Titolo originale: Presence , uscita: 17-01-2025. Budget: $2,000,000. Regista: Steven Soderbergh.
Presence spiegato: il fantasma, il trauma e il paradosso nel film di Soderbergh
06/08/2025 news di Gioia Majuna
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Presence di Steven Soderbergh (la recensione) si distingue per la sua impostazione radicale: è interamente girato dal punto di vista di un’entità soprannaturale — un fantasma — la cui identità viene svelata solo nell’ultimissima scena. Il cuore concettuale del film ruota attorno a un paradosso temporale, emotivo e metafisico, che rende il finale tanto potente quanto complesso. Ecco una spiegazione approfondita basata sulle dichiarazioni ufficiali degli autori.
Messaggio e significato del film
Presence è molto più di un horror tradizionale: è un dramma familiare mascherato da ghost story. Come ha dichiarato lo stesso Soderbergh, il film è «un dramma che usa un fantasma come cavallo di Troia per mostrare il ritratto di una famiglia in crisi». In questa prospettiva, il soprannaturale diventa uno strumento per esplorare colpa, incomunicabilità e trauma, soprattutto all’interno del rapporto tra fratello e sorella.
La natura del fantasma
Se inizialmente si crede che la presenza sia Nadia, l’amica defunta di Chloe, il twist finale rivela una verità molto più personale: il fantasma è Tyler, il fratello di Chloe. Più precisamente, è una versione futura e postuma di Tyler, tornata a proteggere la sorella prima ancora di morire per farlo. Un’inversione temporale che diventa il centro emotivo dell’intero film.
Il paradosso temporale
Questo snodo narrativo apparentemente contraddittorio è in realtà previsto dallo script. Come spiega Lisa, la medium, «il tempo funziona in modo diverso per gli spiriti», e spesso «non sanno chi sono, né da dove vengano, né da quando arrivino». Questo spiega perché Tyler fantasma agisce nel presente pur non essendo ancora morto, e perché riesce a intervenire solo nel momento in cui la sua missione si compie, causando la propria fine. Come ha chiarito lo sceneggiatore David Koepp, «non è importante capire il meccanismo; l’elemento centrale è il bisogno di Tyler di espiare la propria colpa e proteggere la sorella».
Il ruolo del trauma
Il legame tra Chloe e la presenza si spiega attraverso il trauma. È la sua vulnerabilità, dovuta alla morte dell’amica e alla freddezza della madre, a renderla sensibile allo spirito. Lo stesso Koepp ha detto: «Nei momenti traumatici della vita si diventa più aperti verso il mondo e gli altri. Se soffri, percepisci meglio la sofferenza altrui». Non è un caso che anche Rebekah, la madre, riesca a vedere Tyler solo dopo aver vissuto la perdita del figlio.
Il senso del finale
Il sacrificio di Tyler – che si risveglia, affronta Ryan e muore per salvare Chloe – è l’atto che chiude il cerchio. È al contempo redenzione, protezione e accettazione. Come ha sottolineato Soderbergh, «la vera tragedia è che la madre è così legata al figlio da non accorgersi di ciò che sta succedendo alla figlia». E il film mostra, scena dopo scena, le conseguenze di questa cecità affettiva. La dissolvenza finale del fantasma di Tyler lascia intendere che la sua missione è conclusa: Chloe è salva, e lui può finalmente trovare pace.
In sintesi, Presence è un film che utilizza l’horror non per spaventare, ma per indagare colpa, trauma e amore incondizionato. La forza non sta nella spiegazione razionale degli eventi, ma nella loro risonanza emotiva. È un film sui fantasmi che ci proteggono, non su quelli che ci tormentano — e sul peso delle cose non dette, anche oltre la morte.
Di seguito trovate il trailer italiano di Presence:
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