Voto: 6/10 Titolo originale: Secuestro , uscita: 19-08-2016. Regista: Mar Targarona.
[recensione] Boy Missing di Mar Targarona
12/05/2017 recensione film Sequestro di Sabrina Crivelli
Banale e prevedibile, il thriller della regista spagnola si preoccupa troppo di impartire una morale, dimenticandosi di creare alcuna suspense
Sospeso tra un thriller che vorrebbe essere teso e l’ostentata sentenziosità della trama che vuol per forza insegnare una morale, Boy Missing (Secuestro) di Mar Targarona (che torna alla regia dopo Mor, vida meva del 1996) è fin troppo prevedibile e pieno di cliché.
Anzitutto, epicentro del film (presentato al BIFFF 35 e ora visibile su Netflix) è il messaggio, non fraintendibile in alcun modo, che non si debba giudicare il prossimo dalle apparenze, per quanto appaia certa la colpevolezza di qualcuno. Il nucleo narrativo intorno a cui ruota della facile lezione, peraltro sviluppata con una prosaicità degna dei migliori film russi degli anni venti (vedi La corazzata Potëmkin di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn), è la misteriosa scomparsa di Victor (Marc Domènech) che viene ritrovato dopo poco dalle autorità della zona, piuttosto malandato, mentre brancola per strada da solo su una strada. La madre, Patricia de Lucas (Blanca Portillo) è un avvocato di successo che tuttavia non sembra badare troppo all’innocenza dei suoi protetti, e ci viene mostrata in tribunale alla fine di una causa controversa, che vittoriosa esulta per mancanza di prove; la caratterizzazione e il messaggio ultimo sono palesati sin dai primi minuti ed è semplice almanaccare dove il film andrà a parare, l’unica incognita rimane il come… Dunque la donna corre da figlio in ospedale, che scopriamo essere sordo ed estremamente timido, giusto per rendere forzosamente lo spettatore più empatico con il suo personaggio. Il ragazzino, assai turbato dice di essere stato rapito davanti a scuola, è terrorizzato e non sembra dire tutto la verità, gli mostrano le foto segnaletiche della zona e ne addita uno, l’appena uscito di prigione e loschissimo (Andrés Herrera); lapalissiano è (non incorriamo perciò in spoiler per manifesta ovvietà del colpo di scena che non stupisce per nulla) che questi sia innocente.
Senza addentrarci troppo nella trama, per non rivelare più del dovuto, Boy Missing è quindi la somma, peraltro piuttosto abbozzata in parecchi passaggi, di tipi sociali stereotipati senza troppo soffermarsi sui dettagli psicologici, giusto per far riflettere sulla giustizia, o ingiustizia, e sui preconcetti. Un ex-galeotto è accusato ingiustamente, facile capro espiatorio (comunque non esattamente un santo), da una donna in carriera benestante che non si sente protetta dalle forze dell’ordine e ricorre a vie traverse e meno legali per difendere il pargolo diletto; ovviamente pagherà per la sua colpa e la situazione le sfuggirà di mano degenerando. A calcare il concetto, la moglie del sospettato (Macarena Gómez) è incinta, tanto per aumentare il lato lacrimevole. Certo, qualche particolare in principio ci trae in inganno, l’uomo già nel mirino della polizia per qualche arcano motivo decide di pedinare la sua presunta vittima in un accesso di stupidità, ma è solo mero escamotage per mantenere un qualche dubbio nel pubblico e soprattutto traghettarlo alla seconda e ben più didattica metà del thriller.
E’ solo un mero succedersi di fatti e rivelazioni, che non riescono a suscitare interesse, né particolare suspense, forse anche per lo stile del girato piuttosto piatto, senza alcuna verve nemmeno nel montaggio, che avrebbe magari conferito almeno maggiore tensione. A ciò si aggiunge che, i passaggi topici, attraverso cui la vicenda si dipana, sono una pletora di cliché, inseriti nella struttura generale senza badare ad una reale coesione e senza particolare cura. Abbiamo dunque un susseguirsi di topoi da telenovela, tra cui un padre rinnegato ed ex criminali ravveduto, ma in realtà il grande amore rinnegato, a cui si ricorre in cerca di sgherri, azioni intimidatorie finite male e ricatti vari, con persino il recapito di dita mozzate a monito. La pellicola è così poco coinvolgente che i 105 minuti di durata sembrano essere almeno il doppio, una lunga agonia per poi arrivare a un epilogo tanto scontato ed edificante da suscitare un attacco di rabbia in chi guarda. E’ necessario tuttavia sottolineare che dello scarso risultato non sono colpevoli gli attori sulla scena; sebbene le battute e la trama siano infelici, il cast nel complesso svolge un lavoro decoroso, con la Portillo abbastanza in parte, il giovanissimo Domènech che riesce a interpretare il suo difficile ruolo e Herrera anche lui credibile quale sospetto e malvivente. Il problema è però che a nessuno viene data la possibilità di esprimete a pieno il proprio potenziale a causa del copione.
Thriller con twist assai deludenti, Boy Missing si inserisce, ad essere magnanimi, nella lunga lista delle pellicole dimenticabili per storia, stile e resa banale su pellicola di un concept già insulso di per sé.
Di seguito trovate il trailer originale:
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