lavoro. 

Quando si parla di Italia, quanti sono per te gli appassionati/collezionisti ‘seriali’ (non occasionali) ?

Francesco BazzanaPiù di quanto si pensi, fortunatamente!

Venerando CautieroPenso che ci siano almeno 300 collezionisti di tavole originali e 2-3000 collezionisti di fumetti, ma non è facile fare una stima precisa. Molti collezionisti di fumetti collezionano anche tavole originali e viceversa. Considerando gli occasionali il numero penso salga di molto.

Gianfranco de Michele: I seriali “palesi” penso siano un centinaio, ma ce ne sono molti “invisibili”.

Gianluca Pellegrini: Penso che i numeri non siano grandi. Escludendo gli occasionali, credo siano qualche migliaio i collezionisti italiani.

Sergio PignatoneSe parliamo di fumetto a stampa alcune migliaia; lo stesso per le tavole originali, ma con potenzialità di crescita.

Claudia Salmin: Penso che i collezionisti seriali in Italia siano un centinaio.

Cosa spinge il collezionista a collezionare?

Francesco BazzanaAmore e passione, e a volte anche un pizzico di speranza di fare un buon affare. Collezionare originali per me è un piacere non paragonabile ad alcun altro hobby; il fascino delle tavole originali è unico, un’autostrada verso il cuore del fumetto! Negli ultimi anni anche una componente di “investimento” si è fatta spazio, fortunatamente sempre tra persone appassionate del mezzo espressivo.

Venerando CautieroQuesta è una domanda per gli psicologi! Le ragioni penso siano le più svariate. C’è chi lo fa fin da bambino e risponde ad un innata necessità di organizzare le cose. Oppure ha necessità compulsiva di controllo. Chissà. E questo riguarda le collezioni di qualsiasi cosa, non solo di fumetti. Spesso chi colleziona da adulto è guidato dalla nostalgia per l’infanzia. Questo penso che accada soprattutto per il collezionista di fumetti che ricompra “quello che sua madre gli aveva gettato nella spazzatura”, ma non solo. Per le tavole a questi fattori si aggiunge la parte estetica: le tavole sono belle! Vedere le pennellate dell’autore, i ripensamenti, a volte gli appunti a margine è una sensazione impagabile. Naturalmente si può sfociare nel feticismo di possedere l’oggetto che ha avuto tra le mani l’autore o in alcuni casi addirittura arrivare a manie ossessive. Ma, ripeto, per le radici profonde del collezionismo penso che bisogna rivolgersi ad un psicologo. E bravo! 🙂

Gianfranco de MicheleNon credo si possa rispondere in un modo che valga per tutti … Cè chi lo fa per passione per un genere, chi per un autore, chi per puro amore della Nona Arte.

Gianluca Pellegrini: Domanda da fare a uno psicologo! Credo che collezionisti si nasca. Il ‘collezionista tipo’ ha cambiato più volte interesse nel corso della sua vita. E’ passato dalle conchiglie ai francobolli, dalle monete alle tavole originali.

Sergio PignatoneCome dicevano dianzi, innanzitutto la nostalgia per gli albi dell’infanzia; secondariamente la certezza di investire in un bene rifugio; terzo, ma non ultimo, la consapevolezza – nel caso dei disegni originali dei grandi autori – di intraprendere una collezione d’arte.

Claudia Salmin: La risposta è vasta. Di solito la passione nasce dal ricordo. Si colleziona quello che si è letto e amato. Ma non sempre è questa la molla. Oggi forse anche un po’ l’investimento e la voglia di gratificarsi rispetto alle poche certezze esterne.

Come si è evoluto questo mercato negli ultimi anni (in Italia e nel resto del mondo)?

Francesco BazzanaDopo molti anni in cui la disponibilità sul mercato era molto inferiore rispetto a oggi, con grandi concentrazioni in mano a pochi collezionisti e commercianti, le tavole originali cominciano negli anni ’90 a essere presenti con costanza nelle fiere specializzate di fumetto. All’inizio degli anni ’90 le tavole escono da una nicchia di “esclusività” (anche economica, dovuta ai prezzi allora apparentemente alti), grazie all’arrivo in forze alle fiere di fumetto di nuovi operatori; questi abbandonano l’imperante impostazione “elitaria” per una scelta “popolare” di diffusione ampia di questo tipo di collezionismo, pur nel mantenimento di un livello qualitativo alto. Questo, in tempi ancora pre-Internet, permette a molti collezionisti, fino a quel momento tenuti lontano dalle cifre d’ingresso spesso, ovviamente per i tempi, proibitive (ma che appaiono adesso ridicolmente basse) , di avvicinarsi al settore. Questi nuovi, fondamentali, collezionisti nati negli anni ‘90 costituiranno più tardi una importantissima e solida base per l’attuale mercato. Internet permette, nella seconda metà degli anni ’90, la nascita di siti di vendita specializzati, e la nascita di una consapevolezza, da parte dei collezionisti, dell’esistenza di un mercato, e un interesse, più ampi di quanto la scarsa visibilità avuta fino a quel momento lasciava immaginare. La nascita di eBay Italia nel 2001 e poi la creazione, a metà degli anni 2000, della prima casa d’aste dedicata, e i conseguenti spazi sugli organi di comunicazione, ”sdoganano” definitivamente le tavole originali come forma di collezionismo autonoma ed estremamente vitale. Trovo quello francese un mercato estremamente maturo, forse anche troppo: mi sembra un mercato un pò falsato, sui risultati top, dalla presenza di personaggi noti che hanno percezione del denaro differente rispetto alla gente comune, che alle aste “giocano”, acquistando non tanto come investimento puro quanto perché “possono”. Ma, soprattutto, è un mercato che, grazie alle numerose gallerie d’arte dedicate e all’attenzione di case d’asta prestigiose, è ormai decollato verso l’alto; qui l’entry level (la tavola di qualunque esordiente parte già dai intorno ai 500 euro, salvo eccezioni) è troppo elevato per permettere un allargamento della base; non è un caso che alcuni collezionisti francesi mi confermassero l’impressione che, numericamente, si tratta di un mercato abbastanza limitato. Il mercato americano è un mercato efficiente, con un bacino di utenti enorme, grazie al settore supereroistico pubblicato e amato dappertutto, ed è questa diffusione mondiale dei protagonisti dei fumetti USA la sua maggior forza. Questa solidità è, a mio vedere, dimostrata dal fatto che la forbice di prezzo tra il materiale di livello più alto e quello più “normale” e comune si stia allargando sempre di più, con le tavole “minori” a disposizione di tutti (per quanto anche qui in costante, lenta crescita) e le cose più prestigiose sempre più care. C’è davvero spazio per ogni tipo di collezionista, e per ogni tasca: chiunque voglia collezionare tavole, trova pane per i suoi denti. Negli ultimi tempi si sono aggiunti prepotentemente collezionisti investitori orientali, che hanno dato un ulteriore impulso verso l’alto a prezzi spesso già impegnativi. Fortunatamente il mercato italiano, rispetto a quello mondiale, è ancora ampiamente abbordabile.

Venerando CautieroFino agli anni ’80 solo una manciata di persone in Italia e non molte di più nel mondo  collezionavano tavole originali. Dagli anni ’90 grazie all’impegno di alcuni venditori, a partire dalle mostre di fumetti, le tavole sono state promosse con forza. Nel 2000 la nascita di ebay credo abbia dato un cambio di marcia. Da allora con la rivoluzione di Internet il mercato si è internazionalizzato e i prezzi hanno cominciato a salire in quanto le opere più ricercate (quelle delle origini di molti personaggi) erano già stata accaparrate da quella manciata di persone di cui ho detto prima. Negli ultimi anni l’entrata in gioco di alcune case d’aste, sia italiane che internazionali, ha ulteriormente amplificato il fenomeno coinvolgendo persone estranee al giro dei fumetti in generale. E visto che siamo su un sito che si occupa di cinema, citerei per ultimi (ma non meno importanti) i cinecomics. L’avvento e il successo dei film legati ai personaggi dei fumetti, ha allargato la platea potenziale di una fattore enorme. Le stesse persone che partecipano negli USA alla produzione, si sono avvicinate alle tavole originali e al momento si registra un’impennata dei prezzi delle tavole delle origini che non si era mai vista fino ad ora.

Gianfranco de Michele: Semplicemente in maniera costantemente esponenziale. In pochi anni alcuni autori hanno quintuplicato il loro valore.

Gianluca Pellegrini: Credo si sia ampliato e qualcuno ha capito che è una forma di investimento.

Sergio PignatoneIl mercato del fumetto a stampa è necessariamente votato ai cambi generazionali: negli anni ’60 i primi collezionisti, quasi dei “carbonari”, mettevano inserzioni fermo posta per trovare gli albi da anteguerra; negli anni ’70 è cresciuto e si è sviluppato il collezionismo di pubblicazione del dopoguerra e dei fumetti a striscia; per intenderci, da Gim Toro a Piccolo Sceriffo e Tex Willer. A seguire sono diventati di moda, e lo sono attualmente, fumetti editi negli anni ‘60 da Diabolik e dai fumetti di genere nero, ai fumetti sexy, fino ai supereroi e DC. Ci sono poi sempre verdi come le pubblicazioni Disney di tutte le epoche, che attirano collezionisti anche giovani. Per quanto riguarda l’estero sono partiti prima i francesi (il Museo Nazionale del Fumetto di Angoulême ha aperto i battenti nel 1948). In Francia sono nate le prime case d’aste specializzate; negli Stati Uniti il mercato è stato vivacissimo fin dagli anni ‘70 e anche lì autentici colossi – come Heritage Auction – hanno iniziato ad organizzare aste di fumetti e disegni originali. Attualmente di fronte ad un mercato vivacissimo, in continua ascesa, sono scesi in campo persino Christie’s e Sotheby’s con aste in Europa e in Asia.

Claudia SalminNegli anni il lavoro è cambiato perché la mia vita è cambiata. Lavoro soltanto per corrispondenza. Non frequento le mostre. Ho un sito che funziona bene e vendo le tavole anche su una piattaforma di aste internazionale.

Qual è la parte più difficile del tuo lavoro?

Francesco BazzanaAttribuire il prezzo corretto agli originali che si mettono in vendita: un prezzo del quale per prima cosa essere convinti, e che possa anche interessare i collezionisti.

Venerando CautieroSicuramente la parte più difficile è quella dell’approvvigionamento. Le tavole originali sono pezzi unici. Una volta venduta non se ne produce un’altra uguale. Questo in parte vale anche per i fumetti pregiati in perfetto stato di conservazione, ma di quelli almeno qualche copia ne esiste. Delle tavole no! E allora per il nuovo si può andare dagli autori contemporanei (sempre che il lavoro in digitale non faccia sparire tutto, come già in parte sta accadendo), mentre per le tavole storiche bisogna rivolgersi ai collezionisti allettandoli con offerte profumate o scambi con materiale “desiderato”. Insomma il mio diventa sempre più un lavoro di mediazione e pubbliche relazioni.

Gianfranco de MicheleLa parte più difficile del lavoro? Accontentare tutti!

Gianluca Pellegrini: La parte difficile (ma bella) è la ricerca dei pezzi e degli stock, che devono essere acquistati a prezzi interessanti per la rivendita , una sorta di caccia al tesoro per la quale ci si muove spesso in tutta Italia e si fanno centinaia di chilometri.

Sergio PignatoneÈ un lavoro da prendere con estrema serietà. La Little Nemo è stata la prima libreria antiquaria a portare i fumetti d’epoca alla Mostra Libri Antichi e di Pregio di Milano, quindi, in qualche modo, a sdoganarli nel collezionismo bibliofilo, considerato culturalmente più accettabile; al punto da venire citati da Umberto Eco nella sua rubrica per l’espresso: ”La Bustina di Minerva”.

Claudia Salmin: Le tavole devono corrispondere sempre alla descrizione data. L’acquirente deve potere essere sicuro di non avere sorprese. Un altro aspetto importante è l’imballo e la spedizione che deve essere perfettamente sicura, protetta e veloce. Io rilascio sempre fattura e certificato di autenticità.

Oggi è ancora passione o si sta andando sempre più verso il business/investimento?

Francesco BazzanaQuando sento parlare di investimento, all’appassionato che è in me verrebbe subito l’orticaria, sono discorsi che pensavo di aver abbandonato per strada lasciando la mia passata carriera bancaria. Per l’idea, forse troppo romantica, che ho io, chi colleziona tavole originali dovrebbe farlo spinto dalla passione (“Che storie amo/ho amato? Quali artisti ricordo/ricerco? Si troveranno tavole originali di questi fumetti/autori?”) e l’andamento del mercato dovrebbe essere una cosa da prendere in considerazione soltanto DOPO aver scelto con criteri legati a sé stessi (“Mi piace abbastanza da comprarlo? Me lo posso permettere?”). La mia è però, a ben vedere, una reazione forse incoerente, dato che il lavoro che ho scelto “ da grande” dimostra con più forza di mille parole il fatto che considero gli originali come il miglior investimento possibile, almeno tra quelli che sono anche divertenti (elemento da non trascurare). Inoltre, quando si parla di cifre che non sono più di decine o centinaia di euro, ma che diventano di migliaia (e in alcuni casi di decine di migliaia), è più che legittimo e naturale preoccuparsi di come si spendono i propri soldi: insomma, acquistare originali destinando cifre sempre più importanti richiede sicuramente un’attenta valutazione. L’incremento di valore degli originali di moltissimi degli autori di punta si è regolarmente verificato nel corso degli anni, quindi è inevitabile che a questo mercato si avvicinino anche persone che di fumetti sanno ben poco, ma che hanno delle cifre da destinare qui per diversificare i loro investimenti. Inoltre molti collezionisti, soprattutto “recenti”, hanno un’affezione sincera per l’idea astratta di collezionismo delle tavole originali, ma sono molto meno affezionati alle tavole specifiche, quindi rinnovano la loro collezione velocemente, beneficiando dell’andamento del mercato.

