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Voto: 6/10 Titolo originale: The Menu , uscita: 17-11-2022. Budget: $35,000,000. Regista: Mark Mylod.

The Menu: la recensione del film horror stellato di Mark Mylod

16/11/2022 recensione film di Marco Tedesco

Ralph Fiennes e Anya Taylor-Joy sono i protagonisti di un'opera spruzzata di dark humor che indaga i rapporti di classe e satirizza sull'industria della ristorazione

the menu film fiennes 2022

Cosa saresti disposti a dare per sedervi al tavolo pronti alla miglior cena del mondo? È questa la domanda a cui The Menu, il nuovo film del regista inglese Mark Mylod (The Big White), cerca di rispondere. Andreste in pellegrinaggio su una minuscola isola, vi mettereste in gioco con una dozzina di altri fortunati commensali per la serata e sborsereste alcune migliaia di dollari per questa esperienza esclusivissima? Sopportereste la terrificante freddezza del capo chef mentre vi descrive come consumerete “interi ecosistemi” nel corso di quell’agognato pasto, esso stesso un mare di schiume, gel ed emulsioni varie?

E quando The Menu si rivela una critica tagliente e pungente dell’industria della ristorazione, mascherata da film horror rigoroso e a combustione lenta, la domanda – inizialmente radicata in un certo tipo di strategia da ‘lista di esperienze’ – diventa molto più sinistra: siete davvero così disposti a consumare i migliori cibi del mondo da mettere sul piatto persino la vostra vita?

Il film, interpretato da Anya Taylor-Joy, Nicholas Hoult e Ralph Fiennes, che veste i panni dell’intenso e ribollente chef Julian Slowik, si ispira chiaramente alle familiari narrazioni televisive che circondano da tempo ormai il “cibo di prestigio”: le scene di transizione, realizzate come pagine di un menu che introducono ogni nuova portata, sono un chiaro riferimento alla docu-serie Chef’s Table. Ma è anche un perfetto compagno di Triangle of Sadness di Ruben Ostlund, avendo entrambi obiettivi simili e avvalendosi di una comicità contorta, ispirata ai Monty Python, per trasmettere il loro messaggio.

The menu film 2022 posterI piatti sembrano proprio quelli intricati che si vedono al famoso Noma; probabilmente questo ha a che fare con il coinvolgimento della chef a tre stelle Dominique Crenn, che ha prestato la sua esperienza come consulente culinario.

La prima portata, un assemblaggio di alghe, rocce e “acqua marina filtrata appena congelata”, è apparentemente un’analogia così commovente che il buongustaio fin troppo entusiasta Tyler (Hoult) arriva a piangere per la sua bellezza mentre la sua compagna, Margot (Taylor-Joy), lo guarda disgustata.

Nel suo nucleo, The Menu è una commedia estremamente cupa che esamina il funzionamento delle classi sociali in sala da pranzo, sia tra le persone che servono ai tavoli che tra quelle che vengono servite. Gli avventori privilegiati del ristorante, selezionati da Slowik per la loro vicinanza alla assoluta ricchezza e al potere, sono ovvi veicoli per questa critica: c’è un attore di Hollywood (interpretato da John Leguizamo), un politico e sua moglie, e un gruppo di odiosi ragazzotti che lavorano nel settore delle nuove tecnologie che festeggiano un compleanno.

Tutti – prevedibilmente – nascondono oscuri segreti e indiscrezioni di cui lo chef Slowik è in qualche modo a conoscenza e che ha agghiacciantemente inciso addirittura col laser sulle tortillas da mangiare insieme a un piatto di pollo ‘al pastor’. In questo momento, gli avventori – e gli spettatori – si rendono conto che è in atto qualcosa di molto sinistro.

The Menu si sofferma sul modo in cui l’industria dell’ospitalità si rivolge ai ricchi e sul tipo di ‘diritti’ che si sono venuti a creare tra i commensali. La trama principale coinvolge Slowik , un tipo di tiranno familiare in cucina, che estende il suo spietato regno fino alla sala da pranzo, spingendo i suoi ospiti a livelli di disagio sempre più estremi. Nega loro il cibo. Li fa vergognare per la loro ricchezza. Osserva i suoi ospiti VIP – che non hanno conosciuto alcun tipo di maltrattamento nelle loro vite, tanto meno questi livelli di crudeltà estrema e ‘performativa’ – mentre lottano per capire cosa stia realmente accadendo loro.

Quando diventa chiaro che nessuna esclamazione “Sapete chi sono io?” li salverà dagli orrori pianificati da Slowik , gli ospiti si concentrano allora sul tentativo di capire come superare la notte restando vivi. Come spettatori, ci agitiamo sulle nostre stesse poltrone, vacillando tra il tifo per Slowik che mette al ‘loro posto’ un gruppo di VIP monelli e la sensazione strisciante che si sia effettivamente spinto troppo oltre: Ralph Fiennes interpreta lo chef Slowik con freddezza, ma con un terrificante afflato di rabbia atavica.

In una portata chiamata semplicemente “Il pasticcio”, il ‘tributo’ mentale e fisico del lavorare quotidianamente agli ordini di uno chef esigente come Slowik viene esplorato in modo particolarmente brutale. The Menu fa anche cenno al problema delle molestie sessuali nel settore, gestendolo secondo la legge del contrappasso.

È il tipo di scenario ‘revenge’ su cui i lavoratori/lavoratrici che hanno subìto abusi da parte dei loro capi e colleghi potrebbero in qualche modo fantasticare. Ma resta comunque un momento sconcertante e teso, che mette in dubbio la possibilità di rimediare in modo significativo a quel tipo di violenza, e che si svolge in piena luce nella sala da pranzo, dove gli ospiti devono continuare a cenare.

The menu film 2022 anyaLa scena sembra una critica particolarmente ficcante al modo in cui l’industria della ristorazione utilizza spazi meravigliosi e piatti bellissimi per nascondere i propri abusi.

Sappiamo che lavorare in cucina può essere fisicamente e mentalmente pericoloso, ma raramente ci confrontiamo con le conseguenze viscerali di questo pericolo. Inoltre, spesso ignoriamo i modi in cui i proprietari dei ristoranti e gli chef colludono per nascondere questi problemi nel tentativo di rendere felici i loro clienti, proteggere i loro amici e, naturalmente, fare soldi.

The Menu affronta questa realtà in un modo che sembra allo stesso tempo ovvio e inedito: come unica conclusione ragionevole in un settore in cui i lavoratori sono profondamente sottovalutati.

Ralph Fiennes interpreta Slowik come un prodotto del suo ego, schiacciato dalle sue stesse aspettative e dall’insistenza nel cercare conferme attraverso buone recensioni e il denaro dei commensali ricchi. In alcuni momenti di The Menu ci si sente quasi dispiaciuti per lui, sapendo che in realtà è molto più penoso che mortificante, ma poi torna a torturare i suoi clienti in modi sempre più spregevoli e il sentimento di simpatia si dissipa lesto.

E per quanto riguarda gli avventori, non stupitevi di vedere parti di voi stessi in questi personaggi. Chiunque abbia mai speso troppi soldi per una cena elegante ha probabilmente detto qualcosa di fastidioso e di pretenzioso alla maniera di Tyler, e qualsiasi “buongustaio” è stato colpevole di preoccuparsi più del sapore del proprio cibo che del trattamento riservato alle persone che lo hanno coltivato, macellato e preparato.

Quando la serata si conclude, i destini degli ospiti sono segnati; il finale è più ‘divertente’ che spaventoso e rappresenta un ottimo coronamento per quasi due ore di ansia e panico. The Menu è, insomma, tanto una dark comedy con spunti satirici quanto un film dell’orrore, che chiunque abbia mai lavorato nel settore della ristorazione (ma si potrebbe estendere a altri settori) probabilmente apprezzerà. Chi di noi non ha mai voluto prendere in mano la situazione con un cliente particolarmente fastidioso? E chi di noi “palati fini” non è mai stato uno di loro?

Di seguito trovate il trailer italiano di The Menu, nelle nostre sale dal 17 novembre: