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Intervista ad Amat Escalante, Leone d’Argento per La Región Salvaje

12/09/2016 news di Alessandro Gamma

Qualche gionro prima che venisse premiato dalla Giuria di Venezia 73 abbiamo fatto una chiacchierata con il regista messicano, autore di uno dei film più controversi della Mostra di quest'anno

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Ben prima che venisse premiato nel corso dell’ultima serata con il Leone d’Argento per la Miglior Regia all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, noi conoscevamo già le potenzialità di Amat Escalante, cineasta messicano classe 1979 già vincitore del Prix de la mise en scène al Festival di Cannes 2013 per Heli.

Il suo La Región Salvaje (Untamed), presentato in Concorso in anteprima mondiale a Venezia 73 appunto, ha spaccato la critica e soprattutto sdegnato gran parte del pubblico, specie di sesso femminile, sorprendentemente non tanto per i temi trattati – piuttosto forti – come l’omosessualità, la violenza o l’eutanasia, quanto per la presenza di una creatura tentacolare aliena (nell’accezione di ignota) fonte sconcertante e scandalosa di piacere per le protagoniste.

region-salvaje-locandinaQuesta la sinossi ufficiale dell’opera, che vede protagonisti Ruth Ramos, Simone Bucio, Jesús Meza ed Edén Villavicencio:

Alejandra, giovane madre lavoratrice, cresce due figli insieme al marito, Ángel, in una piccola città messicana. Suo fratello Fabian è infermiere nell’ospedale del luogo. La loro vita di provincia è sconvolta dall’arrivo della misteriosa Veronica. Sesso e amore possono essere molto fragili in talune regioni in cui esistono forti valori familiari, ipocrisia, omofobia e maschilismo.

Veronica convince queste persone che nel vicino bosco, in una capanna isolata, c’è qualcosa che non appartiene al mondo terrestre e che potrebbe essere la risposta ai loro problemi. Qualcosa alla cui forza essi non sanno resistere e che devono subire per non scatenarne l’ira.

Questo che segue è il resoconto completo della chiacchierata che abbiamo fatto con Escalante sulla spiaggia dell’hotel Excelsior al Lido.

Puoi dirci qualcosa sul perchè è ambientato proprio in questa città? Ha un significato particolare per te questa regione del Messico, che appare molto cattolica e conservatrice?

Sono cresciuto in questa città, ma avrebbe potuto essere qualsiasi altro posto, magari non Città del Messico o Parigi o qualche altra grande città del mondo, ma per me aveva senso ambientare le tematiche della storia in quei luoghi, perché sono molto conservatori e molto religiosi e c’è molta violenza verso le donne e le persone che hanno gusti sessuali differenti, ma una storia del genere avrebbe davvero potuto essere ambientata in moltissimi altri posti nel mondo. Ho voluto ambientarlo lì perchè sono cresciuto da quelle parti, ho familiarità con l’ambiente, le persone lì mi conoscono ed è più facile girare e fa ancora clamore vedere che un film viene girato lì.

region-salvaje-veneziaHai dedicato il film ad Andrzej Żuławski. Potresti dirci qualcosa in più su come ti ha ispirato in particolare il suo Possession?

Possession mi è stato nominato la prima volta da mio padre quando ero piccolo. Un giorno mi disse che aveva visto un film che lo aveva convinto a non vedere qualsiasi altro film per un anno. Anni dopo ho recuperato Possession, perchè ero curioso, e ne sono rimasto colpito e mi ha toccato, e forse questa creatura presente in La Region Salvaje avrebbe potuto ‘recitare’ anche nel suo film.

E’ una sorta di resurrezione in un certo senso. A parte questo, dovrei scavare un po’ più a fondo ed essere un po’ più intellettuale per trovare altre somiglianze. Fondamentalmente avrei comunque messo una creatura in questo film anche se là non fosse esistita, ma non lo sapremo mai perchè in effetti c’è [ride]. Ma si, è sicuramente una sorta di omaggio a questa cosa che esiste in questo mondo.

A questo proposito, c’è stato un momento in cui hai pensato di non mostrare la creatura?

Non io, ma altre persone lo hanno pensato. E’ dal mio primissimo film che intendo mostrare e non far distogliere lo sguardo. Mi piace mostrare cose che forse non dovrebbero essere mostrate o che avrebbero dovuto essere tagliate. Mi piace quella sensazione. Penso che ci siano già troppi film in cui ad esempio gli attori devono muoversi in un certo modo così che non debbano mostrare i genitali. Non mi piace quando succede. E lo stesso è avvenuto per il modo in cui ho deciso di mostrare la creatura: se avessi optato per gestirla in un modo più convenzionale del tipo ‘non mostriamola perché è più economico’, l’immaginazione del pubblico avrebbe potuto creare una creatura più interessante e magari avrebbe potuto funzionare, ma non era questa la mia prima opzione. Non è il mio stile.

region-salvaje-castPossiamo quindi legare questo aspetto – il non distogliere lo sguardo – anche a qualcosa di politico?

 Potrebbe. Sono abituato – e l’ho mostrato anche in altri film – che alcune delle mie ispirazioni sono molto ‘visive’, anche le news mostrano molto. Le notizie che vendono di più sono quelle che mostrano persone morte sulla copertina. Crescendo in Messico ti abitui a vedere cose che non dovrebbero essere viste. Forse non c’è una ragione per vedere certe cose… forse è una questione culturale, non so.

Ma penso sia più legato all’aspetto visivo. Mio padre è nel film, interpreta il Signor Vega, l’anziano che vive nella baita, ed è un pittore e i suoi dipinti possono ricordare un po’ i miei film, perché contengono nudità, violenza ecc. Non posso quindi dire se questo mio modo di girare derivi dalla società. In Messico ad esempio non riguarda il mostrare o il non mostrare qualcosa. Non è che la gente volti la testa, ma è più il vedere e non fare niente, come nei confronti della corruzione o delle ingiustizie.

Sono cose talmente alla luce del sole… è così frustrante… e può darsi che si rifletta anche nel film. Alcuni anni fa, 43 studenti che stavano andando a protestare contro il Governatore sono scomparsi in Messico. Più tardi sono stati ritrovati bruciati, probabilmente dall’esercito. Questo sarebbe stato uno scandalo enorme in molti altri posti, mentre qui è stato si uno scandalo grosso ma non ci sono state conseguenze.

Quindi quando non ci sono conseguenze per una cosa del genere o per nient’altro ci si ritrova in una sorta di anarchia. Lo spunto di partenza del mio film è la notizia vera apparsa su un giornale in prima pagina che un gay era stato ritrovato annegato, ma lo dicevano in un modo molto degradante e le persone hanno semplicemente accettato il titolo così com’era. La Region Salvaje è in qualche modo una reazione a quel modo di pensare e verso la violenza che si scatena contro le persone di diverso orientamento sessuale e anche contro le donne in Messico e in molte altre parti del mondo.

La creatura può essere considerata oscena?

La creatura può essere considerata grottesca e sconcia e non piacevole da guardare perché è questo il modo in cui molte persone vedono il sesso. Per questo forse in qualche modo se ne viene attratti, non lo so. La creatura riflette le pulsioni dei personaggi, cresciuti con preconcetti inculcati dalla chiesa, dalla società ecc. Per questo forse ha finito per essere realizzata così.

la-region-salvajeE’ stato difficile spiegare all’attrice come interagire con la creatura, specie nelle scene più spinte?

E’ stato molto complicato soprattutto dal punto di vista fisico, perché lei non è una ballerina, e a dire il vero non è nemmeno un’attrice, visto che è il suo primo film. La parte difficile è stata essere nudi sul set, è una cosa un po’ scomoda anche per me interagire con persone nude, quindi abbiamo girato la scena nel modo più facile e discreto possibile.

Ovviamente abbiamo girato il film senza alcun tipo di creatura [ride], ma ha richiesto molto lavoro far capire cosa stesse succedendo. Non ci sono stati comunque problemi con le attrici riguardo a nulla, sul piano morale o altro, sono state aperte, senza contare che non stavano davvero facendo nulla per davvero. Naturalmente ho dovuto spiegare cosa fosse e dove fosse, che sarebbe stato strano e così via, ma sono state contente di essere nel film.

Hai lavorato con attori e attrici non professionisti. Perché questa scelta?

Ho fatto dei casting per molti mesi, circa 8, in diversi posti in Messico, cercando anche attori professionisti, ma nessuno di loro mi ha ispirato. Di solito non sono molto sicuro di quello che sto cercando, per questo ci metto molto tempo, ma quando li trovo lo so. Il personaggio di Veronica [Simone Bucio] ad esempio l’ho trovato cercando su Facebook, non era un’amica o altro e peraltro non stava cercando di fare un film o voler fare l’attrice, al contrario degli altri tre protagonisti, che sono attori alle prime armi. Di solito parlo con gli attori dello script e delle varie difficoltà, e se sono d’accordo e capisco, iniziamo a girare.

region-salvaje-amatIncontrare la creatura per i personaggi è in qualche modo liberatorio ma anche pericoloso. Perché questa duplice natura?

E’ come la vita: è bella ma finisce, spesso molto male, quindi è così anche per questa creatura, e ha senso. La creatura è anche una sorta di test per i protagonisti, se lo passano diventano persone migliori, ma se falliscono la creatura le uccide praticamente. Mi è sembrato logico, tutto quello che dà piacere può anche dare grandi dispiaceri. Ad esempio, il personaggio di Angel è molto egoista.

Deve recitare un ruolo che non è il suo perché glielo impone la società, ma questa cosa lo rende molto arrabbiato, tratta male la moglie e lo rende un padre pessimo, ma allo stesso tempo deve soddisfare le sue pulsioni. In una società molto repressa che non permette di essere ciò che si è, questa violenza esplode. Il Messico è un posto dove le donne sono trattate molto male e vengono uccise, basta che guardate su Google. E’ un posto dove questa cosa ribolle sotto la superficie, alla luce del sole ma nascosta, quindi in qualche modo la risposta diventa questa creatura.

Visto che sei così attento alle vicende più ‘terrene’, come mai la prima sequenza è ambientata nello spazio?

Per me lo spazio siamo noi. Siamo tutti fatti di stelle, letteralmente. C’è qualcosa nel meteorite che si schianta all’inizio… non doveva essere qualcosa di magico o fantasy. Volevo far capire che c’è qualcosa là fuori, c’è vita oltre la Terra, e in qualche modo potrebbe succedere davvero. E’ per questo che la coppia nella baita si prende cura in qualche modo della creatura, perché sanno che se gli scienziati la scoprissero succederebbe qualcosa come in Arrival [ride].

la-region-salvaje-veneziaInserire un elemento ‘extraterrestre’ rappresenta una svolta per la tua cinematografia? 

Ho sentito il bisogno di andare da qualche altra parte dopo tre film molto attaccati alla realtà, ma sempre rimanendo nel mio territorio, senza andare a Hollywood. Volevo rimanere nel mio mondo ma sperimentare altro. Mi piacciono molti altri film e generi, gli horror e così via, e vorrei provarli con la stessa libertà che ho avuto nel mio paese, senza star e questo mi piace molto, il non dover realizzare prodotti per venderli per forza. Troppa pressione ancora prima che il film esca e con molte persone che ti dicono cosa fare. Meno sono i soldi, maggiore è la libertà.

Come pensi verrà accolto il tuo film in patria?

E’ molto difficile distribuire un film in qualsiasi paese. Il mio ultimo film, Heli, è stato accolto molto bene ed è stato capito, e penso che anche La Region Salvaje verrà capito in Messico, più che qui. A Venezia, e in Europa, non è facile rapportarsi agli argomenti trattati nel film per ragioni culturali. L’unità familiare per esempio è diversa. Spero vada bene, ho provato a realizzare una storia attraente, con elementi melodrammatici, qualcosa che possa catturare l’attenzione, anche attraverso la creatura.

Una curiosità finale: l’idea della forma della creatura e delle implicazioni sessuali ti è venuta magari perché sei un fan degli hentai giapponesi?

Sinceramente non ho mai sentito questa parola e non conosco questo genere.

Non ci resta che lasciarvi con il trailer di La Region Salvaje:

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