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Stephen King sa perché sempre più spettatori scelgono lo streaming al posto della sala cinematografica

02/09/2025 news di Stella Delmattino

Il Re del Brivido ha un'idea molto precisa

stephen king 2024

Il box office non si è mai ripreso del tutto come Hollywood sperava. Il primo trimestre del 2025 è stato debole, e persino la stagione estiva dei blockbuster non ha portato i record di un tempo.

Il Superman di James Gunn, che ha inaugurato il nuovo universo DC, ha incassato circa 600 milioni di dollari in tutto il mondo. Un risultato solido, ma lontano dai mega-successi pre-2019. Neppure la Marvel è andata meglio: i tre film del 2025 si sono fermati tutti attorno alla stessa cifra. Persino F1, spettacolare kolossal sulle corse automobilistiche con un budget enorme, ha superato la soglia solo di poco.

Insomma, il pubblico non affolla più le sale come una volta. I motivi? Sale gremite, biglietti e popcorn sempre più cari, telefoni che illuminano la sala e pre-show che superano ormai i 30 minuti. Il confronto con lo streaming è impietoso: dopo pochi mesi dall’uscita in sala, i film arrivano sulle piattaforme, comodamente disponibili dal divano di casa.

Ma per Stephen King la vera ragione di questo cambiamento è un’altra: i sottotitoli.

Lo scrittore ha condiviso la sua teoria su Threads, scrivendo:

«Il vantaggio ovvio dello streaming rispetto al cinema è che puoi guardare i film a casa. L’arma segreta delle piattaforme, soprattutto con pellicole in cui i personaggi hanno forti accenti, sono i sottotitoli. […] I giovani attori in particolare sembrano non capire l’importanza della proiezione vocale, forse perché lavorano in TV e cinema senza esperienza teatrale».

E i dati gli danno ragione: secondo IndieWire, circa metà degli spettatori a casa guarda i film con i sottotitoli attivati. Una scelta dettata anche da problemi audio: le scene d’azione esplodono a volume altissimo, mentre i dialoghi restano spesso appena sussurrati.

Il problema nasce dal fatto che molti film vengono mixati per impianti sonori cinematografici, rendendo l’audio poco equilibrato sui televisori domestici. I sottotitoli risolvono la questione, aiutando anche a mantenere la concentrazione quando le distrazioni – smartphone in primis – sono a portata di mano.

King ha inoltre criticato i nuovi stili recitativi. Oggi gli attori prediligono una recitazione naturale e intima, che rischia però di trasformarsi in un semplice mormorio. Diverso era per i teatranti, abituati a proiettare la voce per riempire un’intera sala.

Che si tratti di mix audio discutibili, di cambiamenti negli stili attoriali o della praticità dei sottotitoli, il punto di King è chiaro: l’esperienza domestica, per molti spettatori, è diventata più attraente di quella in sala.

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