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Voto: 5/10 Titolo originale: Raging Grace , uscita: 01-12-2023. Regista: Paris Zarcilla.

Raging Grace: la recensione del film horror con riverberi sociali di Paris Zarcilla (Fantasia 2023)

08/08/2023 recensione film di William Maga

Il regista di origini filippine torna in scena con un'opera impegnata che non riesce a conciliare l'accorato messaggio di fondo con gli stilemi del sottogenere gotico

raging grace film 2023

Sotto molti classici della letteratura gotica britannica, come Cime tempestose e il forse meno popolare I misteri di Udolpho, esiste una sottoclasse roboante del genere, piena di zitelle impazzite, aristocratici malvagi e innocenti intrappolati dentro a bizzarri palazzi.

Ed è proprio in questa categoria di romanzetti ‘alimentari’ che il dramma gotico moderno Raging Grace – appena presentato al Fantasia di Montreal dopo aver vinto il Gran Premio della Giuria all’ultimo SXSW – sembra voler pescare. L’obiettivo principale del film diretto dal londinese di origini filippine Paris Zarcilla è quello di aggiornare l’innato senso di guerra di classe presente nel cinema di genere (chi comanda sta sempre – ineluttabilmente – tramando qualcosa di perverso con cui sollazzarsi …).

Questa volta, il tutto avviene dal punto di vista di un’immigrata filippina clandestina che rimane suo malgrado intrappolata nella rete barocca del sistema di immigrazione britannico e nelle macchinazioni dell’ultimo rantolo di un’antica famiglia nobile locale ormai decaduta, del tipo che si rivolge educatamente alla protagonista straniera dandole del “voialtri”.

Non che Joy (Max Eigenmann) sia in alcun modo consapevole di quest’ultimo aspetto quando accetta, in nero, di fare da badante a un certo Signor Garrett (David Hayman), a malapena cosciente e malato terminale di cancro, nella sua lussuosa ma polverosa villa di campagna. Ma quello che la sua datrice di lavoro, Katherin (Leanne Best), non sa è che Joy da mesi si porta appresso segretamente la figlia quasi adolescente Grace (Jaeden Paige Boadilla).

L’inganno è quindi all’ordine del giorno, poiché Joy accetta questa posizione molto ben retribuita per poter ottenere i soldi necessari a pagare un faccendiere che si occupi del suo status di immigrata attraverso metodi ben poco leciti. Ma una volta sistematasi in casa, ogni osservazione sociale a monte viene annegata come la povera Camille nella Teresa Raquin di Émile Zola.

Paris Zarcilla ha occhio per la natura lurida e al contempo ridicola del genere, e il direttore della fotografia Joel Honeywell usa gli angoli e le fessure del vetusto villone Ottocentesco con grande effetto.

Eppure, il ricorso ai soliti jump scare compromette velocemente la costruzione della tensione, sia tematica che narrativa. Allo stesso modo, le caratterizzazioni dei personaggi in scena non vanno mai a braccetto: la Joy di Max Eigenmann sembra uscita da una commedia televisiva di Ken Loach della metà degli anni Novanta, mentre Katherine e Garrett sono fin troppo orientati al melodrammatico. Per quanto riguarda la stessa Grace, la piccola oscilla selvaggiamente e scostantemente tra la tipica innocenza infantile e i livelli di malizia in miniatura degni di Il Giro di Vite.

Se Raging Grace riuscisse a trovare il giusto tono, al di là dei palesi obiettivi di fondo, forse avrebbe più successo. Ma le cose non sono aiutate da una sceneggiatura appesantita da un’estrema e sempliciotta esplicitezza, che annulla ogni senso di possibile sottigliezza socio-politica. Quando Joy sbaglia a pronunciare il nome di Katherine, dicendo ‘Karen’, si tratta solo di una battutina a buon mercato che non si concilia davvero con le rivelazioni finali.

L’atmosfera gotica e gli scottanti temi sociali possono facilmente andare a braccetto: dopo tutto, Charles Dickens aveva incluso nel suo Grandi speranze una dissezione circa il potenziale in termini di riabilitazione e di redenzione all’interno di un sistema penale spietato e la combustione umana spontanea …

Raging Grace, al contrario, è troppo allegramente ‘assurdo’ per essere all’altezza delle sue ambizioni didascaliche, e troppo ondivago per lasciare che le sue ali di vellutata follia si spieghino davvero.

Al momento non abbiamo notizie di una possibile distribuzione dalle nostre parti, né il trailer.