Voto: 5/10 Titolo originale: Road House , uscita: 08-03-2024. Budget: $85,000,000. Regista: Doug Liman.
Road House 2024: la recensione del film di botte di Doug Liman (su Prime Video)
21/03/2024 recensione film Road House di William Maga
Jake Gyllenhaal e Conor McGregor sono i protagonisti di una rivisitazione modesta
Il ‘dramma’ dietro le quinte di Road House con Jake Gyllenhaal, remake solo vagamente ispirato a Il duro del Road House del 1989 con l’ascetico Patrick Swayze, è molto probabilmente più eccitante di qualsiasi altro aspetto del film stesso.
Doug Liman (Edge of Tomorrow – Senza domani) ha litigato pubblicamente con gli Amazon MGM Studios per decidere se Road House dovesse essere distribuito nei cinema o mandato direttamente in streaming; il regista insiste che il suo film era destinato alle sale, mentre altre fonti dicono che egli abbia effettivamente accettato l’offerta di Amazon di un budget più alto in cambio dell’uscita dritta su Prime Video.
Alla fine, Doug Liman ha fatto marcia indietro sulla sua proposta di boicottare l’anteprima mondiale di Road House al South by Southwest, ma in questo momento si sta consumando un altro ‘dramma’: lo sceneggiatore del film originale R. Lance Hill (alias David Lee Henry) sta facendo causa ad Amazon per bloccare del tutto l’uscita del remake.
Secondo il Los Angeles Times, la causa legale di Hill sostiene che i diritti di Amazon sulla proprietà intellettuale sono scaduti prima che il remake fosse terminato e che lo studio abbia usato l’Intelligenza Artificiale nel tentativo di affrettare il completamento del film prima della scadenza durante lo sciopero della SAG-AFTRA (e Amazon nega queste affermazioni).
Tutti questi 0cattivi presagi’ potrebbero quindi far pensare a una vera e propria disfatta del film. La sorpresa che Road House non sia un completo disastro potrebbe spiegare perché l’eco del SXSW sia stata sorprendentemente positiva.
Pur non essendo un flop, però, Road House non è nemmeno un granché. L’accattivante interpretazione del sempre bravo Jake Gyllenhaal è l’unica cosa che rimane impressa nella memoria, mentre tutto il resto del film semplicemente evapora dopo i titoli di coda.
E per quanto sia ‘doloroso’ schierarsi con una megacorporazione piuttosto che con un regista, si tratta proprio di un prodotto da vedere in streaming, un paio d’ore di svago casalingo da guardare senza patemi.
Per coloro che si approcciassero a Road House senza aver visto l’originale, all’epoca deriso dalla critica ma molto apprezzato dal pubblico, non c’è problema; ogni film dovrebbe essere in grado di stare in piedi da solo e di essere giudicato di conseguenza in base ai suoi meriti.
Come detto, il merito più grande di Road House è l’interpretazione di Jake Gyllenhaal, tirato a lucido per l’occasione. Il suo personaggio, Elwood Dalton, viene presentato come un lottatore che nessuno vuole affrontare, la cui sola presenza nei paraggi fa desistere gli avversari.
Quando Frankie (Jessica Williams) cerca di assumerlo come buttafuori per il suo locale, il Road House, lui rifiuta l’offerta, accettando il lavoro solo dopo che la sua auto viene distrutta. Quando Dalton deve allontanare per la prima volta alcuni clienti troppo chiassosi, mette bene in chiaro che non vuole fare a pugni con loro, ma se insisteranno, li recapiterà al vicino ospedale.
Non c’è bisogno delle ripetute sequenze di flashback che alludono all’eventuale ‘rivelazione’ per capire che il protagonista si comporta in modo così inquietantemente gioviale e calmo perché sta trattenendo una brutalità che ha sfogato con rammarico in passato e che dovrà sfogare di nuovo di fronte ai brutti ceffi che minacciano il Road House.
Non è certo un personaggio profondo, ma il fatto che sia almeno bidimensionale lo rende più interessante delle figurine cartoonesche che deve affrontare – il riccone piagnucoloso Brandt (Billy Magnussen), il vile e sbraitante Knox (Conor McGregor) – e dei personaggi secondari debolmente definiti che si ritrova a difendere.
La sottotrama romantica tra Dalton e la dottoressa locale Ellie (Daniela Melchior) si rivela poi così assolutamente dimenticabile da meritare a malapena una menzione.
A prescindere dalle informazioni che emergeranno dalla causa legale in corso, Road House ha tutta l’aria di un film che ha cercato di monetizzare facilmente e che – di conseguenza – è stato prodotto in fretta e furia. Non è facile stabilire se i dialoghi siano stati effettivamente pensati da una I.A., come sostiene l’accusa, ma ci sono molte battute palesemente mediocri e il tenore di molti dialoghi e della recitazione è generalmente scadente.
I personaggi ripetono cose che sono già state chiarite in precedenza, mentre la maggior parte delle gag suona fuori luogo. Il tentativo più fastidiosamente insistito di alleggerire l’atmosfera è una freddura che cerca di anticipare il meme secondo cui questo film sia “in realtà un western”.
Nonostante Road House abbia presumibilmente ottenuto un budget maggiore in cambio di un debutto in streaming, il film ha un aspetto visivo curiosamente economico, da B-movie di inizio anni 2000.
La maggior parte delle riprese è insipida e, grazie a una CGI evidente, le scene d’azione sembrano finte, anche se vi partecipano veri combattenti di MMA come Conor McGregor.
Le coreografie degli incontri violenti sono comunque molto curate, ma non sono né abbastanza grintose da risultare coinvolgenti né abbastanza stilizzate da sembrare un cartone animato live-action, collocandosi in una scomoda ‘via di mezzo’.
In teoria, l’uccisione più memorabile del film riguarda un tizio che viene mangiato da un coccodrillo; in pratica, alla fine ci si distrae abbastanza durante la visione da dimenticare che tale morte sia in effetti avvenuta, almeno fino alla fine del film.
Insomma, quello che pagate di canone mensile è già una spesa più che sufficiente a giustificare queste altre 2 ore di vita passate questa settimana sul divano.
Di seguito trovate il full trailer doppiato in italiano di Road House, dal 21 marzo nel catalogo di Prime Video:
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