Venerando CautieroLa passione è il primo motore. Poi a causa dei prezzi in ascesa tutti hanno necessità di “fare i conti”. Naturalmente ogni collezionista è un caso a parte: c’è chi si diverte a vendere e comprare e chi invece si farebbe piuttosto tagliare una mano prima di cedere “il suo tesssoro”. E ovviamente tutti prima o poi vendono qualcosa per comprare dell’altro: i gusti cambiano nel tempo, a volte ci sono le mode, e altre volte per ottenere una tavola agognata non in vendita è necessario uno scambio, poi le tasche si svuotano, ecc.

Gianfranco de MicheleIn Italia forse è ancora vissuto come passione, in molte parti del mondo, States in testa, più come investimento.

Gianluca Pellegrini: E’ evidente dai risultati che molti pezzi raggiungono nelle aste americane ed europee che questo tipo di opera d’arte è ormai da molti considerato un ottimo investimento. Ci sono settori particolari che hanno visto le quotazioni triplicare in pochi anni. Ci sono maestri del fumetto che hanno quotazioni e passaggi d’asta simili a quelle dei grandi pittori del passato. Solo poco tempo fa, in un’asta americana, una illustrazione a colori di Frank Frazetta (e nemmeno un capolavoro dell’artista …) è stata battuta a 450.000 dollari.

Sergio PignatoneEsistono entrambe le realtà. Gli albi da collezione, quando perfetti, raggiungono cifre già ragguardevoli , per cui anche il collezionista appassionato tende ad investire e comprare oggetti che possano un giorno riconoscere l’investimento. Proprio per questo motivo la società Stati di Conservazione ha messo a punto e registrato assieme a Little Nemo una scala di gradazione o grading che permette di attribuire e mantenere nel tempo lo status di conservazione di un albo da collezione. Ancora più vertiginosa l’ascesa dei prezzi delle tavole originali, al punto che le stesse sono state collocate in fondi d’investimento e vengono comprate anche dalle banche.

Claudia SalminOggi è ancora passione o business. Per me non è mai stata passione, io non sono mai stata una collezionista.

Come vedi il futuro di questa passione? (da dealer e da appassionato)

Francesco BazzanaE’ un settore le cui cifre di base permettono a chiunque di cominciare a collezionare, ritengo quindi che ancora moltissimi si avvicineranno e, con’evoluzione del loro gusto, spingeranno ancora più in alto i prezzi delle tavole più interessanti.  

Venerando CautieroRoseo e in ascesa per molto tempo. La nostra è un arte con l’anima che fa parte di una cultura popolare che caratterizza un periodo storico: si andrà avanti fino a quando non diventerà tutto digitale: ne riparliamo tra cinquant’anni. Ci saranno autori che andranno nei musei a quotazioni inimmaginabili adesso: sta già accadendo con i fondatori del fumetto di inizio ‘900.

Gianfranco de Michele: Io sono sempre tendenzialmente ottimista, vedo sempre il bicchiere mezzo pieno, per cui lo vedo roseo almeno fin quando la maggior parte degli autori continuerà a lavorare su carta e non in digitale.

Gianluca Pellegrini: Io penso che il mercato possa ancora crescere e credo che chi investe oggi in questo ambito vedrà apprezzarsi il suo investimento anno dopo anno.

Sergio PignatonePer quanto riguarda le nuove generazioni vedo un – ahimè – inarrestabile rarefarsi della passione collezionista, la generazione dei millenials tende più a scaricare e non sente la necessità di “conservare” e “collezionare”. Per quanto riguarda le tavole originali mi aspetto un accorpamento con il mercato dell’arte contemporanea, anche perché le quotazioni tendono ormai ad amalgamarsi. L’anno scorso una copertina di Hugo Pratt ha realizzato la stessa cifra di un Lucio Fontana, circa 400 mila euro.

Claudia SalminPer me è un lavoro e resterà tale anche nei prossimi anni.

Perchè certi autori ‘valgono poco’ (economicamente, non sentimentalmente), mentre altri tantissimo?

Francesco BazzanaTi ribalto la domanda: preferiresti comprarti a poco l’originale di un autore che non ti piace per niente, o preferiresti comprarti a tantissimo un originale di un autore il cui lavoro ti fa impazzire?

Venerando CautieroIl valore economico, come spesso accade anche nell’arte “alta”, è slegato dal valore artistico. Nel fumetto vale molto la storicità. E la legge della domanda e dell’offerta fa il resto. Prendiamo ad esempio Spider-Man. Lo conoscono tutti, è ormai un’icona pop. Forse vi sorprenderà sapere che non tutti sanno che è nato sui fumetti, ma molti sanno che è un personaggio dei cartoni animati e tutti che è anche un personaggio da film. Di tavole di Spider-Man ne esistono tantissime. Ma le PRIME tavole sono solo quelle e non ci saranno mai più. Beh una tavola di Spider-Man del primo disegnatore (Steve Ditko) costa 100 mila dollari. E non è la più cara tra quelle americane. La prima storia è tra l’altro custodita alla libreria del congresso di Washington e non in vendita. Il record di prezzo comunque spetta alle tavole europee di Tintin (Hergé): qui si arriva al milione di euro e più. Sono le tavole più belle del mondo? No! Costano di più perché il numero di persone (danarose) che le vuole è di gran lunga superiore alla disponibilità. Di tavole belle che costano poco ce ne sono tantissime, anzi sono la maggioranza. Ce n’è per tutti i gusti: venite in gallerie e ve le farò vedere… Ah non si poteva fare pubblicità? 🙂

Gianfranco de Michele: Il prezzo lo fa la domanda e la disponibilità del materiale. Se un autore bravissimo mette mille pezzi sul mercato ad un prezzo molto basso si svaluterà indipendentemente dalla sua qualità come artista.

Gianluca PellegriniIl mercato dell’arte in genere è affascinante per quanto artificiale e privo di regole fisse. Per stabilire il valore di un pezzo ci sia basa su vendite precedenti di pezzi analoghi. Tutto dipende dalla richiesta che a volte si concentra su grandi nomi , tralasciando completamente i minori. Non è sempre questione di qualità artistica. Ci sono grandi artisti che costano poco (perchè poco blasonati e non superano i confini del paese di origine). Alcuni grandi nomi che forse raccolgono più successo di quello che meritano. E’ stato sempre così e così sarà. Ecco perchè molti grandi artisti sono morti in miseria e il mercato si è accorto di loro solo dopo la loro morte.

Sergio PignatoneDipende, oltre che dalla maestria, dall’impatto che le loro creazioni hanno avuto sull’immaginario popolare (pensiamo a Valentina di Crepax, a Corto Maltese di Pratt, alle ‘donnine’ di Milo Manara). Occorre anche distinguere i disegnatori di fumetti popolari che, seppur a volta di alta qualità artistica, hanno una produzione copiosa, e invece autori completi che realizzano poche tavole all’anno.

Claudia Salmin: Non lo so.

Cosa pensi delle commission? (da dealer a da appassionato)

Francesco BazzanaSi tratta di un mercato parallelo a quello degli originali pubblicati, che secondo me pochi punti di contatto ha con il mio lavoro se non il tema di fondo (autori di fumetto + disegni originali). Da quello che mi sembra di capire, tanta parte del piacere di questo settore è legato all’interazione diretta del collezionista con l’artista e alla possibilità per il primo di essere “regista” del lavoro del secondo, oltre che, in alcuni casi, di creare un rapporto umano più profondo che con il dealer. Anche il risultato finale ovviamente conta, ma il viaggio in questo caso mi sembra, comprensibilmente, anche più importante della meta.

Venerando CautieroMolti collezionisti le apprezzano perché si sentono partecipi dell’opera, in quanto l’autore le realizza su loro specifiche. A me però non piacciono molto. Essendo un appassionato di fumetto mi entusiasma molto la sceneggiatura che dà un’anima alla tavola. Una tavola originale è un pezzo di una storia, la rappresenta, quindi è qualcosa in più di quello che ci è disegnato sopra. Persino una copertina, pur non essendo parte di una sceneggiatura, ha il compito di attirare verso una storia. La commission non mi dà questa sensazione, anche se capisco le ragioni di chi le ama e le apprezza.

Gianfranco de Michele: Le commission sono un ottimo viatico per far realizzare ad un artista un personaggio sul quale magari non si sarebbe mai cimentato e per ottenere ad un rapporto qualità/prezzo ottimo qualcosa di unico da un autore che apprezzi.

Gianluca Pellegrini: E’ un mercato che non mi appassiona. Amo i pezzi pubblicati perchè un domani non si possa mettere in dubbio l’autenticità. E anche perchè una tavola pubblicata è storicizzata, è in qualche modo un pezzo di storia del fumetto.

Sergio PignatoneE’ diventata moda in questi anni, con cambi intensi, tramite mercati alternativi (e secondo me anche un po’ illegittimi) come Instagram o Facebook. Le aste internazionali però ci insegnano che l’opera di un artista del fumetto ha valore in base alla storicità della sua comunicazione. Recentemente abbiamo battuto all’asta un piccolo acquerello di Milo Manara che ha raggiunto la considerevole cifra di 36 mila euro; una commission del medesimo formato ne varrebbe 15 mila.

Claudia Salmin: Nessun pensiero particolare. In linea generale non mi interessano.

Ti senti ‘in competizione’ con quegli autori che vendono direttamente le proprie tavole senza passare da un dealer? E, soprattutto, non pensi che oggi, grazie ai Social Media, ci siano sul mercato troppi autori? In prospettiva, può essere un problema questa abbondanza?

Francesco BazzanaL’abbondanza non è mai un problema: se i collezionisti hanno una scelta ampia saranno spinti a sviluppare una capacità maggiore di valutare le cifre e il mercato, cosa che li porterà a fare scelte più meditate e consapevoli; considero questo un risultato positivo, che va anche a vantaggio del dealer onesto. Per quello che riguarda gli autori che vendono direttamente, capisco chi lo fa, consapevole del fatto che sottrae tempo al disegno per dedicarlo al commercio, avendone un ovvio beneficio economico. Capisco meno chi svende il proprio lavoro, penalizzando le proprie quotazioni e future vendite. Il collezionista preferisce quasi sempre, a parità di offerta, acquistare dall’autore piuttosto che dal commerciante, per l’ovvio piacere del rapporto, ed è questo il motivo per cui, pur rispettando la scelta dell’artista, di solito evito di acquistare da chi vende anche direttamente ai collezionisti.

Venerando CautieroSe devo essere sincero, penso che in effetti ci sia un eccesso di offerta oggi, proprio grazie alla facilità di presenza online. Ma non mi sento affatto in competizione con gli autori, anzi! Vendere non è mettere delle tavole su Facebook e aspettare. Vendere è una professione! Un bravo venditore deve avere sicuramente delle capacità relazionali innate, ma neanche il solo talento basta: ci deve mettere tanto tempo e, permettimi di dire, anche tanto cuore. Il che significa capire la psicologia del collezionista, sapergli proporre le cose giuste a momento giusto e al prezzo giusto, curare il rapporto nel tempo anche quando non ci sono vendite, seguire il valore delle tavole e aiutare i compratori a mantenere l’investimento fatto. E poi anche tante altre cose, ma credo di averti dato il senso. E farle tutti i giorni … Secondo te, un autore anche “simpatico” ha il tempo per fare queste cose? Secondo me no. L’abbondanza di tavole online crea … un lavoro per il collezionista. Alcuni hanno piacere a passare le ore a spulciare siti su siti, ma ti posso assicurare che molti altri proprio no. E qui entra in gioco la figura del bravo venditore! E con un po’ di orgoglio, credo di non essere proprio tra i peggiori 😉 

Gianfranco de MicheleC’è posto per tutti, ma chi compra usualmente conosce la qualità e sa discernere.

Gianluca PellegriniTra gli autori in attività, quelli che vendono direttamente i loro originali ‘al dettaglio’ non mancano, ma sono una sparuta minoranza. Schedare il materiale, prezzarlo correttamente, ricevere il pagamento e spedirlo in maniera rapida e sicura è un lavoro che richiede tempo e dedizione e una professionalità a parte. Spesso un autore preferisce dedicarsi al suo lavoro.

Sergio PignatoneUn gallerista non si sente mai in competizione. Più interesse c’è sul mercato della tavola come forma d’arte meglio è. E’ però vero anche che, in assenza di un sistema dell’arte legato al mondo del fumetto, può capitare che la sovraesposizione di certi autori nuoccia alla crescita del loro mercato. Di alcuni artisti è talmente facile acquisire opere (attraverso i social media o le fiere del fumetto) che gli stessi continuano a produrre a prezzi sempre più bassi. Gli artisti che invece hanno deciso di collaborare con una Galleria (e di norma sono quelli più interessanti dal punto di vista artistico), vedono le loro quotazioni crescere man mano. Nel nostro caso potrei fare i nomi di Bruno Brindisi (Dylan Dog e Tex), Fabio Civitelli (Mr. No e Tex), Enrique Breccia (il più grande artista argentino vivente) o anche di un artista esordiente come Larry Camarda che in due anni ha visto passare le sue quotazioni da 100 € a tavola sino a 1000.

Claudia SalminNon mi sento in competizione con nessuno e non credo che l’abbondanza crei problemi. Ognuno ha il diritto di fare ciò che crede e il mondo è grande e c’è posto per tutti.

La tavola che ti sei pentito di aver venduto

Francesco BazzanaDal lato affettivo, la doppia title splash di Fantastic Four del Processo di Galactus, di John Byrne, e soprattutto una bellissima pagina del primo numero di Star Wars di Howard Chaykin. Dal lato “commerciale”, una pagina del primo episodio del Maggiore Fatale di Moebius, ormai quasi irraggiungibile.

Venerando CautieroUna tavola di Carl Barks (inventore di Zio Paperone e molto altro) con Zio Paperone al nord dello Yukon. In una vignetta centrale Zio Paperone trainava la slitta per dare una mano al suo cane di nome Barko che stava malissimo. In questa vignetta il grande Carl Barks aveva sintetizzato tutto il carattere del papero più ricco del mondo, più avaro, spilorcio ecc. ecc. che però in quel momento era disposto a perdere tutto il suo immenso patrimonio pur di aiutare il suo cane! Ogni volta che “ho raccontato” questa tavola non sono mai riuscito a concludere perché l’emozione era troppo forte (non c’è l’emoticon con nodo alla gola e lacrimuccia?).

Gianfranco de Michele: Come appassionato nessuna, perché generalmente non rivendo. Come dealer nessuna.

Gianluca Pellegrini: Molte, perchè i prezzi (per esempio delle cover Sexy degli anni ’70) sono molto saliti e oggi sarei contento di poter ricomprare ai prezzi a cui ho venduto solo pochi anni fa.

Sergio PignatoneUna spettacolare illustrazione con una battaglia di samurai dell’indimenticato maestro Sergio Toppi, ma ce ne sarebbero tante altre, per esempio una copertina di Mighty Thor venduta a 16 mila euro che oggi, dieci anni dopo, ne varrebbe quasi 100 mila.

Claudia SalminNon sono mai stata una collezionista. Sono innamorata da più di vent’anni di un collezionista. Un uomo che colleziona e ama il disegno da tanto tempo. Che ha fatto della sua passione anche un lavoro. Io ho amato prima lui e poi i disegni. Ma non ho bisogno di “trattenere” il disegno fisicamente. Non ho la “sana” follia che appartiene a tutti i collezionisti. Sono più lucida.

La tavola di cui sei più fiero

Francesco BazzanaLa splendida copertina di Merchants of death di Alex Toth, la gigantesca copertina di Moby Dick di Bill Sienkiewicz, l’originale della partecipazione di nozze di Andrea Pazienza, La copertina di Ivo Milazzo della storia di Ken Parker “Lily e il cacciatore”, così come come le storiche copertine dei numeri 1 di Martin Mystère, Dampyr, Nick Raider e Nathan Never (insieme ad altre di testate Bonelli “minori”, formano una mini-collezione nella collezione) e come il frontespizio di Dylan Dog di Claudio Villa, la prima pagina di Esterno Notte di Gipi (che mi ha fatto definitivamente innamorare del lavoro di questo autore e amico), la copertina del Dottor Spartaco di Lorenzo Mattotti. Ma sono davvero troppe le pagine della mia collezione a cui sono legato: quasi tutte le tavole hanno una piccola storia da raccontare. 

Venerando CautieroL’ultima pagina della storia Zio Paperone al nord dello Yukon, dove si tuffa nelle monete d’oro. Sì vabbè non pensate troppo male… È che l’immagine di Zio Paperone che fa il bagno nelle monete del deposito mi ha colpito fin da piccolo. Ce l’ho stampata nella mente e per me È Zio Paperone. Poi provate voi a tuffarvi nelle monete se ci riuscite…

Gianfranco de Michele: Come collezionista, una cover del Maestro Gallieno Ferri di Zagor, Thunderman e la cover del numero 1 di Orfani: Ringo di Emiliano Mammucari.

Gianluca Pellegrini: Ho fatto delle vere e proprie scoperte. Una volta comprai uno scatolone pieno di originali che un collezionista aveva in cantina. Scoprii in seguito che c’erano delle cose importanti, in particolare delle illustrazioni di Gianni De Luca.

Sergio PignatoneUna spettacolare tavola domenicale del Tarzan di Burne Hogarth, dove si vede Tarzan ferito, soccorso da un elefante, e adagiato vicino ad una fonte; è stata la prima tavola originale arrivata in Italia, alla prima edizione di Lucca Comics nel lontano 1966, portata in mano dallo stesso artista.

Claudia SalminUn autore che amo particolarmente è Ferenc Pinter. Illustratore delle copertine Mondadori. Uomo di rara gentilezza e di grande genialità. Amo il suo tratto essenziale e spigoloso, la sua capacità di sintesi.

Ci sono delle tavole che sai non venderai mai (come venditore, non per affetto)?

Francesco BazzanaSpero di no! Ovviamente i personaggi degli anni ’40 e ’50 non sono più ricercati come nei loro anni d’oro, ma tutto si può vendere, se si trova l’interessato e il giusto prezzo.

Venerando CautieroDalla mia esperienza penso realisticamente di no, anche se alcune le vorrei tenere.

Gianfranco de Michele: No comment … Pur se ci fossero (ma non ci sono), non lo direi mai per rispetto verso l’autore.

Gianluca Pellegrini: Mai dire mai, ma come ho detto, commission e sketch da fiera non mi appassionano e cerco di evitarli.

Sergio PignatonePer mia natura acquisto solo tavole che mi piacciono e, di conseguenza, ho la capacità di comunicare il mio gradimento al cliente. Questa predisposizione – direi filosofica- reca però anche delle controindicazioni; come quando, meno di 10 anni fa, mi proposero a 200 dollari le prime tavole di The Walking Dead che erano mal disegnate, e dunque le rifiutai. Oggi si vendono rapidamente a 200 dollari.

Claudia Salmin: No.

Ci sono degli autori su cui scommetteresti per il futuro (italiani e/o stranieri; se puoi nominarli e perchè)?

Francesco BazzanaScelgo autori che, oltre a colpirmi, mi diano prospettive di crescita, sia a livello di carriera futura che di quotazioni (che vengono di conseguenza). Acquisto originali che devo e voglio proporre via via nel corso del tempo, quindi è ovvio che io faccia una scommessa sulle quotazioni anche future dell’autore scelto. Troppo facile fare i nomi degli artisti con cui lavoro, quindi, anche se sarebbe la risposta più logica, e in effetti i prezzi di autori già affermati come Gipi e Massimo Carnevale (giusto per fare un paio di nomi) sono ancora abbordabilissimi, rispetto all’enorme qualità e talento espressi nei loro lavori e rispetto ai successi che stanno avendo in carriera. E poi, se avessi delle sensazioni su potenziali stelle future di cui non ho ancora comprato originali, che commerciante sarei se le rivelassi??

Venerando CautieroCerco sempre di prendere delle tavole che siano belle ed emozionanti. Investire sul bello alla lunga paga sempre!

Gianfranco de Michele: Non perché lo rappresentiamo noi, ma su Simone Di Meo scommetterei ad occhi chiusi.

Gianluca Pellegrini: Tra gli italiani io trovo che Stelio Fenzo sia stato un grande artista e oggi i suoi originali sono completamente sottovalutati. Ha lavorato con Hugo Pratt (e io trovo che sia anche più bravo …), ma oggi una sua tavola di ‘Jungla’ vale poche decine di euro, mentre una di Pratt ne vale almento duemila. Chissà se il tempo livellerà queste differenze … chi vuole scommetterci?

Sergio Pignatone: E’ una specie di terno al lotto, anche perché tendiamo a trattare autori già storicizzati. Direi che tutti gli artisti italiani moderni e contemporanei che vengono pubblicati all’estero hanno delle notevoli capacità. Per citare invece un caso a sé parlerei di Larry Camarda – musicista e organizzatore culturale- , dunque non disegnatore professionista, che ci sta regalando i suoi coloratissimi Mash-Up Comic dove, utilizzando copertine altamente ioniche dell’universo Marvel e DC, infila personaggi “altri” come eroi del fumetto italiano o personalità iconiche del mondo della musica, da Diabolik a David Bowie. E proprio Attilio Camarda, in arte Larry, ci sta dando grandi soddisfazioni in Italia e all’estero.

Claudia SalminGli autori più venduti sono naturalmente quelli conosciuti anche all’estero. Non sempre però bravura e quotazione viaggiano parallelamente. 

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