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Voto: 6.5/10 Titolo originale: Oculus , uscita: 08-09-2013. Budget: $5,000,000. Regista: Mike Flanagan.

Oculus – Il riflesso del Male: la recensione del film horror di Mike Flanagan

22/11/2019 recensione film di William Maga

Rory Cochran, Katee Sackhoff e Karen Gillan sono i membri di una famiglia distrutta alla prese con un subdolo oggetto demoniaco, in grado di distorcere la realtà e condurre alla pazzia

Il termine oculus è un termine improprio. Un oculo non è uno specchio, ma un’apertura o una finestra rotonda o simile, appunto, a un occhio. Oculus – Il riflesso del Male è semplicemente ingannevole, ma in senso buono. Come molti horror recenti, i protagonisti sono una famiglia assediata da una forza soprannaturale malevola. Scritto – con Jeff Howard – e diretto da Mike Flanagan (Absentia), che ha ampliato il cortometraggio del 2006 Oculus: Chapter 3 – The Man with the Plan, è un film che presenta spaventi e momenti di suspense alla maniera di Insidious o Sinister.

Nello specifico, questa produzione Blumhouse – costata 5 milioni di dollari – ruota intorno a un antico specchio che scatena una forza malvagia nella vita di una tipica famiglia americana. Oculus – Il riflesso del Male segue molti dei cliché del genere che hanno fatto la fortuna della società di Jason Blum. Sebbene non sia necessariamente cruento, è stato comunque classificato R-Rated per via di certe scene di violenza e del linguaggio usato.

oculus film horror poster 2013La nostra famiglia, i Russell, è composta da uno sviluppatore di software autonomo, una mamma, una figlia pre-adolescente dai capelli rossi e un altro figlio di circa due anni più giovane. Rory Cochran (CSI Miami), è Alan Russell, il padre, che 11 anni prima, avrebbe presumibilmente ucciso sua moglie. La moglie e madre defunta, Marie, è interpretata da Katee Sackhoff (Battlestar Galactica, Halloween: Resurrection). La figlia ormai cresciuta è Karen Gillan (Doctor Who), mentre Annalise Basso è la sua controparte dodicenne. A completare il cast, nel ruolo del ventunenne Tim c’è l’australiano Brenton Thwaites, con l’attore americano Garrett Ryan che dà volto al suo io più giovane.

Oggi 21enne, Tim (Thwaites) sta conversando con il suo psichiatra, il dottor Shawn Graham (Miguel Sandoval). Il ragazzo ha fatto i conti con i suoi demoni e riconosce di aver sparato a suo padre quando aveva 10 anni. Sua sorella maggiore Kaylie (Gillan) è però tutt’altra questione. Negli ultimi 11 anni ha dovuto far fronte alla devastazione e alla sfortuna che è venuta a far visita alla loro famiglia dopo che il papà ha acquistato un antico, quasi grottesco, specchio a figura intera con una cornice di legno intarsiata. L’oggetto ha oltre 300 anni e un tempo adornava le stanze del castello di Balmoral, in Scozia. Come veniamo a scoprire, ha avuto numerosi proprietari, tutti rigorosamente morti in modo orribile.

Il fidanzato di Kaylie, Michael Dumont (James Lafferty), gestisce una casa d’aste e, nel corso degli anni, Kaylie ha seguito le vicende dello specchio attraverso i suoi vari proprietari e ora, tramite la casa d’aste, lo ha acquistato nello stesso giorno in cui suo fratello viene rilasciato dall’ospedale psichiatrico come individuo “guarito”. La questione della ‘sanità mentale’ non è soltanto una domanda che il pubblico si pone verso i personaggi e gli eventi che si dipanano in Oculus – Il riflesso del Male, ma è un tema che potrebbe interessare la vita quotidiana di tutti quanti. D’altro canto, la memoria è spesso fallace e ingannevole, e ripensare a eventi accaduti oltre un decennio prima sperando di ricostruirli con esattezza così come sono veramente avvenuti è un’impresa, nella migliore delle ipotesi, ai limiti dell’impossibile. Peggio ancora quando sono traumi che la mente ha cercato di rimuovere.

Karen Gillan in Oculus (2013)Installando telecamere ‘molto tangibili e obiettive’ e avendo un progetto ben preciso, Kaylie e Tim si avventurano così nella loro vecchia casa dove sono avvenuti la raccapricciante morte della madre e l’assassinio del padre. L’obiettivo è in qualche modo di dimostrare che lo specchio è la vera causa della morte di Alan, non di Tim.

Dopo aver attentamente esaminato la storia di tutte le morti registrate nel corso della storia in relazione allo specchio, Kaylie escogita un piano che include idratazione, ingerenze da parte del fidanzata e tracciamento dell’attività paranormale con l’utilizzo delle piante. Karen Gillan interpreta Kaylee con una determinazione sufficientemente ossessiva e credibile. Dall’altra parte, Brenton Thwaites è un po’ meno convincente, ma le cose cambiano mentre ci si avvicina al finale di Oculus – Il riflesso del Male.

Nel raccontare questa storia, Mike Flanagan sceglie di intrecciarla con scene del passato mentre i due ragazzi sopravvissuti tornano alla casa in cui hanno vissuto. Il passato si sbroglia similmente a quanto avveniva nello Shining di Stephen King: assistiamo alla rapida discesa di un padre nella follia, seguito a breve distanza dalla moglie, coi due piccoli abbandonati a se stessi. La storia è ingegnosa, visto che Kaylie ha installato delle videocamere, alla Paranormal Activity. Quello che succede in casa nel corso di una notte è prevedibile, eppure non del tutto.

Karen Gillan interpreta Kaylie con un solido senso di determinazione nel voler sconfiggere a ogni costo la ‘cosa’ nello specchio, e con l’aiuto di suo fratello, sperare contemporaneamente di (di)mostrare al mondo che lui non sia affatto un assassino a sangue freddo, bensì abbai agito per mera autodifesa. In televisione, Rory Cochran non aveva certo mai suscitato grande apprensione negli spettatori, eppure in Oculus – Il riflesso del Male riesce a caratterizzare la figura del padre non solo in modo raccapricciante, ma, col passare dei minuti, a infonderla di un senso di dannazione e terrore. Abbracciando la linea scelta dal film stesso, l’attore interpreta il papà nella sua follia in modo molto più sottile rispetto al Jack Nicholson del film di Stanley Kubrick del 1980.

Dal canto suo Marie, il personaggio di Katie Sackhoff, soccombe inevitabilmente, come suo marito, agli effetti dello specchio. La bionda attrice sceglie di interpretare la donna un po’ alla maniera della piccola Regan di L’Esorcista. A volte, sogghigna come un demone quando lo specchio la possiede. Il soffice rombo appena sotto la superficie, le minuscole voci nella parte posteriore della sua testa coi loro milioni di piccoli sussurri giocano con la sanità mente del personaggio, e degli spettatori. Le immagini riflesse sono menzognere e talvolta confuse.

In definitiva, se amate le variazioni horror sugli oggetti posseduti e siete disposti a mettere in dubbio quanto sta avvenendo sullo schermo, Oculus – Il riflesso del Male è il piccolo film da 100 minuti che saprà tenere alto il vostro interesse e inquietarvi il giusto.

Di seguito il trailer italiano: