James Bond: Martin Campbell dà a Villeneuve qualche consiglio per il nuovo film
25/11/2025 news di Stella Delmattino
Il regista sa bene come girare uno 007 di successo

I fan di James Bond si preparano a un cambiamento epocale: gli Amazon MGM Studios ha preso in mano la saga di 007 e Denis Villeneuve dirigerà il prossimo capitolo. Una nuova era per uno dei personaggi più iconici del cinema, che nel corso dei decenni ha saputo reinventarsi più volte senza mai perdere la propria identità.
Pochi registi conoscono questo processo meglio di Martin Campbell, l’uomo che ha dato il via sia all’era di Pierce Brosnan con GoldenEye sia a quella di Daniel Craig con Casino Royale. Due film che hanno ridefinito il mito di Bond, restando fedeli alla sua essenza. Ed è proprio Campbell, voce autorevole della saga, a lanciare un consiglio diretto a Villeneuve e ai nuovi produttori di Bond 26:
“Non aggiustate ciò che non è rotto,” ha dichiarato a Goldderby. “Non serve un reboot. Serve solo un film di James Bond dannatamente buono.”
Un messaggio chiaro: la forza di 007 sta nella sua formula classica, e cambiare troppo rischia di snaturarlo. Campbell ha ricordato come GoldenEye e Casino Royale funzionino ancora oggi proprio perché non hanno stravolto il personaggio, ma lo hanno aggiornato con rispetto.
“Se distribuissero GoldenEye o Casino Royale la prossima settimana,” spiega, “sarebbero ancora efficaci. Quindi, non fate cazzate semplicemente.”
Secondo il regista, il segreto è non inseguire le mode o l’innovazione a ogni costo, ma mantenere intatto il cuore del personaggio, lasciando che sia il mondo attuale – con le sue tensioni e contraddizioni – a fornire nuova linfa narrativa.
Negli anni ’90, GoldenEye aveva rinfrescato il mito di Bond in chiave moderna, dopo la fine della Guerra Fredda. Poi Casino Royale nel 2006 lo aveva ricostruito dalle fondamenta, restituendo umanità e spessore emotivo a un eroe spesso considerato solo una macchina perfetta. Entrambi i film, pur segnando rotture importanti, hanno saputo rispettare lo spirito di Ian Fleming: eleganza, ironia, azione precisa e un protagonista capace di riflettere il proprio tempo senza perdere fascino.
Campbell attribuisce la longevità dei suoi Bond alla fedeltà ai tratti essenziali del personaggio. “Bond non aveva bisogno di essere riscritto,” spiega, “ma di essere riportato all’essenziale. L’azione doveva sembrare reale, l’umorismo naturale, il tono coerente con il mondo di oggi, ma senza dimenticare chi è 007.”
Con No Time to Die che ha chiuso l’arco narrativo di Craig, il nuovo decennio apre possibilità inedite. “Il mondo di oggi,” osserva Campbell, “offre terreno fertile per Bond: politica globale instabile, cyber-guerra, sfiducia nelle istituzioni. È un ambiente perfetto per farlo tornare più attuale che mai.”
Con Denis Villeneuve alla regia e produttori come Amy Pascal e David Heyman al fianco di Amazon MGM Studios, Bond 26 nasce già come un grande rilancio. Ma la sfida sarà trovare l’equilibrio tra innovazione e tradizione, evitando di trasformare la saga in qualcosa di irriconoscibile.
Campbell conclude con un ultimo avvertimento:
“Spero solo che non rompano ciò che non è rotto.”
Villeneuve ha certamente il talento per portare James Bond nel futuro, ma ora tocca a lui dimostrare se saprà onorare l’eredità di un personaggio immortale o se cercherà di riscriverlo a tutti i costi. I fan, intanto, aspettano con ansia di scoprire quale volto avrà il nuovo 007.
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