Voto: 6/10 Titolo originale: Malignant , uscita: 01-09-2021. Budget: $40,000,000. Regista: James Wan.
Malignant: la recensione del film di mostri di James Wan
10/09/2021 recensione film Malignant di Marco Tedesco
Annabelle Wallis è la protagonista di una storia macabra e imperfetta, che diverte per i primi due atti e dimostra come il regista sia ancora capace di creare nuovi e oscuri incubi visivi
Il regista, sceneggiatore e produttore James Wan è forse il nome di maggior successo commerciale e il più influente all’interno del panorama horror americano degli ultimi 20 anni. La sua produzione relativamente piccola di film a budget moderato – ma innegabilmente efficaci, come Saw, Insidious e The Conjuring, ha lanciato (o rinvigorito) i relativi sottogeneri di appartenenza, con quest’ultimo che ha persino generato un intero universo cinematografico. Quindi, i fan del 44enne possono essere scusati per essersi lamentati della sua assenza dietro alla mdp (anche se ha continuato a produrre senza sosta) negli ultimi anni mentre lavorava alla serie di Fast and Furious e ad Aquaman.
Ora, James Wan è finalmente tornato alle sue radici con Malignant, che non è solo il primo horror che ha personalmente diretto dai tempi di The Conjuring – Il caso Enfield del 2016, ma anche la sua prima storia completamente nuova e originale da quando L’evocazione ha debuttato nel 2013.
E mentre il film contiene – prevedibilmente – un buon numero di marchi di fabbrica waniani – come un sound design e musiche incredibili, oltre all’uso soffocante dello spazio negativo che lascia il posto a shock improvvisi – Malignant è anche una bestia differente rispetto al distorto procedurale guidato dalle torture di Saw, alle oscure fantasie di Insidious e alla spiritualità fantasmatica dei Conjuring. Malignant è, soprattutto, un monster movie.
Questo comunque non vuol dire che abbia del tutto successo in ciò che James Wan si è proposto di realizzare, ma Malignant è diverso e, almeno fino a un certo punto, abbastanza veloce nel ritmo da convincerci a sorvolare su alcuni sviluppi di script sempre più stupidi.
È soltanto quando l’inevitabile colpo di scena viene completamente rivelata e tutte le carte sono disposte sul tavolo che Malignant vacilla davvero. Il film non è inoltre aiutato da una blanda prova della sua star Annabelle Wallis (La Mummia), che semplicemente non ha la presenza scenica necessaria per portare avanti questa storia e le sue bizzarre svolte da sola.
Malignant si apre in un laboratorio, che in un film come questo significa una stanza medica degli orrori. Un team di dottori sta lavorando febbrilmente per impedire il risveglio di qualcuno – o qualcosa – chiamato Gabriel, che anche se non visto genera quel tipo di suoni che ti riempiono istantaneamente di terrore. Mentre la scena procede e il sangue e il caos iniziano a scorrere sullo schermo, il capo dello staff proclama con aria di sfida alla telecamera: “È il momento di estirpare il cancro“.
Cosa significa? Non lo sappiamo, ma saltiamo in avanti negli anni per incontrare Madison (Wallis), una giovane donna incinta il cui marito violento viene ucciso in una bizzarra home invasion che costa anche a Madison la vita del suo bambino e la lascia estremamente traumatizzata. Mentre lei cerca di riprendersi con l’aiuto di sua sorella Sydney (Maddie Hasson) e i detective sul caso (George Young e Michole Briana White) infilano un vicolo cieco dietro l’altro, Madison sperimenta un legame psichico con l’assassino, poiché quest’ultimo uccide ancora e ancora, con tutte le vittime che condividono una connessione sepolta da tempo.
Questo è il punto da cui non possiamo addentrarci oltre per evitare spoiler. Pur avendo qualche sospetto in merito, il twist di Malignant si presenta ugualmente abbastanza audace e scioccante da dover essere assaporato alle sue condizioni.
La combinazione di questa raccapricciante svolta di eventi, in un film che è già piuttosto macabro (è stato anche classificato Rated R), e l’energia selvaggia che James Wan imprime alla prima metà, rendono Malignant uno spettacolo scioccante, un tipico B-movie con una poderosa minaccia al centro immerso in un’atmosfera decisamente anni ’80. Gli elementi del body horror e del Giallo di quell’epoca (caratterizzata dagli audaci lavori di registi come David Cronenberg e Dario Argento, ma pure dal Romero di La metà oscura) sono evidenti anche nella struttura narrativa e nei concetti stravaganti che James Wan si diverte a dispiegare.
Una volta che il grande segreto è stato svelato, tuttavia, Malignant non va da nessun’altra parte per la sua ultima eccentrica mezz’ora circa. James Wan usa tutte le sue abilità per estorcere dosi di suspense, terrore e orrore dal suo film, riuscendoci per la maggior parte della sua durata (100 minuti), ma sembra che nessuno abbia davvero pensato molto a ciò che doveva accadere dopo il grande shock.
Le migliori interpretazioni sono offerte da Maddie Hasson (Impulse), che genera calore e lealtà verso sua sorella anche in circostanze sempre più spaventose (sebbene la sua grande scena in solitaria sia un cliché), e da George Young (In the room), il cui percorso dallo scetticismo alla ‘fede’ nei panni del Detective Shaw è sia logico che ben interpretato. Vorremmo invece poter dire lo stesso di Michole Briana White (Spell) come partner di Shaw, Regina Moss, il cui ostinato rifiuto di credere ai propri occhi alla fine diventa solo sciocco.
In definitiva, nonostante il suo cast imperfetto e una struttura narrativa traballante, Malignant è divertente per un bel po’. Lo abbiamo definitivo un ‘film di mostri’ ed è quello che sostanzialmente è, e c’è qualcosa di piacevolmente semplice in questo. Potrebbe non raggiungere il podio dei migliori sforzi di James Wan, ma ribadisce che il regista ama ancora il genere, anche quando maneggia stereotipi diversi rispetto a prima.
Di seguito il trailer italiano di Malignant, nei nostri cinema dal 2 settembre:
© Riproduzione riservata