Voto: 7/10 Titolo originale: किल , uscita: 03-07-2024. Budget: $4,800,000. Regista: Nikhil Nagesh Bhat.
Kill (2023): la recensione del film action indiano sul treno di Nikhil Nagesh Bhat
21/12/2024 recensione film Kill di Gioia Majuna
Il regista torna sulle scene con un'opera che combina violenza estrema e romanticismo epico
Diretto da Nikhil Nagesh Bhat, l’action Kill non è quello a cui gli occidentali sono abituati quando si parla di film indiani. Niente gioiose ‘pause’ con danze Bollywoodiane — questo non è affatto il nuovo RRR. Selvaggiamente sublime, Kill ha infatti più in comune con la brutale ferocia tutta indonesiana di titoli come La Notte su di Noi o The Raid.
Kill ne riprende la violenza scatenata, che sgorga come un fiume zampillante di sangue da numerose ferite da coltello. È The Raid a bordo di un treno, senza compromessi, pronto a entrare nelle classifiche personali degli appassionati del genere.
Come ogni spettacolo di ossa spezzate che si rispetti, Kill si fonda su una storia d’amore proibita. Il Capitano della Guardia Nazionale Amrit (Laksh Lalwani) sale su un treno pubblico diretto a Nuova Delhi per sposare il suo amore segreto. Tuttavia, il viaggio si trasforma presto in un incubo quando la loro locomotiva viene presa d’assalto da una banda di fuorilegge.
Il loro spietato leader, Fani (Raghav Juyal), minaccia proprio la donna amata da Amrit, Tulika (Tanya Maniktala), costringendo il ‘supersoldato’ a intraprendere una rischiosa e imprevista missione per salvarla. Le probabilità non sono decisamente a favore di Amrit, con oltre trenta delinquenti stipati nei vagoni del treno, ma ben presto capiranno di aver scelto il convoglio sbagliato.
Dove Kill inizia – e finisce – è un vortice di emozioni e di azione, partendo da interruzioni ai limiti della commedia romantica per un fidanzamento forzato e culminando in un conteggio di cadaveri memorabile.
Per quanto le sequenze di combattimento corpo a corpo diventino implacabili e spietate, Amrit è spinto dalle emozioni più ardenti e appassionate. Ogni suo gesto è motivato dall’amore per Tulika, rendendo giustificabile il massacro che intraprende in nome di una ‘giustizia cavalleresca’.
Questi momenti sentimentali non risultano mai banali — sono in linea con l’estetica del cinema indiano, che celebra un amore in grado di affrontare ogni ostacolo per difendere l’onore di una donna. C’è una dolcezza di fondo che spiega perché inizialmente Amrit non infligga colpi mortali, seguita da una furia eccezionale dopo che il titolo Kill fa la sua apparizione sullo schermo e quasi a metà del film.
Le coreografie fluttuano come farfalle, mentre l’assalto creativo di gore assicura che nessuna scena di lotta sembri ripetitiva. Ogni morte offre così una nuova visione di devastazione corporea, dai coltelli conficcati nelle gole alle più inquietanti fratture cervicali a memoria recente.
Laksh Lalwani è una potenza: si trasforma in una sorta di Terminator alimentato dall’affetto, incarnando l’eroe muscoloso per cui non possiamo fare a meno di tifare. Molto di Kill andrebbe vissuto senza spoiler, perché è uno spettacolo di caos rissoso ed effetti visivi di primo livello. Coltelli, estintori, tavoli pieghevoli: qualsiasi oggetto nelle vicinanze diventa un’arma letale nelle mani di Amrit.
I film di combattimenti corpo a corpo possono essere più di una semplice raffica di pugni e ossa rotte, e Kill lo dimostra. Una colonna sonora impeccabile sovrappone il clic di un fucile automatico al grido di guerra di guerrieri primitivi, iniettando energia selvaggia in ogni scena. Raghav Juyal interpreta un villain in stile anni ’80, con battute esagerate che lo rendono il massimo dell’antagonismo, arrivando persino a prendere in giro Spider-Man.
Kill richiama poi la mappatura geografica degli scontri vista nel coreano Train to Busan, con corpi malmenati che volano tra i civili terrorizzati nelle cabine del treno, aumentando la tensione claustrofobica delle sequenze di combattimento. Bhat non smette mai di andare oltre, e il pubblico alla fine è il grande vincitore.
Insomma, Kill è un action-thriller riuscitissimo, che spinge sempre forte sul pedale della velocità. Il regista sfrutta ogni scena al massimo, evitando la monotonia dei classici schemi ‘azione-schivata-ripetizione’. Siamo davanti a un pacchetto completo, capace di generare empatia per gli eroi e i villain, i cui ruoli spesso si confondono, mentre dimostra una perizia tecnica rara.
Bhat pesca dal fenomeno culturale delle rapine sui treni indiani e lo trasforma in un’esperienza cinematografica esaltante, arricchita da omaggi ai cliché del cinema d’azione dagli anni ’80 ai 2010. Un’opera che non smette mai di alzare la posta sul tavola fino al colpo finale. Un combattimento adrenalinico destinato a rimanere negli annali, che non può non lasciare con l’acquolina in bocca per il prossimo progetto del regista.
Di seguito trovate il full trailer internazionale di Kill:
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