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Voto: 5/10 Titolo originale: Heads of State , uscita: 24-06-2025. Regista: Ilya Naishuller.

Capi di Stato in fuga: la recensione del film action-comico di Ilya Naishuller (su Prime Video)

02/07/2025 recensione film di Marco Tedesco

John Cena e Idris Elba sono al centro di un’avventura geopolitica dal tono incerto, che azione, intrighi e ironia non bastano a salvare

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Capi di Stato in Fuga è il classico esempio di film che promette tanto ma mantiene poco. Diretto da Ilya Naishuller, regista noto per Hardcore! e Io Sono Nessuno, questa commedia d’azione distribuita in esclusiva su Prime Video parte da un’idea brillante: un presidente americano ex star del cinema e un primo ministro britannico rigido e austero si trovano costretti a collaborare per sventare un complotto internazionale. I protagonisti, John Cena e Idris Elba, sono affiatati e regalano momenti di chimica autentica, ma sono lasciati soli a sorreggere una sceneggiatura superficiale, un tono incerto e un’azione che, paradossalmente, finisce per annoiare.

L’elemento più riuscito è, senza dubbio, il rapporto tra i due leader: Cena, nei panni del presidente Will Derringer, gioca sulla sua immagine da duro dal cuore tenero, mentre Elba interpreta il primo ministro Sam Clarke con una compostezza militaresca e un’ironia tagliente. La dinamica tra i due segue il classico schema del buddy movie, con il “simpaticone” e il “serioso” costretti a cooperare. Funziona finché restano insieme sullo schermo, ma non basta per sostenere un film di quasi due ore.

La trama, che ruota attorno a un piano per destabilizzare la NATO, sembra suggerire una lettura satirica della politica internazionale contemporanea. Tuttavia, ogni riferimento geopolitico si risolve in battute vuote o in villain caricaturali. Il film accenna a una critica all’isolazionismo con lo slogan “America First” messo in bocca al cattivo di turno, ma è una mossa tardiva, gratuita e priva di incisività. In realtà, Capi di Stato in Fuga evita qualunque presa di posizione concreta, rendendo la sua cornice politica una semplice scusa per mettere in moto inseguimenti, sparatorie e battute poco ispirate.

Capi di Stato in fuga (2025) film posterL’azione, elemento centrale del film, è sorprendentemente convenzionale. A parte una manciata di sequenze più brillanti — come un inseguimento in retromarcia con la limousine presidenziale — la regia di Naishuller non riesce a stupire. Rispetto al ritmo folle e creativo di Io Sono Nessuno, qui ci si ritrova in una routine di scene d’azione anonime, dove tutto è già visto: esplosioni, combattimenti coreografati, salti da balconi, sparatorie con droni. Il senso del pericolo è assente e, peggio ancora, anche quello del divertimento.

Il cast di supporto è ben scelto ma sprecato. Priyanka Chopra Jonas, nei panni di un’agente dell’MI6 con un passato sentimentale con Clarke, scompare per buona parte del film, per riapparire nel finale con un ruolo poco sfruttato. Jack Quaid offre un personaggio potenzialmente divertente ma confinato alla macchietta nerd, mentre Stephen Root e Paddy Considine si perdono in antagonisti senza profondità. Anche Carla Gugino come vicepresidente americana e Sarah Niles come consigliera politica restano sullo sfondo, strumenti narrativi più che personaggi.

Uno dei problemi principali di Capi di Stato in Fuga è l’incapacità di scegliere un tono. L’idea di trasformare due capi di governo in protagonisti d’azione potrebbe funzionare sia in chiave iperrealistica che farsesca, ma il film resta impantanato nel mezzo: troppo serio per essere camp, troppo ridicolo per essere credibile. Quando tenta il dramma, risulta forzato; quando cerca la commedia, scivola in battute prevedibili. Persino il finale, con i protagonisti che salvano la NATO e tengono un discorso sul valore della cooperazione, arriva senza il minimo slancio emotivo.

Il film appare così come il prodotto di un algoritmo: casting di richiamo, alta produzione, ma zero rischio. È progettato per essere guardato distrattamente, non per lasciare il segno. In un panorama già saturo di commedie d’azione mediocri su piattaforme streaming, Capi di Stato in Fuga non ha né la freschezza per distinguersi né la sostanza per essere ricordato.

Confezionato con cura ma senz’anima, il film è un’opportunità sprecata. Con un concept del genere e due attori di quel calibro, il risultato poteva essere ben diverso. Invece, siamo davanti a una visione tiepida, che non diverte abbastanza, non intrattiene davvero e non ha nulla di significativo da dire. Insomma, un’operetta che intrattiene giusto il minimo, ma che scompare dalla memoria già durante i titoli di coda.

Di seguito trovate il trailer doppiato in italiano di Capi di Stato in fuga, su Prime Video dal 2 luglio: