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Voto: 8/10 Titolo originale: Oppenheimer , uscita: 19-07-2023. Budget: $100,000,000. Regista: Christopher Nolan.

Oppenheimer: la recensione del film biografico diretto da Christopher Nolan

23/08/2023 recensione film di Alberto Buchi

L’ambizioso e bravissimo 'scienziato' regista è in grado di scomporre e ricomporre la realtà, ma la perfezione che cerca sfiora soltanto le emozioni in un'opera sontuosa e impegnativa

oppenheimer film murphy 2023

L’ineluttabilità, l’inevitabile e l’irreparabile. Si potesse scarnificare Oppenheimer di Christopher Nolan, sarebbe questo ciò che rimane. L’eroe che compie il proprio arco narrativo passando attraverso presagi e avvertimenti, tra i più terribili, con un senso di consapevolezza che si materializza minuto dopo minuto, evento dopo evento, incontro dopo incontro. Eppure l’eroe continua sul suo percorso verso il successo e, in questo caso, la distruzione.

La scena emblematica di questa ineluttabilità, nella prima parte del film, è una di quelle che rimane impressa nella memoria. Oppenheimer stesso traduce dal sanscrito un verso del testo sacro induista Bhagavad-Gita su richiesta dell’amante Jean Tatlock (Florence Pugh) e recita: «Ora sono diventato la Morte, il distruttore di mondi». Le polemiche non sono mancate, a dire il vero, anche perché avviene durante una scena di sesso.

Il film dell’anno, forse il più atteso (i fan di Barbie non si arrabbino – il fenomeno “Barbienheimer” ci ha travolti tutti), arriverà nelle sale il 23 agosto e le aspettative del pubblico sono altissime. D’altronde parliamo del regista di film culto come Memento, Inception, Interstellar e, soprattutto, del Cavaliere Oscuro, con lo straordinario e compianto Heath Ledger. Con una cifra che si aggira intorno ai 100 milioni di dollari, non si tratta, però, del budget più alto con cui Nolan ha lavorato.

Oppenheimer film 2023 posterIl protagonista, J. Robert Oppenheimer, il Prometeo Americano, è interpretato dal bravo Cillian Murphy, qui per la prima volta come indiscusso protagonista di un film di Christopher Nolan, alla ricerca di una consacrazione definitiva in un’opera destinata a diventare tra le più importanti degli ultimi anni (però non è ancora superata l’interpretazione in Peaky Blinders).

La scelta del regista appare subito corretta e sfruttata al massimo, forse troppo: occhi enormi, azzurri, vitrei, smarriti in punti vaghi di un mondo interiore abitato da teorie e ambizione, piuttosto che fissi sulla realtà.

E poi occhi attraverso i quali indagare una coscienza, perché anche solo l’ideazione e il pensiero di un’arma tanto potente, ancor prima del suo utilizzo, genera la colpa. Il volto del “Prometeo” Cillian Murphy diventa quello simbolico della scienza, che scruta luoghi sconosciuti e bui, per portarci il fuoco, la luce: gli scienziati come pionieri che compiono ciò che si deve fare per il bene di tutti. Per vedere le cose non come sono ma come dovrebbero essere.

Sempre che sia possibile raccontare la trama in poche righe (d’altronde Oppenheimer s’ispira alla biografia Premio Pulitzer di più di 800 pagine scritta da Kai Bird e Martin J. Sherwin, Garzanti – titolo originale appunto “American Prometheus”), non c’è rischio di spoiler perché si tratta di Storia, e nemmeno troppo lontana da noi.
Il film segue (in modo non lineare) una parte della vita del fisico, la sua vita professionale e privata, intrecciando le audizioni di fronte alla Commissione d’inchiesta che lo travolse nel 1954.

