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Recensione libro + Intervista: Colpo d’osceno di Davide Barzi

05/07/2023 news di Alessandro Gamma

Un volume per ricordare, approfondire e (ri)scoprire autori e personaggi del fumetto horror erotico italiano

colpo d'osceno barzi 2023

La storia del fumetto di genere horror italiano tende a vedere la seminale rivista Horror del 1969 come capostipite, a citare sbrigativamente quel che accade nel quindicennio successivo e a concentrarsi poi sui fasti della seconda metà degli anni Ottanta e dei primi anni Novanta.

Eppure istanze, temi, archetipi e molti autori sono nati e cresciuti in quelle testate considerate sottoprodotti. Terror, Oltretomba e diverse altre testate similari sono state terreno di sperimentazione dei più disparati temi, luoghi e personaggi dal gotico alle istanze più contemporanee della paura.

Personaggi come Zora, Lucifera, Sukia, Ulula, Wallestein e Yra, dal loro sottobosco hanno inserito nella narrazione diversi degli elementi che si sarebbero poi ritrovati nelle testate seguenti e considerate mainstream.

Autori come Leone Frollo, Giovanni Romanini e Ferdinando Tacconi, al servizio di un editore illuminato e coraggioso come Renzo Barbieri, hanno realizzato opere che solo ora riemergono “da un periodo di arbitrario oscuramento” dovuto ai contenuti sexy (peraltro inizialmente labili quando non inesistenti) che – più di quelli orrorifici – li hanno emarginati dalla storiografia ufficiale.

biancaneve frolloLo sceneggiatore e storico del fumetto Davide Barzi (Bonelli, ReNoir Comics, Editoriale Cosmo) ha deciso che era venuto il momento di fare chiarezza e di rendere il doveroso tributo a questo florido periodo dell’editoria ‘da edicola’ italiana e grazie a Cut-Up Publishing ha dato alle stampe il volume Colpo d’osceno – Autori e personaggi del fumetto horror erotico italiano (324 pagg., 22,90 euro), un’opera fondamentale per chi quegli anni li ha vissuti e per chi vuole (ri)assaporare il profumo un po’ proibito di un’epoca che non tornerà più.

Abbiamo fatto una chiacchierata con l’autore per parlare allora della genesi di Colpo d’osceno – Autori e personaggi del fumetto horror erotico italiano e di come – e perché – si è avvicinato a quelle pubblicazioni ‘proibite’.

Quando hai iniziato a lavorare su Colpo d’osceno, e perché hai pensato fosse ‘necessaria’ una pubblicazione del genere in Italia?

La ricerca prende avvio dalla scelta di Editoriale Cosmo, che ringrazio di cuore, di arricchire la sua collana da edicola “I classici dell’erotismo” (riproposte di una selezione di titoli dei celebri marchi Edifumetto e Ediperiodici) con un apparato redazionale, chiedendo a me di occuparsene. Questo mi ha portato a organizzare con continuità interviste ad autori, studi di materiali, acquisizione di immagini rare e preziose.

Di questa grande mole di materiale non tutto poteva trovare spazio nelle pagine in appendice agli albi, quindi cercavo una forma che “fermasse” tutto lo studio e lo rendesse sempre e facilmente disponibile. Con Cut-Up c’è un rapporto forte e duraturo e credo che la trattativa per realizzare con loro questo libro sia durata circa due minuti e mezzo, dopo, i quali avevamo già un accordo. I primi riscontri che ho dagli eventi di presentazione è che si tratti di un libro che mancava e serviva.

A chi si rivolge Colpo d’osceno?

A chi non ha pregiudizi o – se ne ha – ha almeno un po’ di voglia di metterli in discussione. Ha chi ha il desiderio di conoscere una controstoria del fumetto parallela a quella mainstream più nota. A chi ha interesse ad approfondire le vicende umane e professionali di chi ha costruito un corpus editoriale enorme che è stato esportato con successo in diverse parti del mondo. E – da quel che percepisco dal primi riscontri – da chi all’epoca ne era fruitore magari occasionale ed è stupito nel conoscere l’enorme lavoro oscuro di fior di autori dietro quelle opere.

