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Titolo originale: Una vita spericolata , uscita: 21-06-2018. Regista: Marco Ponti.

Recensione | Una Vita Spericolata di Marco Ponti

22/06/2018 recensione film di Giovanni Mottola

Il regista gira una 'tarantinata all'italiana', a cavallo tra il film d'azione ironico e la commedia impegnata. Ci si diverte a metà, ma la leggerezza dei toni salva il film dalla retorica

Pur uscendo dagli schemi sempre più frusti tipici del nostro cinema – cosa che peraltro costituisce il suo maggior merito – Una Vita Spericolata di Marco Ponti è un film arcitaliano, contenendo tutte le caratteristiche del nostro modo di essere.

I difetti: una certa superficialità, che si riscontra in una realizzazione con molti buchi di sceneggiatura e ondeggiamenti di stile, e alcune banalità sociologiche che tanto piacciono agl’intellettuali di seconda fascia. E i pregi: l’allegria di fondo e la capacità di non prendersi mai troppo sul serio. A quest’ultima peculiarità nostrana si rifece Quentin Tarantino, dichiarandolo pubblicamente, quando decise di portare alle vette un genere macabro capace di divertire più che di angosciare, talmente poco classificabile che ha finito col prendere il nome da lui stesso. Il film di Marco Ponti vorrebbe essere proprio una “tarantinata”, almeno nei propositi di partenza, perché quanto ai risultati ne resta ben lontano. Del resto egli è specialista in commedie, che ha declinato in varie sfumature. Esordì nel 2001 con una di tipo generazionale, Santa Maradona, che ebbe grande successo e resta a tutt’oggi il suo film più riuscito. Per certi versi Una Vita Spericolata gli somiglia, avendo due protagonisti, il meccanico pieno di debiti Rossi e l’ex promessa del rally BB (rispettivamente Lorenzo Richelmy ed Eugenio Franceschini), che per l’indolenza e la sfiducia nel futuro che li contraddistingue sembrano i nipotini di quelli di allora, incarnati da Stefano Accorsi e Libero de Rienzo (qui presente in un cammeo). L’affinità con i predecessori cessa nel momento in cui capita loro di vivere quell’avventura che gli altri due avevano solamente sognato. Rossi si reca in banca a chiedere un prestito, sente una ragazza di nome Soledad (Matilda De Angelis) che discute animatamente col direttore, gli animi si surriscaldano e a lui cade di tasca una pistola che involontariamente aveva con sè. Scambiato per un rapinatore, gli consegnano tutto il contante. Ohibò, sono venti milioni di euro: un po’ troppi per una piccola filiale della Val di Susa. Infatti è denaro sporco, appartenente a una banda di malavitosi capeggiati da Enrica Castiglioni (Michela Cescon), che si mettono sulle loro tracce in parallelo alla Polizia, guidata dal cocainomane Capitano Greppi (Massimiliano Gallo). Meglio fuggire il più lontano possibile, destinazione Puglia per poi espatriare in Albania, prendendo come ostaggio (finto) proprio la ragazza della banca. La storia inizia in maniera molto divertente, con Rossi che viene portato via insieme al letto dentro al quale sta ancora dormendo insieme a un’amica occasionale dal camion che sta eseguendo un pignoramento ai suoi danni.

Sembra il preludio a un film di risata, che invece poi non riuscirà a produrre spesso, attestandosi sul più tenue sorriso. Per ottenerlo, il regista fonde il tono stilistico della commedia con quello del cinema di genere, grazie ai numerosi richiami ai vari monumenti di quest’ultimo: dita mozzate sulla scia del già citato Tarantino, macabrismi ironici alla Fratelli Coen, citazioni di Sergio Leone per le sparatorie e per le descrizioni dei personaggi con tanto di didascalie. Tutto molto scanzonato: l’unico episodio di sangue davvero rilevante ha infatti riguardato il dietro le quinte, dal momento che il personaggio di BB avrebbe dovuto essere interpretato da Domenico Diele, il quale durante la lavorazione ha causato però l’incidente mortale che lo ha reso protagonista della cronaca nera anzichè di quella cinematografica e ha dovuto essere sostituito in extremis da Eugenio Franceschini. L’opera di Ponti si propone però anche e soprattutto di fotografare un’epoca segnata dalla crisi economica, dalla perdita del lavoro (per chi l’ha trovato) e dalla disillusione diffusa. Una Vita Spericolata finisce quindi per essere un film dove la forma va in una direzione e il contenuto in un’altra, penalizzando l’unità stilistica che una pellicola dovrebbe possedere e che un regista esperto come Ponti avrebbe dovuto sapergli dare. E’ poco credibile la convivenza tra l’anima comica e quella impegnata, fatta di sparate sentenziose contro la Tav e la ricchezza mal distribuita, che si sostanzia nella frase ripetuta in continuazione dagl’involontari rapinatori: “Noi siamo i buoni”. Ma una volta preso atto che è difficile trovare in Italia qualcuno disposto a non lanciare messaggi, al film si può in fondo tributare la simpatia che si deve alle opere minori e un po’ sgangherate. La prova del nove su quanto sia lieve la retorica è che manca la scivolata più facile, quella del viaggio di formazione che trasforma i personaggi: volendo immaginare il prosieguo delle vite dei tre protagonisti un po’ sfigati e inconcludenti, c’è infatti da credere che torneranno ad essere esattamente le stesse che erano all’inizio In questo film on the road il viaggio è infatti pura allegria, come accadeva in quel Marrakesch Express richiamato esplicitamente con la presenza di Gigio Alberti nei panni del padre di BB. Le critiche principali devono quindi vertere sull’eccessiva caricaturalità di alcuni personaggi (il commissario sopra le righe) e sulla mancanza di caratterizzazione di altri, come i cattivi che non fanno paura ma non sono nemmeno abbastanza buffi.

Al tirar delle somme, Una Vita Spericolata è dunque ben lontano dall’essere un film memorabile, ma ha il pregio di cercare di divertire, pur non riuscendoci sempre, e di essere caratterizzato da una certa leggerezza. Siamo infatti convinti che da questo versante, più che da quello dell’impegno che pure in parte possiede, debba essere inteso il film. Se poi avessimo sbagliato a valutarlo, vorrà dire che ancor più di noi ha sbagliato Marco Ponti nel girarlo.

Di seguito trovate il trailer ufficiale del film, nei cinema dal 21 giugno: