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Joe Dante: “Vi dico perché non lavoro più e nemmeno la Blumhouse mi cerca”

24/06/2019 news di Redazione Il Cineocchio

Il regista 72enne ha amaramente spiegato come mai oggi nessuno gli offra più la possibilità di girare un film

joe dante intervista

Amatissimo da chi è cresciuto negli anni ’80 coi suoi sagaci film di stampo fanta-horror, dai Gremlins a L’ululato, passando per Explorers e Salto nel buio, negli ultimi 10 anni il 72enne Joe Dante ha diretto solamente due lungometraggi, The Hole del 2009 e Burying the Ex del 2014, quest’ultimo peraltro ancora inedito in Italia sul mercato home video.

Il regista ha comunque diretto recentemente almeno un segmento del film antologico Nightmare Cinema (la nostra recensione in anteprima) e, proprio durante il tour di presentazione alla stampa nordamericano, ha rilasciato un’intervista, affrontando apertamente lo spinoso argomento del perché né lui, né tanto meno altri Masters of Horror del calibro di John Carpenter, John Landis o Dario Argento, abbiano oggi vita facile a far decollare un nuovo progetto. Queste le parole di Joe Dante:

Joe Dante in Gremlins (1984)Beh, potreste aver fatto caso che questi Maestri dell’horror siano tutti al di sopra di una certà soglia di età, il che li rende, di fatto, meno attraenti di un regista più giovane. Non è una considerazione legata soltanto a questo business, ma ad ogni settore. Potresti pur essere un grande giocatore di baseball, ma una volta arrivato al punto in cui non puoi lanciare una palla a quella velocità, sarai tenuto in panchina.

L’intervistatore fa quindi notare al regista che la Blumhouse Productions di Jason Blum negli ultimi anni ha lanciato con successo molti film horror e quindi potrebbe investire anche in lungometraggi dal budget contenuto affidandoli ad alcune ‘vecchie glorie’ molto amate dai fan del cinema del terrore, come accaduto ad esempio nel 2014 con Joe Johnston (Senza Uscita) e nel 2012 con Barry Levinson (The Bay).

Joe Dante, facendo notare che nessuno dei due film è stato poi effettivamente distribuito al cinema negli Stati Uniti, ha commentato amaramente:

Beh, la Blumhouse realizza più film di quanti abbiano in programma poi di distribuire effettivamente. Questa è la verità. È così. Leggendariamente, hanno un numero di pellicole nei cassetti che non hanno ritenuto valesse la pena di essere distribuiti al cinema, sebbene fossero stati girati. E continuano a produrne molte. La Miramax era solita fare la stessa cosa, produceva più film di quanti ne potessero distribuire, quindi li avrebbero semplicemente parcheggiati lì e in metà dei casi nessuno li avrebbe visti.

È una strategia di business, e se funziona per loro – e ovviamente funziona -, resteranno sulla cresta dell’onda e immagino che quello che non vogliano fare è spendersi il mio nome per un film che ritengono non funzionerà al botteghino. E così, il mio progetto finisce in un cassetto. E, prima o poi, tutti questi titoli accantonati verranno poi distribuiti irettamete in streaming.

Parole che fanno male agli appassionati, ma sappiamo bene come a Hollywood il denaro venga prima dei sentimenti.

In attesa di capire se primo o poi qualcuno distribuirà anche in Italia Nightmare Cinema, di seguito trovate il trailer internazionale di Burying the Ex:

Fonte: CS.net