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Voto: 6.5/10 Titolo originale: Cerdita , uscita: 07-10-2022. Budget: $2,400,000. Regista: Carlota Pereda.

Piggy: la recensione del film di vendetta di Carlota Pereda (Sitges 55)

25/10/2022 recensione film di Marco Tedesco

La regista spagnola esordisce con un'opera tagliente e divertita, che usa il genere per affrontare di petto il bullismo

piggy cerdita laura film 2022

Costruito attorno all’eccellente interpretazione di Laura Galán, nei panni di un’adolescente in sovrappeso a cui viene offerta l’inaspettata possibilità di vendicarsi violentemente di chi la bullizza, Piggy (Cerdita), il film d’esordio di Carlota Pereda, mescola sapientemente elementi di thriller, dramma rurale e commedia in un insieme amorevolmente realizzato, potentemente d’atmosfera e ricco di spunti di riflessione – il tutto condito da secchiate di sangue.

Presentato a inizio anno al Sundance, poi a Sitges e quindi a Roma, il film riesce a essere allo stesso tempo adatto al grande pubblico ma pure autenticamente inquietante, segnalando la regista come l’ultimo talento di un’industria spagnola sempre vivacissima nel genere.

piggy film 2022 posterLe scene iniziali seguono alla lettera l’omonimo cortometraggio di Carlota Pereda premiato con il Goya nel 2019. L’adolescente Sara (Galán), nota come ‘Piggy’, vive una vita nella vergogna e protetta insieme ai suoi genitori, l’amabile padre macellaio (Julián Valcárcel) e la madre dalla lingua tagliente (Carmen Machi), in un piccolo pueblo della Spagna orientale durante un’estate torrida.

Incorniciata visivamente da prosciutti e chorizos appesi fin dai primi minuti, Sara decide di fare una escursione proibita all’ora della siesta in una piscina locale, dove viene però pesantemente schernita e quasi annegata da un trio di ragazze in alcune scene francamente dolorose da guardare.

Costretta a tornare a casa quasi nuda lungo strade deserte, si imbatte in un camion guidato da uno sconosciuto (Richard Holmes), un uomo a torso nudo e un po’ tarchiato, che sta chiaramente tramando qualcosa di brutto; attraverso il finestrino posteriore del veicolo, Sara vede le sue aguzzine implorare aiuto.

Indecisa tra l’aiutarle e l’ignorare la loro situazione, un breve e del tutto inaspettato gesto di tenerezza da parte dello sconosciuto spinge Sara a scegliere la seconda opzione. Perché, diciamocelo, per un’adolescente così duramente tormentata è probabilmente eccitante vedere i corpi di chi si è presa gioca di lei per così tanto tempo ricoperti di sangue per una volta.

Il brillante cortometraggio di Carlota Pereda terminava proprio qui, sollevando mille domande intriganti e senza risposta, alle quali il lungometraggio risponde in modo divertente. Piggy incanala la sua oscurità nei cliché del cinema thriller, mentre inizia la ricerca notturna delle ragazze scomparse, guidata da una squadra composta da padre e figlio comicamente inetta.

La tensione sale in questo pueblo dove non succede mai nulla; quando calano le tenebre, l’azione si sposta soprattutto nei boschi circostanti, dove si trova quello che sembrerebbe un mattatoio abbandonato. Inevitabilmente, Sara stessa, da sempre vittima, diventa l’oggetto dei sospetti della città. Ma l’ansia sale un po’ meno all’interno dello spettatore, perché, sebbene il tutto sia sapientemente elaborato dall’attenta sceneggiatura di Carlota Pereda, la trama di Piggy rimane piuttosto vicina al convenzionale.

È quindi lontano dalla trama che il film raggiunge il suo massimo livello di fascino e di delicatezza. Il lavoro sui personaggi è formidabile e le dinamiche della famiglia di Sara sono osservate in modo esilarante. Nessuno meglio di Carmen Machi potrebbe essere in grado di interpretare la tradizionale matriarca spagnola sempre assillante: una scena tra Sara e sua madre, in cui si vedono una lavastoviglie e un frigorifero, è una delle migliori e sicuramente la più divertente di Piggy.

Allo stesso modo, c’è vero calore e affetto alla Pedro Almodóvar nel ritrarre i dettagli della vita in uno di quei villaggi spagnoli – le piazze assolate, le statue della Vergine Maria, gli infiniti pettegolezzi – che dipende per la sua esistenza dalla carne morta (alias la caccia e la corrida), che lo rendono anche l’ambientazione perfetta per il cruento finale che ci attende.

piggy film 2022 cerditaQuesto è il film di Sara. Presente praticamente in ogni scena, è interpretata con notevole impegno da Laura Galán (in realtà trentenne) in un ruolo che si immagina possa rappresentare una sfida personale oltre che professionale.

La sua identificazione ‘trasfigurativa’ e ‘potenziante’ con lo sconosciuto, basata sul desiderio reciproco di devastare il mondo, è il concept più interessante di Piggy e sboccia lentamente in una strana relazione (in un certo senso, Carlota Pereda sta tracciando un oscuro parallelo tra i serial killer e i body shamers, che vedono entrambi le persone come semplice ‘pezzi di carne’).

Il gesto iniziale di tenerezza da parte di lui si trasforma presto in un bizzarro, complesso e intrigante gioco a due basato sulla convinzione di Sara che lo sconosciuto, lungi dall’essere un assassino, sia il suo salvatore, ed è reso ancora più avvincente dal fatto che non c’è quasi una parola di dialogo tra i due. A un certo punto, Carlota Pereda li inquadra audacemente come amanti in un cielo illuminato da fuochi d’artificio.

Tecnicamente, Piggy è molto solido. La macchina da presa di Rita Noriega è meravigliosamente evocativa della complessa danza di luci e ombre che è l’estate nella Spagna rurale, e allo stesso tempo gestisce bene le convenzioni visive richieste: ad esempio, un’inquadratura di una gola che viene tagliata sfuma in un’altra di un melone che viene affettato. Anche il lavoro sul suono è fondamentale, mentre la colonna sonora di Olivier Arson è adeguatamente dissonante.

In attesa di capire quando lo vedremo in Italia, di seguito trovate il trailer internazionale di Piggy: