Voto: 6.5/10 Titolo originale: Lucky , uscita: 16-03-2020. Regista: Natasha Kermani.
Lucky: la recensione del film horror – con loop – di Natasha Kermani
08/03/2023 recensione film Lucky di Gioia Majuna
Brea Grant è la protagonista di un'opera che affronta un tema molto delicato in modo insolito ma efficace, mescolando grottesco e terrore
May ha un problema. Ogni notte, un uomo senza volto viene a casa sua e cerca di uccidere lei e suo marito. Ogni notte, lottano con l’intruso, lo uccidono, aspettano che il corpo scompaia, chiamano la polizia e fanno colazione. Quando la donna chiede al coniuge cosa stia succedendo, la sua risposta è semplice: quello è l’uomo che viene a ucciderli ogni notte. Ogni santa notte loro lo ammazzano e ogni santa notte lui ritorna, implacabilmente. È solo un problemuccio con cui ora hanno a che fare, lui spiega.
Il fatto che appaia così ‘normale’, come se si stesse ricordando di aggiungere il latte alla lista della spesa, è un indicatore della situazione tranquillamente bizzarra in cui si trova May, interpretata da Brea Grant (Cuori Strappati). L’azzimato assassino (Hunter C. Smith) autore della reiterata home invasion è ‘solamente’ un altro degli aspetti della vita con cui ha a che fare.
Anche se è soprattutto May ad affrontarlo, si riversa nella vita di tutti gli altri e alla coppia va bene, perché fa tutto parte di quello che le è successo, quello di cui non si parla perché sono affari privati di May e di cui lei non è assolutamente interessata a parlare.
Lucky non è semplicemente un film del filone rape & revenge. È una brutale e brillante confutazione dell’idea di violenza come catarsi. È probabilmente più vicino al primo, disturbante punto di riferimento del genere, L’ultima casa a sinistra, perché non parla di trovare una soluzione a un bel nulla.
Così come Wes Craven terminava il suo film del 1972 con nient’altro che un mucchio di cadaveri e due genitori disperati e distrutti, Lucky non lascia che il pubblico si liberi facilmente di quanto vede accadere sullo schermo.
Brea Grant (che ha scritto anche la sceneggiatura) e la regista Natasha Kermani non si sono limitate a creare un potente strumento per spiegare alle donne cosa significhi continuare a tirare avanti con la minaccia perpetua della violenza maschile: Lucky è uno sguardo avvincente, scioccante, allucinante e astuto su cosa significhi vivere con un complesso PTSD, raccontato attraverso una storia che è tanto satira sorniona quanto audace metafora.
Nella sua opera seconda, Natasha Kermani trova un bilanciamento tra l’indubbia paura e un livello di comicità assurda e quasi kafkiana. La sensazione di ‘stranezza’ è rafforzata dalla colonna sonora di Jeremy Zuckerman e Michelle Vezilj, un brusio dissonante che sembra portarci all’interno di un esperimento di Laurie Anderson.
Lucky ha fatto la scelta giusta affidando a Brea Grant il ruolo di protagonista della sua stessa sceneggiatura. È stata ispirata dai personali e molto reali problemi con uno stalker, ma ha colto l’universalità dell’esperienza e anche il fatto che May è completamente sola.
Inoltre, senza che la soluzione a buon mercato dell’uccisione del cattivo abbia alcun concreto impatto, Lucky è in grado di sferrare un pugno allo stomaco alla risoluzione finale.
Diciamolo, May non è un personaggio destinato a conquistare il pubblico. Alcune delle sue azioni sono, in superficie, profondamente fuori luogo e c’è una deliberata dissonanza cognitiva tra il suo lavoro diurno di autrice di libri di auto-aiuto e il suo persistente pericolo notturno.
Tuttavia, invece di giustificare la sua reazione, Brea Grant lancia una sfida allo spettatore, chiedendogli se lui sappia fare di meglio.
Di seguito trovate il trailer internazionale di Lucky:
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