Il generale Leslie Groves (Matt Damon), incaricato dall’esercito di organizzare un programma per progettare e testare una bomba nucleare, affida, nel 1942, a Oppenheimer, di origine ebraiche tedesche, la supervisione di quello che fu chiamato Progetto Manhattan. Gli Stati Uniti erano, infatti, convinti che la Germania nazista stesse facendo lo stesso e fosse persino più avanti di loro. Da qui comincia una vera e propria corsa all’arma definitiva.

Venne costruito a Los Alamos, nel deserto del New Mexico, un campo di ricerca e il primo test dal nome in codice Trinity venne eseguito il 16 luglio del 1945. In poche parole, si cerca l’arma risolutiva per porre fine alla Guerra, senza capire che questa porterà soltanto a morte, distruzione e a un nuovo conflitto, con un nuovo nemico: siamo all’inizio della guerra fredda. Il sospetto politico arrivò ad offuscare la fama di Oppenheimer, anche a causa dei suoi rapporti personali con personaggi legati al Partito comunista americano come Jean Tatlock, che per quattro anni fu la fidanzata di Oppie, e il fratello. Il fisico era stato persino inserito nella lista dei sospetti dell’FBI che dovevano essere arrestati in caso di emergenza nazionale.

Christopher Nolan manipola gli elementi come farebbe uno scienziato con immagini evocative di acqua, particelle e soprattutto fuoco; il film inizia proprio così: un’esplosione rossa al rovescio e poi subito il primo piano di Cillian Murphy che si ridesta come da una premonizione inquietante. Non è un segreto, inoltre, che fin dai tempi di Memento dimostri di trovarsi a proprio agio con il tempo e lo spazio, in tutti i sensi.

Oppenheimer film nolan 2023Dicevamo che la trama non è lineare perché il regista, e autore della sceneggiatura, scompone la storia e la ricompone a piacimento andando avanti e indietro nel tempo, avvalendosi anche del bianco e nero. Non segue le forme classiche del biopic. Un esempio, forse un po’ datato, potrebbe essere A beautiful Mind di Ron Howard. C’è da chiedersi, però, se tale forma nolaniana non vada a influire sull’empatia che ricerca lo spettatore seduto davanti allo schermo.

Idealmente sono tre le parti del film. La prima ora è frenetica, siamo riempiti di informazioni, episodi e personaggi, con fitti dialoghi carichi di significato. La parte centrale è dedicata al Trinity Test e il ritmo rallenta un poco. I primi dubbi morali ed etici si accavallano con l’euforia per il successo del test. La parte finale risolve tutto e conclude l’intreccio, e con esso anche l’inchiesta in pieno stile maccartista che porterà all’allontanamento di Oppenheimer dai suoi incarichi ufficiali privandolo del nulla osta di sicurezza nel 1954. Insomma, pause ce ne sono poche e l’attenzione dello spettatore deve rimanere sempre alta.

Il regista ci spiega, soprattutto nella prima parte, come la vita di Oppenheimer sia stata molto influenzata dalle persone che ha incontrato e con le quali ha collaborato, nonostante abbia scelto di seguire molto da vicino il protagonista. Ha il sapore del mistero e di un ideale passaggio di consegne il dialogo “silenzioso” con Albert Einstein (Tom Conti), il primo a cui assistiamo come spettatori, non il primo nella realtà storica. Einstein, che rimane, nonostante l’età, “la mente più grande del suo tempo”, è introdotto con queste parole da Lewis Strauss (Robert Downey Jr.).

Ma non solo: con Niels Bohr (Kenneth Branagh) esisteva un rapporto simile a quello tra un Dio della fisica e il suo profeta. Con un grosso problema a riguardo: «A un profeta non è permesso sbagliare. Nemmeno una volta», come dice Isidor Rabi (David Krumholtz), collaboratore di Oppenheimer. E poi gli incontri importanti con Enrico Fermi e Edward Teller o Werner Heisenberg, per citarne alcuni. Già così possono sembrare tantissimi nomi da ricordare, ma non è finita.

Ai membri della comunità scientifica mondiale si aggiungono poi le figure femminili, l’amante Jean Tatlock e la moglie Kitty Puening (Emily Blunt). Perché Oppie amava le donne, e la passione o l’amore lo portarono a scegliere compagne dalla personalità complessa. Nolan non ha mai delineato grandissimi personaggi femminili e anche in questo film le due figure non vengono approfondite come meriterebbero. D’altronde lo sforzo maggiore di Christopher Nolan è stato quello di indagare la mente di Oppenheimer …

Il cast è variegato, ampio e importante e in tutto ciò è difficile far capire come mai in un film di tre ore tutti questi personaggi abbiano trovato poco spazio. Le apparizioni, però, sono da tenere ben a mente. Rami Malek, (David Hill, fisico nucleare che partecipò al Progetto Manhattan) praticamente non pervenuto. Piccola parentesi sul personaggio di Lewis Strauss (l’uomo dietro l’accusa di Oppenheimer): una piacevole sorpresa costatare come Robert Downey Jr., invecchiato e “consumato” per l’occasione, riesca a reggere il confronto con i membri di un cast di alto livello.

Molto interessante per capire l’importanza della politica è l’incontro con Truman (Gary Oldman) dopo lo sgancio delle bombe sul Giappone e il gesto altamente simbolico del fazzoletto che il Presidente porge al fisico dopo che confessa di sentirsi le mani sporche di sangue: «Pensa che a qualcuno a Hiroshima o Nagasaki importi chi ha costruito la bomba? Non ha sganciato lei la bomba, l’ho fatto io». Oppenheimer uscirà dallo studio con le ossa rotte, la coscienza per nulla mondata, e con una figura da smidollato sulle spalle.

Oppenheimer film 2023Nolan, ancora una volta, trova nel movimento continuo e nelle inquadrature a forte impatto un vero e proprio stile, supportato dalle musiche maestose di Ludwig Göransson, che con lui aveva già collaborato in Tenet (la recensione) e da un sound design potente. Il montaggio è di Jennifer Lame, (Tenet, Storia di un matrimonio, Hereditary), chiamata a un lavoro non facile ma ben riuscito. Stesso discorso per la fotografia di Hoyte Van Hoytema (Interstellar, Dunkirk, Nope, Ad Astra). Una squadra ben collaudata.

Importante è anche sottolineare come la scelta di non utilizzare la CGI non influisca sulla spettacolarità delle immagini a forte impatto come l’esplosione del Trinity Test. A quanto pare, la CGI è stata usata in una certa parte del mondo per coprire le nudità di Florence Pugh, ma non è certo una scelta dell’autore.

Noi abbiamo avuto la fortuna di vedere il film in 70 mm in una sala molto ben attrezzata al cinema Arcadia di Melzo. Se potete, cercate una proiezione simile perché merita e la visione casalinga in streaming non renderebbe allo stesso modo. È stato girato in IMAX e sarebbe un peccato non sfruttare questa scelta artistica.

Per concludere, Oppenheimer è un film da vedere, ma con animo preparato e attento. Si è verificato un fenomeno di “overhype” e c’è il rischio di rimanere delusi o confusi. A questo si aggiunge una certa mancanza di fortissime emozioni, forse per l’estenuante ricerca di Christopher Nolan della perfezione e della qualità; forse perché il suo intento era quello della riflessione su un tema molto attuale anche oggi, piuttosto che il coinvolgimento emotivo dello spettatore.

Si è gridato tanto al capolavoro e di questo non siamo poi tanto convinti, di certo si tratta di un film importante, molto ben confezionato e che probabilmente sarà protagonista ai prossimi Oscar.

In rete, una delle cose più divertenti nel bailamme social, oltre all’ormai famoso “Barbienheimer”, è il termine “sleepenheimer”. Davvero non si capisce come ci si possa addormentare con un film del genere.

Di seguito trovate il secondo trailer italiano di Oppenheimer, nei nostri cinema dal 23 agosto: