Il regista giapponese regala ai fan un degno sequel inondato di sangue del cult del 2005, arricchendolo di trovate visive esagerate ma adagiandosi troppo sul minutaggio
Chi ha familiarità con i suoi lavori, sa bene che Yoshihiro Nishimura è solito girare film fuori di testa ed esagerati che non si prendono mai troppo sul serio. Avendo realizzato tra gli altri Tokyo Gore Police ed Helldriver, è piuttosto palese che quanto viene preannunciato nel trailer di ogni sua nuova pellicola sia esattamente quello che si otterrà una volta in sala, e questa regola vale naturalmente anche per la sua ultima fatica. Meatball Machine Kodoku (Kodoku: Mîtobôru mashin), sequel diretto di Meatball Machine di Yudai Yamaguchi del 2005 (per il quale Nishimura si era occupato degli effetti speciali), è qualcosa di altrettanto consapevolmente sopra le righe e grottesco, che offre a chi intende approcciarvisi le secchiate di sangue e gore che giustamente ci si aspetta.
Nonostante quella che può sembrare una sinossi piuttosto semplice (e che ricalca in gran parte quella della pellicola di Yamaguchi, evidenti riferimenti a Tetsuo di Shinya Tsukamoto inclusi), sorprendentemente lo sviluppo dei personaggi non viene dimenticato per strada, anche perchè il film si prende un tempo decisamente lungo prima di entrare nel vivo dell’azione, con l’invasione aliena che comincia soltanto dopo una ventina di minuti abbondanti. Anche se questo non è necessariamente un male, bisogna però rilevare che questo minutaggio non viene affatto impiegato per generare un qualche tipo di suspense, risultando così in definitiva piuttosto fuori luogo per il tipo di operazione a cui ci si trova di fronte. Fortunatamente, una volta che il sangue comincia a scorrere (in CGI e dal vero), Meatball Machine Kodoku diventa l’esatto tipo di delirio frenetico e inarrestabile per il quale si è pagato il biglietto.
Segue breve descrizione di quello che appare sullo schermo (qualcosa sicuramente manca alla lista): una bottiglia d’acqua gigante galleggia verso la Terra; una lap dance da una stripper nana in un locale notturno; il pene di un ragazzo viene reciso durante un amplesso in strada; un samurai con una katana; una cupola di cristallo cala sul centro della città (in stile The Dome); nudità; sangue spruzzato da seni giganti; gente a caso squartata; arti piegati e strappati via dai torsi; occhi trapanati; lame rotanti; mostri con extra paio di braccia che spuntano fuori anche dalla testa; lanciafiamme; intestini al vento; escrescenze ossee; bambini assorbiti dentro a corpi dalla sembianze angeliche ma in realtà demoniaci (difficile non pensare a Go Nagai); cattivi pensieri sotto forma di frasi in giallo si innalzano verso il cielo; una pubblicità di un energy drink intergalattico.
Tirando le somme, Meatball Machine Kodoku non è certo un’opera priva di difetti, ma risulta un piacevole seguito di uno dei film di genere di metà degli anni 2000 più amati, e il pubblico per cui è stato realizzato – a prescindere da quanto di nicchia possa essere – sarà in grado di apprezzare la perizia splatterpunk con cui Nishimura lo ha realizzato.
Di seguito il trailer ufficiale: