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Richard Dreyfuss: “Le regole sulla diversità agli Oscar? Mi fan vomitare; il blackface? L’arte è arte”

08/05/2023 news di Redazione Il Cineocchio

L'attore 75enne ha espresso senza troppi giri di parole il suo pensiero circa le recenti direttive dell'Academy e la delicata questione razziale negli USA

Richard Dreyfuss (Lo Squalo, Incontri ravvicinati del terzo tipo) non è contento delle nuove regole sulla ‘diversità‘ per le candidature ai prossimi Oscar recentemente implementate dall’Academy of Art and Sciences. Tali indicazioni sono state stabilite per quei progetti cinematografici che potranno essere ammessi d’ora in poi al premio per il Miglior film, e l’attore 75enne non ha minimamente nascosto il proprio malcontento.

Apparso di recente alla trasmissione Firing Line della PBS, a Richard Dreyfuss è stato chiesto cosa ne pensasse:

A partire dal 2024, i film dovranno soddisfare nuovi standard di inclusione per essere ammessi agli Academy Awards per il Miglior film. Dovranno avere una certa percentuale di attori o di troupe appartenenti a gruppi razziali o etnici sottorappresentati.

In risposta, l’attore ha detto:

Mi fanno vomitare. I film sono una forma d’arte. Sono anche un tipo di business e generano soldi, ma restano un’arte. Nessuno dovrebbe dirmi, in quanto artista, che io debba cedere all’idea più recente e più attuale di cosa sia percepito come moralità.

Richard Dreyfuss and Robert Shaw in Jaws (1975) lo squaloRichard Dreyfuss ha quindi aggiunto:

E cosa stiamo rischiando? Rischiamo davvero di ferire i sentimenti delle persone? Non si può legiferare su questo. E bisogna lasciare che la vita sia vita. Non penso che ci sia una minoranza o una maggioranza negli Stati Uniti che debba essere ‘accontentata’ in questo modo.

L’attore ha poi elogiato la famosa blackface di Laurence Olivier nell’Otello del 1965:

Mi è stato detto che non avrò mai la possibilità di interpretare un uomo di colore? A qualcun altro viene detto che se non è ebreo non dovrebbe interpretare il “Mercante di Venezia”? Ma siamo pazzi? Non sappiamo che l’arte è arte?

La conduttrice ha infine chiesto a Richard Dreyfuss:

Pensa che ci sia una differenza tra la questione di … chi può rappresentare al cinema altri gruppi etnici … e la questione del blackface soprattutto in questo Paese, considerata la storia della schiavitù e la sensibilità intorno al tema del razzismo verso i neri?

L’attore ha risposto dicendo:

Non dovrebbe esserci, perché si tratta di condiscendenza. Perché ci dice che ormai siamo così fragili da non poter rischiare di essere feriti nei nostri sentimenti. Dobbiamo invece prevedere di ferire i nostri sentimenti, i sentimenti dei nostri figli. Non sappiamo come alzarci e colpire in faccia quello che ci bullizza.

Come si può immaginare, le parole di Richard Dreyfuss hanno alzato un polverone negli USA. Il fatto è che nulla impedisce – teoricamente – a qualcuno di fare il tipo di arte che vuole. Si ha ancora – teoricamente – la libertà di girare il film che si vuole e di interpretare qualsiasi personaggio. Ma non si vinceranno mai degli Oscar per il Miglior film se non verrà rispettato il nuovo regolamento.

In ogni caso, non sembra che a molti importi degli Oscar ultimamente.

Di seguito trovate il video con l’intervista integrale: