I diari del Lido: il Cineocchio a Venezia 73 – Giorno 11 – Vincitori, vinti e conclusioni
11/09/2016 news di Redazione Il Cineocchio
Nonostante i buoni propositi iniziali, a trionfare è sempre il film d'autore dalla durata improbabile che nessuno ha visto. Per il resto tutto come da nostre previsioni
La settantatreesima Mostra del Cinema di Venezia si è chiusa com’era cominciata: con una grande produzione hollywoodiana, volta ad attirare l’attenzione del grande pubblico. Al musical La La Land era stato concesso l’onore dell’inaugurazione, al remake de I Magnifici Sette quello della conclusione, con relativa ultima sfilata sul tappeto rosso. Tutto questo non si è in alcun modo riflettuto sulle scelte della Giuria, indirizzate dalla consueta volontà di premiare i film che si suole definire “da festival”. Il Leone d’Oro è stato infatti assegnato al film The Woman Who Left del filippino Lav Diaz.
In questi giorni non vi avevamo parlato di quest’opera per la semplice ragione che non ce la siamo proprio sentita di affrontare una proiezione di quasi quattro ore. Chi ha visto questo film, tratto da un testo minore di Lev Tolstòj, giura trattarsi di capolavoro e in fondo ci secca non avere nemmeno la possibilità di smentire costoro con cognizione di causa. Prendiamo dunque per buono il valore della scelta della Giuria, ma non sarà certo una sorpresa vederlo arrancare al botteghino: vi basti pensare che alla riproposizione del film, in omaggio alla sua vittoria, circa la metà del pubblico del Lido che aveva deciso di vederlo era già uscita dalla sala dopo le prime due ore. Rivolgiamo dunque un pensiero affettuoso a tutte le maschere di quella sala, che anziché andare a festeggiare la fine della Mostra dovranno tirare le ore piccole.
In un’ottica molto benevola, per spartire premi un po’ tra tutti, la Giuria ha poi optato per un clamoroso ex aequo quanto alla consegna dei Leoni d’Argento, che sono andati al russo Paradise di Andrej Končalovskij e al messicano La Region Salvaje di Amat Escalante (che siamo stati tra i pochi ad aver intervistato, tra pochi giorni sarà online la chiacchierata con il regista). Un altro Leone d’Argento è stato assegnato con il sottotitolo di Gran Premio della Giuria a Tom Ford per il suo Animali Notturni/Nocturnal Animals. Proprio a quest’ultimo, oltre che all’altro premiato Paradise, avevamo assegnato nei nostri pronostici della vigilia i due premi principali e quindi ci riteniamo piuttosto soddisfatti delle previsioni. Lo siamo totalmente, invece, per quanto riguarda i premi ai migliori attori che, come vi avevamo annunciato, sono stati assegnati a Oscar Martinez de El Ciudadano Illustre e a Emma Stone per la sua interpretazione in La La Land.
A bocca asciutta, in fondo giustamente, il cinema italiano: il contentino che avevamo immaginato avrebbe potuto ottenere con il Premio Speciale della Giuria (che invece è andato al per noi pure immeritevole The Bad Batch di Ana Lily Armirpour, indegna per essersi presentata in pantaloni corti e anfibi ad una serata di gala) gli è stato tributato con la vittoria del film Liberami di Federica Di Giacomo nella sezione Orizzonti. Un film che forse avrebbe meritato di concorrere nella sezione principale, al posto di uno qualsiasi (o anche di tutti) tra i tre italiani presentati. Siamo poi molto felici che sia stato assegnato il premio alla memoria di Marcello Mastroianni per il miglior giovane attore ad un’emozionatissima Paula Beer per la sua interpretazione del film Frantz, che a noi è piaciuto molto. Per quanto riguarda la sezione Classici Restaurati, ci piace poter dire che si è deciso di assegnare il riconoscimento a Marco Ferreri per il suo strampalato Break Up – L’uomo dei cinque palloni, di cui vi avevamo raccontato alcune curiosità in una delle precedenti puntate di questa rubrica. A ritirare il premio è stato Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna, autrice del restauro, che nel discorso di ringraziamento ha colto l’occasione per lanciare una frecciata alla Rai che, a suo dire, viene meno ai suoi doveri di servizio pubblico dal momento che non fa abbastanza per promuovere la conoscenza del cinema di qualità. Il tutto trasmesso in diretta su Rai Movie!
Così si è chiusa un’edizione piacevole della Mostra per quanto riguarda i film, ben dosati tra cinema d’autore e grandi produzioni, e un po’ meno ricca per quanto riguarda il contorno, soprattutto quello serale, che offre sempre meno. Sono lontani i fasti di qualche anno fa, quando, usciti dalle ultime proiezioni della sera, il Lido offriva svariate scelte di buona qualità tra feste in terrazza, locali in cui andare a bere qualcosa in tranquillità e discoteche sulla spiaggia. Oggi per tutto questo, a parte rare eccezioni, ci si deve spostare a Venezia: il Lido va a letto presto e ricorda la città descritta da Domenico Modugno nella canzone Vecchio Frac “E’ giunta mezzanotte, si spengono le luci, si spegne anche l’insegna di quell’ultimo caffè. Le strade son deserte, deserte e silenziose…”. Forse sono diminuiti gli sponsor, forse sono maggiori i timori in fatto di sicurezze, con blocchi al traffico e vigili che facevano aprire zaini e borsette e impedivano persino l’acceso in bicicletta all’ingresso del perimetro in cui si è svolta la Mostra. In ogni caso, noi ci siamo divertiti ad essere qui e a raccontarvi, di giorno in giorno quel che succedeva, nella speranza che anche voi non vi siate annoiati a leggere quel che abbiamo scritto in questa semiseria rubrica.
P.S. Nessuno di voi ci ha inviato la soluzione del gioco enigmistico che avevamo nascosto nell’ultima puntata. Ne siamo rimasti un po’ stupiti, dato che una frase era palesemente bizzarra e poco probabile da utilizzare tanto nel parlato quanto nello scritto e avrebbe quindi dovuto far sospettare qualcosa. Ci riferiamo all’espressione con cui abbiamo riferito che i tre film italiani presentati in Concorso (Spira Mirabilis, Piuma e Questi giorni) dopo aver suscitato grandi aspettative, avevano alla fine deluso. Abbiamo scritto “Grassi brusii, poi minimi per qualità”. Una frase costruita anagrammando i titoli dei tre suddetti film.
Siamo in partenza, a Venezia 74!
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