Proviamo a capire perchè i minuti conclusivi del film in costume con Emma Stone, Rachel Weisz e Olivia Colman siano tanto concreti quanto deprimenti e sconfortanti
Se avete visto The Favourite – La Favorita (la nostra recensione da Venezia 75), probabilmente sarete rimasti pensierosi per qualche minuto dopo l’inquietante e bizzarra scena finale – dopotutto, non sarebbe un ‘tipico’ film di Yorgos Lanthimos se si uscisse dalla sala senza sentirsi un po’ confusi e depressi. A differenza delle sue opere precedenti però, questa presenta una delle conclusioni più concrete, che tuttavia è ugualmente sconfortante.
Chi ha già familiarità con lui, sa che il regista greco è solito scrivere finali spiazzanti e che non incontreranno il favore di tutti, come quelli di Dogtooth (Kynodontas) o di The Lobster, oppure disturbanti come quello di Il sacrificio del cervo sacro (The Killing of a Sacred Deer). Eppure la conclusione di La Favorita è diversa, affermandosi come la sua più completa e ben architettata. Sebbene sia, naturalmente, ancora ambigua. È anche una delle più crudeli, ma non nel senso più brutale e primitivo del termine, quanto per il riferimento alla spietatezza del destino che punisce i nostri sogni. Un senso di tristezza e amarezza che cresce lentamente e non se ne va più.
Soffermandoci quindi sui minuti finali del film, che forse richiedono una spiegazione più precisa, la regina Anna vede finalmente Abigail per quello che è sempre stata, un’arrivista sadica ed egoista. Assaporando i lussi della sua nuova vita come ‘la favorita’ della sovrana, un lieve sorriso malato le attraversa il viso e calpesta con lo stivale uno degli amati coniglietti di Anne. È pura, genuina crudeltà. Il coniglio grida e urina sul pavimento, mentre Abigail continua a schiacciarlo, ridacchiando tra sé e sé. Ma il pianto degli animaletti indifesi attirano l’attenzione di Anna, che comprende come la sua “amica” sia un mostro a tutti gli effetti.
Si tratta di un momento strano per porre fine a La Favorita, e come in precedenza, c’è un momento di panico quando si realizza che il film terminerà proprio in questo modo, poco prima che i titoli di coda effettivamente partano. Come detto, diversamente da The Lobster o Il Sacrificio del Cervo Sacro, il finale è tuttavia piuttosto esplicito e chiaro. Tutte e tre le donne sono ora bloccate nel loro personale inferno.
Abigail, che è sfuggita a un matrimonio orribile e una vita di sottomissione sessuale è adesso schiava di un altro padrone. Potrebbe pure non essere più in mezzo ai maniaci e non dovrà guardare uomini indesiderati mentre si masturbano guardandola, ma la sua vita nel lusso dipende dal favore della regina e rimane così intrappolata nella sottomissione; ancora rinchiusa nel suo labirinto di servitù sessuale.
Per quanto riguarda infine Anna, la sua salute sta rapidamente degenerando ed è più o meno indifesa senza le severe missive di Sarah da seguire. Sarah era severa, ma sempre con amore. Non avrebbe lasciato che la regina mangiasse dei dolci, per paura che le facessero male allo stomaco. Lasciata a sé stessa, Anna si abbandona così a una torta, vomitando tra un morso e l’altro. Lasciata alle cure di Aibigail, la regina chiede cosa succederebbe se si addormentasse nel suo bagno di fango e scivolasse al di sotto della superficie. “Immagina che sia cioccolata calda”, le risponde Abigail. Stare con Abigail significa affogare e soffocare nelle tue indulgenze. Senza Sarah che si prenda cura di lei, Anna resta davvero senza nessuno che la ami, solamente i suoi conigli – le controfigure della sua vera felicità – e la manifestazione stessa del suo trauma e del dolore prende allora il controllo dello schermo, fino a quando si moltiplicano e sono tutto ciò che rimane.
Di seguito il full trailer italiano di La Favorita, nei nostri cinema dal 24 gennaio: