Voto: 6.5/10 Titolo originale: The First Omen , uscita: 03-04-2024. Budget: $30,000,000. Regista: Arkasha Stevenson.
Omen – L’Origine del Presagio: la recensione del film prequel di Arkasha Stevenson
04/04/2024 recensione film Omen - L’origine del presagio di William Maga
Nell Tiger Free è la protagonista di un insolito prodotto hollywoodiano che riesce con coraggio a far bella figura all'interno della storica saga
Essere suora in Omen – L’Origine del Presagio (The First Omen) è un po’ un’esperienza contrastante. Un minuto prima ti diverti a parlare in modo osceno con le altre consorelle mentre sbucci le patate, o salti sul trampolino fumando una sigaretta, e un minuto dopo sei al centro di una terrificante cospirazione che potrebbe cambiare il mondo così come lo conosciamo.
Prequel diretto del film originale di Richard Donner del 1976, Omen – L’Origine del Presagio è l’intrigante pezzo di nuova storia per un franchise horror piuttosto amato che è però anche un film a sé stante, e per di più intensamente femminile.
La regista Arkasha Steveson, che fa il suo debutto nel lungometraggio ma che ha ampi trascorsi in TV (Channel Zero, Legion e Al nuovo gusto di ciliegia), mostra nel suo stile registico un pizzico di autorialità indie. C’è del body horror d’autore all’interno di questo prodotto ‘seriale’ hollywoodiano che la indica come uno dei nomi tenere d’occhio in futuro. Purtroppo, la necessità del film di vivere all’interno dell’universo già esistente del Presagio gli impedisce di volare completamente libero.
Ambientato a Roma negli anni ’70, segue Margaret (Nell Tiger Free), una giovane donna che è stata mandata in un orfanotrofio conventuale per lavorare, vivere e infine “prendere il velo” (diventare una suora a tutti gli effetti). Roma è splendida e Margaret ne viene inizialmente sedotta, presentata alle suore dall’avventuroso cardinale Lawrence (Bill Nighy), che ha un rapporto stretto con lei.
Una volta lì, Maggie incontra la compagna di iniziazione Luz (Maria Caballero), un spirito libero, anch’essa in attesa di prendere il velo, e le ragazzine dell’orfanotrofio, tra cui l’adolescente problematica Carlita (Nicole Sorace). Qualcosa però non quadra e quando il misterioso padre Brennan (Ralph Ineson, che sostituisce il Patrick Trouton dell’originale) avverte Margaret di aver scoperto qualcosa di molto sinistro nell’orfanotrofio, la protagonista inizia a indagare.
In alcuni momenti Omen – L’Origine del Presagio si poggia necessariamente sugli stereotipi, ma a suo merito non perde tempo a giocare con il pubblico per capire se Margaret è pazza o meno, e quando rivelerà le sue carte. Al contrario, la trama si muove a ritmo serrato e, anche se non tutti i colpi di scena saranno una sorpresa incredibile, ci sono abbastanza chicche e rivelazioni extra da tenere gli spettatori sulle spine.
Come immaginabile ci sono molti riferimenti all’Omen originale, che a volte diventano financo fastidiosi. Il primo di questi riferimenti è un’abile manovra di depistaggio, ma le successive uccisioni in ‘omaggio’ non reggono del tutto alla prova della logica. Non siamo del tutto convinti che il peso della tradizione della saga calzi perfettamente qui, anche se siamo pronti a correggerci se un altro film dell’universo del Presagio verrà autorizzato: e c’è ampio spazio per altri seguiti. Nel frattempo, i personaggi che in seguito si riveleranno cruciali vengono ampliati nel tipico stile di un prequel.
Il film di Arkasha Stevenson è visivamente curato e a tratti pure estremo per un horror che arriva in sala. I prolungati primi piani del volto di Maria Caballero appaiono come dei sontuosi dipinti. Le scene delle suore che si prostrano euforiche sul pavimento della cappella non sarebbero state fuori luogo in Suspiria. I costumi di Paco Delgado, dalle vesti cerimoniali della Caballero agli abiti glamour degli anni ’70 che lei e Margaret indossano per l’ultima notte fuori casa prima di impegnare i loro corpi a essere nascosti per sempre, sono splendidi e diretti.
In effetti, l’attenzione ai dettagli nel ricreare l’estetica della Roma degli anni ’70 è piuttosto impressionante per un film americano di genere, con una sottotrama che riguarda gli studenti manifestanti che lottano contro lo status quo (che include la Chiesa), aggiungendo ulteriore agitazione alla città.
La religione si scontra con il secolarismo e la storia si scontra con la modernità in modi interessanti, costruendo la mitologia che verrà usato nel Presagio. I più moderni jumpscare non sono particolarmente originali, ma sono dovuti, mentre siamo felici di poter affermare che non viene trascorso troppo tempo a vagare per corridoi bui (anche se qualcuno c’è …).
E quando l’iconica musica fa il suo ingresso, come inevitabilmente accade a un certo punto, suscita un piccolo brivido nei fan. Il Diavolo ha sempre potuto contare sulle melodie migliori, dopotutto.
C’è quindi molto da apprezzare in Omen – L’Origine del Presagio, ed è certamente un film molto più interessante degli ultimi due Halloween di David Gordon Green o de L’esorcista – Il Credente (la recensione). Come anticipato, tuttavia, per certi versi è un po’ un peccato che si tratti di un film collegato a una nota saga.
Arkasha Stevenson si spinge a tratti oltre i limiti consentiti abitualmente con le sue immagini e sappiamo che ha lottato duramente per mantenere le due sequenze più scioccanti nel film, ma non si può fare a meno di chiedersi cosa avrebbe fatto con un margine di manovra molto più ampio, sprigionando la sua creatività senza dover annuire a uccisioni memorabili che già abbiamo visto. Comunque, c’è tempo per questo.
Un (bel) po’ al di sopra del sequel / prequel / spin-off hollywoodiano medio, Omen – L’Origine del Presagio non è certo perfetto, ma nelle sue due ore si impegna a fondo per rendere onore a un franchise ancora popolare. Resta un esordio coraggioso di un regista che ha chiaramente amore e rispetto per il genere horror, e questo probabilmente è il massimo della sovversività che si possa ottenere per un horror commerciale americano. Amen.
Di seguito trovate il trailer italiano di Omen – L’Origine del Presagio, nei nostri cinema dal 4 aprile:
© Riproduzione riservata