Voto: 7/10 Titolo originale: Los cronocrímenes , uscita: 01-11-2007. Budget: $2,600,000. Regista: Nacho Vigalondo.
Timecrimes: la recensione del film con loop di Nacho Vigalondo
23/11/2019 recensione film Timecrimes di William Maga
Nel 2007, il regista e sceneggiatore spagnolo esordiva con un'opera che mescolava abilmente slasher e fantascienza, per un risultato tanto inquietante quanto irresistibile
Non ci vuole molto per fare un film horror. Una manciata di giovani e aitanti ragazzotti e donzelle, un’ascia di gomma, una videocamera e un secchio di sangue sono tutti gli ingredienti di cui un regista in erba ha bisogno per buttare giù il suo film slasher economico e privo di trama originale in stile Venerdì 13.
La creazione di un film veramente spaventoso, invece, richiede molto più che urla e ketchup, e spesso succede che le opere più terrificanti non rientrino completamente nel suddetto genere. Per dirne una, la premessa di una natura infuriata al centro di Swarm del 1978 sarebbe sufficiente a tener sveglia la notte per una settimana una giovane mente che lo approcciasse, anche se la recitazione di Richard Chamberlain potrebbe essere parimenti importante.
Poi c’è gente come Gaspar Noé, un regista i cui lungometraggi sono così minacciosi e ambiguamente inquietanti che in pochi riescono ad affrontarne la visione più di una volta.
Questo ci porta a Timecrimes (Los Cronocrímenes) del 2007 dello sceneggiatore e regista spagnolo Nacho Vigalondo. Proprio come un cavallo di Troia, si è intrufolato nelle misteriose offerte home video e poi sul piccolo schermo con le sembianze di un film di fantascienza cerebrale sui viaggi nel tempo, salvo continuare a turbare e sconcertare per i successivi 90 minuti, apparentemente infiniti.
Il primo atto, in particolare, è degno dei migliori incubi. Sistemandosi nella sua nuova casa di campagna, il burbero e poco incline a nuove amicizie Hector (Karra Elejalde) vuole solo mettersi comodo sulla sdraio in giardino e osservare le cose da lontano, attraverso le lenti del suo binocolo. Mentre sua moglie Clara (Candela Fernández) è impegnata a sistemare, l’uomo nota che una giovane donna formosa (Bárbara Goenaga) si sta denudando tra le piante del bosco confinante con la sua proprietà.
Dirigendosi incautamente per dare un’occhiata più da vicino, Hector viene coinvolto in un gioco inaspettato e straziante del gatto e topo da una figura che sembra uscita da un romanzo di Clive Barker. Avvolto in un sudicio cappotto a tre quarti, e con la testa fasciata misteriosamente in bende che lasciano solo uno spazio per gli occhi e il naso, questo terrificante mostro umanoide trafigge Hector al braccio con un paio di forbici, prima di iniziare a inseguirlo senza sosta attraverso il folto della boscaglia autunnale.
È solo quando Hector si imbatte, nel suo cieco panico, in una remota struttura di ricerca, che Timecrimes offre una svolta verso la fantascienza pura, ma è meglio non descrivere più nulla di ciò che accade da quel punto in poi, poiché il resto del film merita di essere visto senza anticipazioni di sorta .
Combinando brillantemente – e giocando – con le convenzioni dello slasher e della sci-fi, Nacho Vigalondo – che si ritaglia anche una parte – realizza un’opera tesa e imprevedibile, con un budget, un cast e un’ambientazione minimi (circa 2.5 milioni di dollari). Gli ultimi sessanta minuti mancano della febbrile qualità dei primi trenta, ma la trama rimane insopportabilmente tesa e avvincente fino alla conclusione.
Proprio come Memento di Christopher Nolan o Primer di Shane Carruth, Timecrimes è architettato in modo tanto elaborato quanto un tappeto persiano, con le prime scene che prefigurano quelle successive in un modo che si può apprezzare appieno soltanto a una seconda visione. E a differenza, diciamo, della serie Lost, offre una risposta finale sia soddisfacente che logica, anche se in un modo che potrebbe creare un po’ di mal di testa quando si comincia a pensare alle sue implicazioni (il paradosso è sempre dietro l’angolo in questi casi …).
L’aspetto più memorabile di Timecrimes rimane comunque la sua atmosfera intimidatoria. L’antagonista mascherato può senz’altro sembrare un personaggio familiare agli appassionati dei film horror, ma c’è qualcosa nella regia di Nacho Vigalondo (per non parlare della fotografia ‘povera’ curata da Flavio Martinez Labiano) che rende questo oscuro figuro oscura molto più snervante di quanto altrimenti non ci si potrebbe aspettare.
Che questo ‘essere’ improvvisamente appaia in un ambiente così bucolico e improbabile (il fondo di un giardino di un modesto uomo di mezza età qualunque) rende la sua presenza ancora più destabilizzante, come una versione adulta e malvagia di Alice nel paese delle meraviglie.
E mentre Hector scompare nella profonda tana temporale del film, si ritrova intrappolato in una serie di eventi che conducono inesorabilmente verso il basso. Quello che succede a questo paffuto e sfortunato protagonista nel corso del debutto alla regia di Nacho Vigalondo è bizzarro, macabro, ma inesorabilmente irresistibile.
Di seguito il trailer internazionale di Timecrimes:
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