Voto: 5/10 Titolo originale: The Pope's Exorcist , uscita: 05-04-2023. Budget: $18,000,000. Regista: Julius Avery.
L’Esorcista del Papa: la recensione del film horror di Julius Avery
13/04/2023 recensione film L'esorcista del Papa di Marco Tedesco
Russell Crowe è il dignitoso protagonista di un'opera quasi interessante nelle premesse ma sviluppata nel peggior modo hollywoodiano possibile
Il tempo (o un’autobiografia …) rivelerà perché partecipare a L’esorcista del Papa (The Pope exorcist) sia sembrata una buona idea al premio Oscar Russell Crowe. Sembra quasi di rivedere Richard Burton – un uomo notoriamente con molte bollette da pagare sul groppone – lanciarsi in L’Esorcista II: L’eretico nel 1977, ma con un destino ancora più evidentemente segnato in partenza.
Apparentemente basato sulle memorie del vero esorcista del Vaticano Padre Gabriele Amorth, il film pesca senza nasconderlo troppo dall’irraggiungibile L’esorcista di William Friedkin, ibridandolo con una serie di titoli riconducibili al sottogenere degli anni ’70 / inizio anni ’80 come Poltergeist ed Amityville Horror, e infine cospargendo il tutto di pressapochismo hollywoodiano, esaltato dall’incongrua ‘sostituzione’ con l’Irlanda (e le sue gentili detrazioni fiscali …) delle location italiane e spagnole.
Il nome di Crowe ha certamente ancora un certo prestigio, anche dopo la sua ridicola interpretazione di Zeus nell’ultimo film di Thor, e l’attore 59enne entra in piena modalità Orson Welles nella storica pubblicità dello sherry Domecq, strizzandosi nella tonaca e viaggiando sulla sua Vespa da “Roma” alla “Castiglia” senza batter ciglio.
Non è chiaro il budget (non dovrebbe essere altissimo, anzi, quindi potrebbero facilmente arrivare dei ricavi), ma pare che il film diretto da Julius Avery (Overlord), alla cui sceneggiatura hanno partecipato addirittura in cinque, sia stato pensato alla Screen Gems come il potenziale apripista di un lungo franchise.
Costruito cucendo insieme parti di opere migliori (cita pure Nightmare e Constantine), l’unica ancora di salvezza di L’esorcista del Papa è allora proprio Russell Crowe che, nonostante il materiale affidatogli, resta una presenza significativa sullo schermo e si impegna nel non rendere particolarmente ridicoli alcuni dialoghi ai limiti della scomunica.
Peggio ancora, l’allegro Padre Amorth si lascia andare a qualche tic umoristico e a qualche battuta bonaria quando assume come apprendista un giovane prelato spagnolo interpretato da Daniel Zovatto (It follows) dopo che uno degli ex angeli caduti di Lucifero decide di possedere un giovanotto americano che si è appena trasferito in un set / abbazia infestato nella “Castiglia” di metà anni ’80.
Dopo un prologo che coinvolge la possessione di un maiale a Tropea, L’esorcista del Papa si sposta a Roma, o, almeno, alle riprese con il drone della Santa Sede. Non tutti in Vaticano sono però dalla parte di Padre Amorth e della sua ferma convinzione che il Male esista, e tutti quanti si accalcano dietro un piccolo tavolo all’interno di una piccola sala conferenze per minacciare questo impertinente prelatuzzo di comportarsi bene in futuro.
Il Papa, interpretato da Franco Nero, è invece confinato in un’unica cappella, mentre manda Padre Amorth all’inseguimento del Diavolo. Nel 1987, anno in cui è ambientato il film, lo spazio in Vaticano era chiaramente limitato. Cosa dire poi dell’Abbazia di San Sebastiano in Castiglia? Sembra un avanzo di set rimasto lì dall’ultimo film della Mummia con Tom Cruise.
Una madre americana da poco vedova (Alex Essoe) e con due figli adolescenti a carico si reca nell’abbazia lasciatale dal marito per rimetterla a posto e poi venderla, ma risveglia suo malgrado alcune potenti forze maligne che a malapena erano state contenute nelle sue viscere che risalgono – ebbene si – ai tempi dell’Inquisizione.
Ben presto, il figlio minore traumatizzato (Peter DeSouza-Feighoney) inizia a parlare con la tipica voce cavernosa, lamentandosi del fatto che lei non lo abbia allattato al seno. “Morirete tutti!“, è il suo ritornello. Senza gettargli addosso nessuna particolare croce (ah ah ah …), la sua possessione, effetti compresi, è assolutamente nella media delle centinaia che l’hanno preceduta. Linda Blair resta inarrivabile ancora oggi, dopo cinquant’anni.
Tra i lati positivi ci sono invece la colonna sonora di Jed Kurzel, che serpeggia intimidatoria lungo i 100 minuti di L’Esorcista del Papa, la Long Library del Trinity College di Dublino, uno dei luoghi storici più identificabili d’Irlanda, che ha l’aspetto che dovrebbe avere la mitica Biblioteca Vaticana (o forse no, non lo sapremo mai) e il già menzionato Russell Crowe, che ne esce in qualche modo con un bell’assegno in tasca e la reputazione quasi intatta.
Detto ciò, L’Esorcista del Papa era stato annunciato nel 2020, e si può solo supporre che la produzione abbia dovuto affrontare le conseguenze del Covid, anche se i problemi principali risiedono evidentemente nella sua sceneggiatura. Il fatto che tutte le persone coinvolte abbiano pensato che sviluppare in questo modo i libri scritti da Padre Amorth fosse una grande idea, tuttavia, è in qualche modo molto più terrificante di tutto quello che si vede sullo schermo. Stupirsi è umano, stupirsi ancora dopo innumerevoli prodotti simili è diabolico.
Di seguito trovate il trailer italiano di L’Esorcista del Papa, nei nostri cinema dal 13 aprile:
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