Titolo originale: Final Destination , uscita: 17-03-2000. Budget: $23,000,000. Regista: James Wong.
Jeffrey Reddick su Final Destination (2000): “Vi racconto lo script originale; una ghost story”
18/03/2020 news di Redazione Il Cineocchio
Lo sceneggiatore e creatore della saga horror, nel ventennale del primo film, ricorda come si è evoluta la storia, tra morti 'differenti' e omaggi a Paura nella città dei morti viventi
A pochi giorni dalla notizia che il sesto capitolo della saga è effettivamente in lavorazione, è arrivata online una lunga intervista ai creatori del primo storico film di Final Destination, tra cui lo sceneggiatore Jeffrey Reddick, il produttore Craig Perry e le star di Amanda Detmer e Kerr Smith.
I più preparati – e chi ci legge regolarmente – sapranno che il concept di Final Destination partì in origine da una sceneggiatura scritta da Jeffrey Reddick nei primi anni ’90 destinata a un episodio della serie X-Files, intitolato ‘Flight 180’. Tuttavia, lo sceneggiatore non inviò mai lo script a Chris Carter, scegliendo invece di sviluppare quell’idea per quello che sarebbe divenuto il film della New Line.
In ogni caso, Jeffrey Reddick si è particolarmente dilungato ora su come la prima bozza della sceneggiatura del film fosse differente dal prodotto finale arrivato al cinema. Il suo materiale venne infatti ritoccato da James Wong e Glen Morgan, che contribuirono alla ‘trasformazione’ di Final Destination:
Nella mia versione originale, dal momento che la Morte aveva fatto un casino la prima volta, non avrebbe potuto semplicemente uccidere la gente. Fondamentalmente sfruttava le loro più grandi paure e le spingeva al suicidio. Nella mia bozza di Final Destination, il migliore amico di Alex, Tod, allestiva un cappio nel suo garage. Era il figlio di un predicatore e aveva rubato alcune cose a suo padre. Avrebbe chiamato suo padre al telefono dell’automobile per dirgli che era dispiaciuto. Quando il papà tornava a casa e apriva il garage, lo avrebbe trovato impiccato.
Lo sceneggiatore prosegue, descrivendo le morti degli altri protagonisti:
Carter sarebbe saltato davanti a un treno della metropolitana, uccidendosi. Ci sono dei cenni di queste morti nel film. Nella sceneggiatura, era ancora uno stronzo, ma si sentiva davvero in colpa dopo la morte della sua ragazza. Vediamo quest’altro lato della sua personalità mentre è in lutto. Avevo scritto i personaggi di due sorelle, una che era rimasta sull’aereo e una che invece era scesa, che vennero trasformati in due fratelli [Tod e suo fratello].
La sorella morta nell’incidente aereo era una studentessa modello. L’altra era quella che si metteva sempre nei guai. Sua sorella iniziava a perseguitarla, e così lei cominciava a vestirsi come sua sorella e ad agire come lei. Quando capiva di non poter essere sua sorella, si dava fuoco.
E ancora:
C’era un altro personaggio che aveva tentato il suicidio prima dell’incidente aereo. Lei iniziava ad essere perseguitata da tutti quelli che erano morti prima di lei. E finiva per uccidersi. Terri frequentava Carter, ma poiché lui le chiedeva così tanto, lei era bulimica. Moriva prima nella mia bozza di Final Destination e poi Carter veniva perseguitato da lei. Si presenta e lo tormentava in una stazione della metropolitana, dicendo: “Lo sai cosa ho fatto per apparire così bella per te?” E cominciava a vomitare il suo intestino, un omaggio a Paura nella città dei morti viventi di Lucio Fulci. Ciò spingeva Carter a saltare davanti al treno.
Per quanto riguarda il finale originale:
Il finale vedeva Clear che ritornava sul luogo dell’incidente e riviveva il disastro aereo. Era lì in piedi e l’aereo si schiantava letteralmente sopra di lei. Tutti i suoi amici morti apparivano intorno a lei. Aveva una pistola e la morte la stava praticamente tormentando per spingerla a uccidersi.
Poi, si rendeva conto di essere incinta, quindi la Morte non avrebbe potuto prenderla, perché dentro di lei c’era una vita innocente. Il finale originale vedeva Clear nella sala parto, con il bambino in arrivo. Pensi allora che sia tutto a posto, ma tutte le luci si spengono. Una figura scura entra nella sala parto e ti rendi conto che ora che il bambino è nato, lei è spacciata. Alex è l’unico rimasto.
Jeffrey Reddick ha quindi concluso:
Andarono a proporre questa bozza di Final Destination a Clive Barker, ma lui passò la mano.
James Wong e Glen Morgan salirono così a bordo del progetto, che è esattamente quando il “sadico disegno della Morte” prese forma. Invece di spingere i personaggi al suicidio in quella che sarebbe stata una sorta di storia di fantasmi, l’ineluttabile forza invisibile li avrebbe semplicemente uccisi brutalmente in modi creativi.
Per chi volesse leggere il trattamento originale per Flight 180 di Jeffrey Reddick, ora la trovate online nella sua interezza.
Di seguito trovate la scena con la morte del treno dal primo Final Destination:
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Fonte: CofS