Voto: 5/10 Titolo originale: Mickey 17 , uscita: 28-02-2025. Budget: $118,000,000. Regista: Bong Joon Ho.
Mickey 17: la recensione del sarcastico film coi cloni di Bong Joon-ho
05/03/2025 recensione film Mickey 17 di William Maga
Robert Pattinson e Mark Ruffalo sono al centro di un fanta-thriller molto meno graffiante di quello che dovrebbe essere

Che Mark Ruffalo stia davvero imitando Donald Trump? Nei primi minuti di Mickey 17 di Bong Joon-ho (Parasite), l’attore entra in scena con un blazer di velluto, accompagnato dalla moglie Ylfa (Toni Collette), mentre la folla si alza in piedi applaudendolo come fosse una divinità. Kenneth Marshall è infatti il leader di una setta pseudo-religiosa ed ex candidato alla presidenza, ora a capo di una missione spaziale che mira a salvare l’umanità da una Terra ormai inabitabile, trasferendola dopo un lungo viaggio su Niflheim, un pianeta sperduto in una remota regione della galassia.
Narcisista patologico, circondato da una schiera di yes-men armati di telecamere pronte a immortalare ogni sua mossa, Marshall parla con un sorriso smagliante e autocelebrativo, le narici sempre dilatate e le vocali leggermente trascinate. In un film che ha come protagonista ben due Robert Pattinson, è però proprio Ruffalo a rubare la scena. Se la sua dizione e i suoi manierismi richiamano un altro narcisista molto reale, il collegamento sembra più una rivelazione che una distrazione.
I film di Bong Joon-ho hanno sempre affrontato grandi temi contemporanei, intrecciando disastri ecologici con il conflitto tra classi (Okja, Snowpiercer). Ma Mickey 17 sembra parlare del nostro presente con una risonanza ancora più diretta: ambientato nel 2054, riflette le ansie e le ossessioni dei nostri turbolenti anni 2020.
Non è un problema in sé, e nemmeno la sua critica al capitalismo predatorio e ai guru della tecnologia elevati a nuovi messia. Tuttavia, il modo in cui Mickey 17 porta avanti queste accuse appare quasi banale, se non addirittura manipolatorio.
Basato sul romanzo Mickey7 di Edward Ashton (2022), questo è il primo film in cui il regista coreano firma la sceneggiatura in solitaria. Tuttavia, condivide con Snowpiercer una tendenza all’eccessiva esposizione.
Ambientato su un pianeta innevato e inospitale, fotografato da Darius Khondji, il film richiama l’era glaciale di Snowpiercer, con Pattinson al posto di Chris Evans e una nuova lotta contro il potere costituito.
Se si spoglia il film di tutti i suoi strati narrativi, il nucleo resta sempre lo stesso: una rivolta contro l’ordine dominante. Ma ridurre Mickey 17 ai suoi elementi essenziali richiede parecchio lavoro, data l’enorme quantità di idee, sottotrame e complotti.
Il protagonista, Mickey Barnes (Pattinson), è un piccolo imprenditore in fuga da un usuraio spietato. Per sfuggirgli, accetta il ruolo più crudele a bordo dell’astronave di Marshall, un colossale vascello dove l’élite vive nel lusso tra tappeti persiani e cristalli, mentre i lavoratori sono relegati in celle spoglie, costretti a nutrirsi di un cibo dall’origine incerta (e forse è meglio così).
Mickey è un “sacrificabile”, ovvero un individuo che può morire e venire “ristampato” in circa 20 ore, con la memoria immagazzinata in un dispositivo a metà tra un hard disk e un mattone. Un’anacronistica combinazione di tecnologia, simile a quella steampunk già vista in Snowpiercer.
Il film abbonda di riferimenti sci-fi e cinematografici, da Terry Gilliam a Chris Marker, fino a citazioni di Brazil e persino un urlo di Wilhelm. Ma le sue idee più stimolanti, come i dilemmi etici legati agli expendables e il terrore della morte definitiva, vengono trattate con una superficialità sconcertante.
“È una tecnologia folle, amico, diciamo solo che è avanzata”, spiega la voce narrante di Pattinson, mentre l’intera questione etico-religiosa viene liquidata come “blah blah”. Una scelta strana per un’opera che si dilunga in spiegazioni prolisse per ogni colpo di scena.
La svolta più intrigante arriva quando qualcosa va storto: Mickey si trova faccia a faccia con un altro sé stesso, Mickey18, erroneamente stampato sotto l’assunzione che Mickey17 fosse morto. Ma se gli expendables possono esistere solo in esemplari unici, perché Mickey è l’unico clone in un viaggio che Marshall definisce “la più grande avventura dell’umanità”?
Bong non sembra interessato a rispondere a queste domande quanto a trasformare la storia in una parabola sulla lotta tra oppressi e plutocrati squilibrati. E lo fa appena gli umani incontrano la fauna indigena di Niflheim, creature giganti e pelose dotate di tentacoli e code. Vi suona familiare?
Come in Okja, Mickey 17 oppone un male caricaturale a un “mostro” che si rivela molto meno pericoloso di quanto sembri. Sebbene i “creepers” non siano altrettanto adorabili del maiale gigante di Okja, la struttura della narrazione rimane semplicistica e riduttiva.
Forse, la vera analogia non è tra i creepers e Okja, ma tra Mickey e Okja stessa. Proprio come l’enorme suino, Mickey viene umiliato, torturato e sfruttato da una classe dominante che lo considera solo “una matrice di carne” (come lo definisce Marshall). Il comandante della nave vuole sterminare gli “alieni”, mentre Mickey e pochi altri buoni colonizzatori (tra cui Nasha, interpretata da Naomi Ackie) preferirebbero convivere pacificamente con loro.
Il tono del film resta sarcastico, una scelta inusuale per Bong, noto per la sua capacità di alternare toni diversi. Tuttavia, questa coerenza stilistica si allinea perfettamente con la sua visione. Come Okja, Mickey 17 non fa che denunciare ciò che odiamo, dandoci al contempo un senso di superiorità morale. Forse è per questo che l’allusione a Donald Trump appare così evidente.
Durante una recente conferenza stampa a Seoul, il regista ha parlato dell’espansione dell’Intelligenza Artificiale, spiegando: “Come possiamo essere più intelligenti dell’AI? Voglio scrivere una sceneggiatura all’anno che nessuna AI potrebbe mai replicare”. Se la sua carriera dimostra che ha sempre avuto questa capacità, con Mickey 17 ha creato qualcosa di insolitamente statico, un prodotto troppo sicuro di dove devono adagiarsi le nostre simpatie.
Se volete un approfondimento sul finale e una spiegazione del significato generale del film, abbiamo preparato qualcosa per voi.
Di seguito – sulle note di Ain’t that a kick in the head di Dean Martin – trovate il full trailer internazionale di Mickey 17, nei nostri cinema dal 6 marzo:
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