Intervista a Heather Langenkamp (parte 1): “Freddy Krueger è una metafora; guardo gli horror moderni a velocità 1.5x”
16/10/2024 news di Alessandro Gamma
Al Festival di Sitges abbiamo incontrato la storica protagonista della saga di Nightmare, parlando del suo rapporto con Wes Craven e di come è cambiato il modo di fare cinema
Ospite d’onore al Festival di Sitges 2024, dove ha ricevuto il prestigioso Time Machine Award alla carriera, abbiamo avuto modo di incontrare da vicino Heather Langenkamp, amatissima protagonista di ben tre capitoli della saga di Nightmare, in cui ha interpretato l’eroina Nancy Thompson.
Dal momento che proprio nel 2024 ricorrono i 40 anni dall’uscita nei cinema del primo Nightmare – Dal profondo della notte, ti va di raccontarmi un po’ come sei arrivata a questo film e cosa ti spinse ad accettare il ruolo?
All’epoca non avevo assolutamente idea di chi fosse Wes Craven, e probabilmente avrei addirittura rinunciato se avessi visto il suo L’ultima casa a sinistra … Non avrei creduto che quello stesso regista volesse fare un film così diverso da quello, ne sarei stata molto spaventata.
Leggendo il copione di Nightmare fui attratta dalla tenere storia di questa ragazza che cerca di proteggere i suoi amici e che possiede questa ingenuità … Che prova a organizzare queste trappole per catturare Freddy … Per me era solo la storia di questa ragazza che fa tutto quello che può per provare a restare viva. E poi c’era molto umorismo nello script e non erano previste scene di sesso … un grande sollievo per me sapere di non dovermi togliere i vestiti, perché al tempo molti horror invece le prevedevano …
Nancy è certamente un personaggio importantissimo per me. Ci sono stati molti giorni nella mia vita fuori dal set in cui mi sono detta che avrei dovuto comportarmi come lei, affrontare le paure di petto e smettere di nascondermi …
Questo è il messaggio che vuole darci Wes coi film di Nightmare: tutti abbiamo delle paure che stanno proprio lì davanti a noi come Freddy Krueger, ma dobbiamo smettere di evitarle facendo finta che non ci siano e affrontarle.
Le persone che hanno sofferto sanno che è vero. Fa paura, certo, ma è meglio agire che provare a scappare via.
Wes Craven ti ha poi fortemente voluta in Nightmare – Nuovo incubo del 1993, il settimo e ultimo capitolo della saga al momento. Cosa ricordi di quell’ultima esperienza con lui?
Quando scrisse il primo film, Wes creò questo ‘duo dinamico’ formato da Nancy e Freddy, due lati della stessa medaglia in un certo senso. E poi nel terzo capitolo, I Guerrieri del Sogno, riportò in scena Nancy, perché riteneva che insieme facessero faville e io ne fui lusingata e felicissima quando mi chiamò dicendomi che aveva scritto la parte apposta per me affinché il mio personaggio ritornasse. Anche perché in quel periodo facevo molta fatica a trovare lavoro.
E poi, quando mi richiamò di nuovo per propormi Nightmare 7, mi rassicurò molto sul fatto che dovendo interpretare me stessa non sarei sembrata ridicola. E mi affidai completamente a lui e al suo piano. L’ultima volta che lo vidi fu in occasione del documentario I am Nancy del 2011, quando si prestò a una lunghissima intervista su Nightmare e sul personaggio di Freddy. Poi, dopo che scoprì di essere malato, la sua famiglia scelse la riservatezza e solo pochissime persone poterono avvicinarsi a lui prima della morte.
Tu hai che hai lavorato in una delle saghe più popolari e inventive della storia, come vedi la situazione attuale del cinema horror?
Negli anni ’80, fare un film horror – o qualsiasi tipo di film – era molto costoso. Bob Shaye dovette raccogliere soldi in qualsiasi posto riuscisse a trovarli per poter girare Nightmare … Credo che il budget fu intorno al milione di dollari alla fine … Circa 4 milioni di oggi penso … Era un film low budget … Quindi le sceneggiature da finanziare dovevano essere a prova di bomba. Molte persone le leggevano e le valutavano prima di metterci dei soldi.
Oggi invece tutti possono girare un film con un iPhone, ma la conseguenza è che si può continuamente avere un ripensamento e metterci mano in base a qualche suggerimento esterno … E il risultato poi quando li vedi è che sembra di guardare una ‘prima stesura’. Se invece i filmmaker aspettassero di avere in mano una versione definitiva dopo quattro o cinque stesure riviste, il film potrebbe essere un po’ migliore, più compatto.
A volte mi capita di guardare certi film a velocità 1.5x, perché trovo che ne guadagnino così … Procedono più velocemente, il mostro si muove più rapidamente ecc … Sono cose che un tempo si imparavano e affinavano col lavoro e l’esperienza prima di cominciare a girare … Oggi vedo dei buoni film, sia chiaro, ma diciamo che non sono ‘ripuliti’.
Di seguito il trailer di Nightmare – Dal profondo della notte:
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