Parlami di come hai scelto il titolo e le illustrazioni per la copertina

Sono un amante del calembour e vengo accreditato come ottimo titolista, tanto che amici che lavorano in ambito editoriale non di rado mi chiedono una mano in tal senso . Non è magari una skill particolarmente spendibile in ambito professionale, ma almeno in casi come questo danno soddisfazione. Riguardo alla copertina, come si capisce dalle cinquanta pagine interne che gli dedico, sono un devoto adoratore dall’arte di Ferdinando Tacconi, fiero tra le altre cose di avere lavorato con Alfredo Castelli alla prima e unica edizione integrale al mondo del loro capolavoro “Gli Aristocratici”.

luciferaE trovo ancora oggi modernissime e folgoranti le copertine che realizzò al tratto tra il 1973 e il 1974 per la Edifumetto, per testate come I Nobel del Fumetto e Fumetti Folk. Alla fine del 2022 Tacconi avrebbe compiuto cent’anni, e ridare centralità a quel momento del suo percorso non sempre adeguatamente valorizzato mi sembrava un buon modo per rendergli onore. La nipote Barbara ha avvallato la scelta e il grafico Alessio Stucci ha incastonato l’illustrazione in una struttura grafica che trovo straordinaria. Ne approfitto per dire che il ricchissimo apparato iconografico del libro è valorizzato dal lavoro superbo di Alessio: la sua competenza e creatività e lo scrupoloso lavoro di editor di Stefano Fantelli hanno portato a un risultato di cui sono davvero contento.

Tu sei nato nel 1972 … Quando hai (ri)scoperto queste opere e autori?

Nei miei anni formativi non ne sono stato un lettore. Ma non per la mia purezza d’animo: semplicemente preferivo fumetti d’altro genere e la mia pruderie adolescenziale nella seconda metà degli anni Ottanta aveva come riferimento le riviste fotografiche soft e le VHS, mentre questo tipo di fumetto aveva già intrapreso la sua china discendente. Li ho (ri)scoperti in età matura. Escludendo Magnus di cui ho letto tutto fin da ragazzino, compresa quindi la sua produzione per Renzo Barbieri.

Come hai fatto a ricostruire tutto quanto?

Nei miei decenni di appassionato studio del fumetto in generale avevo raccolto anche materiale sul tema specifico, che non è tanto ma c’è, sparso tra volumi, riviste e testi on line. Sicuramente preziosa si è rivelate la collana “Immaginario Sexy” di Mencaroni Editore per l’ attentissimo lavoro di mappatura del materiale. Partendo da lì, i cardini della ricostruzione sono stati due: il primo, fondamentale (tuttora in corso anche per ulteriori approfondimenti futuri) è rappresentato dalle interviste ai protagonisti di quel periodo d’oro: autori ma anche redattori e chiunque lavorasse nella filiera, non esclusi tipografi e distributori, per capire ogni aspetto creativo e produttivo, ma soprattutto – per me imprescindibile – umano.

Perché dal mio “Le Regine del Terrore”, il libro sulle sorelle Giussani, in avanti ho capito che se non emerge una vicenda personale dietro queste storie si racconta un fatto tecnico che ha i suoi motivi di interesse ma rimane nella cerchia degli appassionati del settore.

Salvo rari casi, hanno accettato tutti volentieri di far riemergere quella parte del loro percorso lavorativo che per decenni, consciamente o inconsciamente, è rimasta quantomeno un po’ in penombra. Secondo cardine ovviamente i materiali. E qui il mio enorme ringraziamento va ai fratelli Loris e Silvio Costa, tra i più importanti collezionisti di fumetto in Italia, che mi hanno aperto i loro armadi permettendomi giornate di studio ricche e proficue.

Non è un peccato che chi volesse oggi recuperare queste storie – magari dopo aver letto il volume – sia pressoché impossibilitato a riuscire nell’impresa?

Devo dire che negli ultimi due anni nelle fiere dell’usato ho visto crescere progressivamente lo spazio dedicato ai pocket erotici. Credo ci sia un nesso con il lavoro di riscoperta fatto dal progetto Annexia/Vintagerotika, da Mencaroni Editore, da Editoriale Cosmo, da Cut-Up Publishing e da altri che probabilmente sto dimenticando. Certo questo porta purtroppo a una lievitazione dei prezzi di materiale che solo pochi anni fa nessuno voleva e cercava. Ma la riproposta di Cosmo tutto sommato ha portato una prima sventagliata di recuperi a prezzi abbordabili. E chissà mai che in futuro qualcos’altro possa tornare a succedere…

sukiaIl tuo personaggio / pubblicazione preferito e perché

Difficile. Ma forse, anche se borderline rispetto all’horror (genere comunque contenuto negli ingredienti della collana) la Biancaneve di Rubino Ventura e Leone Frollo. Un’idea geniale sviluppata con inventiva strabordante che crea un sottogenere che avrà successo per anni, quello delle fiabe e favole sexy, sia per i marchi di Renzo Barbieri che con Ventura ideò la progenitrice sla in numerosi emuli di altri editori che cavalcarono il successo con alterne fortune. Un lavoro leggero e brioso dove però i contenuti psicoanalitici, consapevoli o meno, abbondano.

Il tuo personaggio / pubblicazione meno riuscito e perché

Preferirei non indicare un titolo specifico perché dietro ogni lavoro ci sono sempre delle persone che mettono Il massimo del loro impegno. Diciamo che in generale, più che una testata, c’è forse un periodo dove una concomitanza di motivi porta a una flessione qualitativa: dalla metà degli anni Ottanta la diffusione delle riviste fotografiche hard core e la facile reperibilità delle videocassette pornografiche rendono vetusti i pocket erotici in tempi drammaticamente brevi.

La strada consigliata da alcuni è provare a riciclarsi nel fumetto non erotico, a gli esperimenti in tal senso degli anni Settanta non hanno portato, risultati sperati. Se si esclude la geniale intuizione del Paninaro, dai risultati clamorosi ma dalla fiammata di breve durata, l’erotismo ormai è un ricordo, sostituito all’hard, e un redattore/narratore di razza come Giuseppe Pederiali ha ormai preso altre strade. Barbieri proverà tra la fine degli Ottanta e i primi Novanta con una produzione più mainstream, ma i risultati saranno ampiamente deludenti e porteranno Barbieri verso un sensibile ridimensionamento delle sue produzioni.

Qual è il lascito più grande di questo piuttosto lungo e florido periodo dell’editoria italiana?

La creatività selvaggia ai limiti dell’incoscienza che dominava nelle redazioni di editrice 66, Erregi Edizioni, Edifumetto, Ediperiodici e vari marchi correlati ha portato ad anticipare diverse istanze che negli anni a venire sarebbero state integrate dal fumetto che gli edicolanti non nascondevano negli angoli bui dei punti vendita: per dirne solo alcuni, il genere horror, considerato inopportuno alla stregua dell’erotico (il grande pubblico del fumetto si accorgerà del suo potenziale solo da Dylan Dog in avanti, diciassette anni dopo la testata Terror), la testata contenitore come laboratorio di ricerca e palestra per autori, le copertine pittoriche, i nomi degli autori in copertina, la trama orizzontale con un flusso narrativo degno del feuilleton ottocentesco, la grande continuità grafica data da singoli autori (certo spesso coadiuvati da uno staff da loro coordinato) a seguire per intero o quasi una testata.

Di seguito il trailer di Zora la vampira dei Manetti Bros.: