Titolo originale: Chappie , uscita: 04-03-2015. Budget: $49,000,000. Regista: Neill Blomkamp.
Neill Blomkamp: “Meglio essere povero ma creativamente libero da Hollywood. L’ho capito dopo il flop di Humandroid”
08/06/2017 news di Redazione Il Cineocchio
Il regista sudafricano è tornato sul suo film del 2015 e sul fraintendimento del suo messaggio da parte di pubblico e critica, che però lo ha portato a capire cosa è davvero importante
Uscito nel 2015, Humandroid (Chappie) è un film di fantascienza scritto e diretto da Neill Blomkamp che vede protagonisti Dev Patel, Hugh Jackman e i componenti del gruppo Die Antwoord ed è la versione cinematografica del cortometraggio Tetra Vaal del 2004, scritto e diretto sempre dal regista sudafricano.
Dopo la chiusura definitiva a un possibile Alien 5, Blomkamp ha fatto parlare di sé nelle ultime settimane per la diffusione dei primi teaser trailer del suo nuovo progetto, gli Oats Studios, attraverso i quali intende realizzare cortometraggi sperimentali completamente liberi ben lontani da “proiezioni test e dalle politiche degli studi di Hollywood”.
In una recente intervista, il regista si è tra le altre cose soffermato sulla pellicola del 2015, riflettendo sul perchè critica e pubblico non l’abbiano molto apprezzata all’uscita (poco più di 100 milioni di dollari incassati nel mondo – di cui 1 in Italia – a fronte di una budget di circa 49 milioni), nonostante ci avesse messo tutto il suo impegno, e su come questa esperienza lo abbia motivato e convinto a iniziare proprio la nuova avventura appena lanciata in rete.
Nello specifico ha dichiarato:
Humandroid è stato incredibilmente doloroso per me. E’ stato difficile su più livelli, ma è stato molto vicino al film che avevo nella mia testa. Fino a quando non è uscito in sala, mi sentivo come se avessi dato tutto e che avessi provato duramente a realizzare il film che avevo in testa, e mi sentivo come se ce l’avessi fatta. […] E poi il pubblico lo ha davvero rifiutato – cosa significava? Questa cosa ti mette in una situazione incredibilmente interessante. Non lo sto valutando in base ai meriti al box office o ai punteggi su Rotten Tomatoes, ma perché lo amo e baso come mi sento riguardo al film rapportandomi alle sensazioni che mi dà […] Significa quindi che non ha valore? Perché per me ne ha ancora oggi.
Se reagisco, cercando solo di soddisfare il pubblico, allora che valore può avere un’opera d’arte in generale?[…] Penso di essere completamente uscito da questa situazione facendo la scelta giusta, che è girare quello che mi piace. E questo potrebbe davvero portarmi a vivere sotto un ponte […] Ma vorrei piuttosto vivere in una discarica, credo, ma essere essere creativamente onesto e vero con me stesso piuttosto che non esserlo. Quindi penso che complessivamente il risultato di Humandroid abbia cristallizzato o congelato certe idee nella mia testa in un buon modo. Sono ancora sconvolto dal fatto che non abbia funzionato però […] Il pubblico non ha colto quello che stavo cercando di dire.
Quali sono allora i punti cruciali che gli spettatori e i critici si sono persi? Blomkamp li ha evidenziati:
Ci sono milioni di cose che non sono state colte […] Una delle molte è ch non è un film che parla di Intelligenza Artificiale. Non si tratta di AI. Ex Machina parla di IA. Chappie non è un’Intelligenza Artificiale – è destinato a fare domande su ciò che significa essere senzienti. […] Si sta assistendo alla nascita della coscienza con Chappie. E l’idea dell’esperienza è una parte enorme di questo processo. Ho scelto l’IA perché era un modo più semplice per dire: “Se dico che è qualcos’altro a essere senziente o cosciente, risulta meno importante rispetto a una coscienza o una sensazione umana?” Per me, la risposta è no, ovviamente. Quindi, da una parte, non cogliere che non si tratta di una IA è un grosso problema […]
La seconda cosa – ma qui si tratta di un concetto molto più sottile e più grande – è che quando si parla di idee che hanno a che fare con alcune delle più grandi discussioni su ciò che significa essere davvero vivi, l’idea di come nascano l’esperienza o i sentimenti, qualcosa di così profondo, se ci pensate a fondo, potrebbe nascere un livello assurdo di pretenziosità e di importanza intorno al modo in cui decidi di farlo, e non ho voluto infilarmici.
La ragione principale per cui Humandroid esiste nella mia mente è perché ha un tono da cultura pop così farsesco, strano, comico e non serioso, che è quasi scandaloso – o divertente – il fatto che stia parlando delle cose più profonde su cui si possa discutere. Il fatto che questi due elementi coesistano nello stesso film è ciò di cui parla il film. Perché è proprio questa l’esperienza della vita. È una domanda insondabile e nessuno ti darà una risposta a riguardo. Quindi è quasi un grande scherzo, in un certo senso […] E questo era il punto. Perché è così che vedo la vita in generale.
Parole importanti, che fanno capire come dietro alla realizzazione di un film, che piaccia o meno, ci sono degli esseri umani con dei sentimenti e non solo aziende che pensano al profitto. Ora non ci resta che aspettare i prossimi passi della nuova avventura con gli Oats Studios.
Il trailer di Humandroid:
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Fonte: DofG