Voto: 7/10 Titolo originale: Top Gun: Maverick , uscita: 21-05-2022. Budget: $170,000,000. Regista: Joseph Kosinski.
Top Gun – Maverick: la recensione del film a Mach 9 di Joseph Kosinski
22/05/2022 recensione film Top Gun: Maverick di William Maga
Tom Cruise e Jennifer Connelly sono i protagonisti di un sequel (o requel?) forse superiore alle aspettative, capace di integrare abilmente nostalgia e spettacolari riprese aeree
Sgombriamo subito il campo dal dubbio. Top Gun: Maverick è probabilmente il miglior sequel (o ‘requel‘ …) possibile che i fan del film originale di Tony Scott, oggi considerato un piccolo grande classico degli anni ’80, potessero sperare di ottenere. Con il ritorno dell’ormai affermatissima star Tom Cruise in uno dei suoi ruoli più iconici, di un membro del cast originale ben ‘piazzato’ e di una schiera di onesti volti nuovi, oltre al ritmo narrativo ad alti giri, all’uso nostalgico delle musiche e alle riprese delle scene d’azione all’altezza del nome – e delle aspettative – che si porta(va) dietro, questo potenziale blockbuster da 150 milioni di dollari di budget diretto dal regista Joseph Kosinski (Oblivion) ha tutte le carte in regola per sfondare ai botteghini.
Eppure, l’aspetto più soddisfacente di Top Gun: Maverick, la cui uscita è stata a lungo rimandata a causa della pandemia, è l’essere sufficientemente coinvolgente ed emozionante da poter attirare anche il resto del potenziale pubblico, compresi quelli che (sì, non sono pochissimi) non hanno amato il film originale.
Si presenta come una tipica mega-produzione hollywoodiana da assaporare meglio sul grande schermo (magari in IMAX), ma – al contempo – quei dettagli del primo Top Gun che non hanno mai incontrato il gusto di alcuni come i personaggi monodimensionali, la patina da melodramma sdolcinato e il montaggio in stile ‘military porn’ che lo faceva sembrare un video di reclutamento della Marina americana – rimangono. Si potrebbe però obiettare che proprio tutto ciò fa parte del fascino intrinseco di quello che ora è, a tutti gli effetti, un franchise.
Come detto, il 59enne Tom Cruise interpreta nuovamente il capitano Pete “Maverick” Mitchell, ancora in Marina dopo oltre 30 anni di servizio e attualmente impegnato come pilota collaudatore, che sottopone i nuovi velivoli ai test più duri possibili mentre continua a evitare sia la promozione che il pensionamento. Ma quest’ultimo potrebbe essergli ora imposto, poiché il contrammiraglio Chester “Hammer” Cain (Ed Harris) arriva per informare Maverick che “il futuro sta arrivando. E tu non ne fai parte“, riferendosi alla preferenza dell’alto militare per i droni anziché per gli aerei pilotti da esseri umani.
Tuttavia, a Maverick viene ordinato di tornare alla Naval Fighters Weapons School di San Diego – alias TOP GUN – per addestrare un nuovo gruppo di giovani piloti che sono il meglio del meglio e già tutti vincitori del titolo di “Top Gun” della scuola d’élite. I piloti sono richiesti per una missione molto delicata e urgente: sei di loro dovranno infatti volare in un pericoloso e stretto sentiero che si snoda tra alte montagne innevate e sganciare due missili direttamente dentro un laboratorio sotterraneo in cui il nemico (non viene mai identificato precisamente e la politica è tenuta accuratamente fuori dalla storia, ma il paesaggio sembra proprio quello della Corea del Nord …) sta trafficando con l’uranio, che è ovviamente sorvegliatissimo da caccia e battaglioni di contraerea.
È un incarico così rischioso che solo uno come Mitchell potrebbe aiutare a prepararlo adeguatamente, dato che è l’unico ad aver mai portato a termine una missione molto simile, ma persino lui dubita che i piloti possano tornare tutti interi. A complicare le cose si mette poi che uno dei candidati è Bradley “Rooster” Bradshaw (Miles Teller), il figlio pieno di risentimento del defunto migliore amico di Maverick e ufficiale addetto alle intercettazioni radar, Nick “Goose” Bradshaw, la cui morte accidentale durante un volo di addestramento avvenuto decenni prima tormenta ancora la coscienza di Maverick.
Una volta apparecchiata la tavola, Top Gun: Maverick si muove come un orologio svizzero, centrando il ritmo della narrazione con una tale accuratezza che viene da chiedersi se Joseph Kosinski stesso non sia riuscito a pilotare l’F/A-18 e a far fuori quel dannato bersaglio tutto da solo (la sceneggiatura e la storia sono accreditate a ben cinque sceneggiatori, tra cui il collaboratore abituale di Tom Cruise Christopher McQuarrie).
Naturalmente, Maverick litiga in ordine con: l’ufficiale in comando (Jon Hamm) per i suoi metodi poco ortodossi; Rooster per la morte di Goose e per la sua complicata storia con la carriera ‘tarpata’ del ragazzo; il presuntuoso pilota Hangman (Glen Powell) per l’atteggiamento spocchioso di quest’ultimo. Intere scene del primo film vengono ricreate e ‘ritoccate’, con una partita di beach football che sostituisce la famosissima sequenza del beach volley. E al posto della protagonista Kelly McGillis (sulla cui sorte non è dato sapersi …), Maverick riaccende una relazione con la proprietaria di un bar locale e madre single Penny (Jennifer Connelly), menzionata – ma mai vista – nel Top Gun del 1986.
Quanto appena letto si svolge in modo decisamente prevedibile, coi nuovi piloti che rimangono dei semplici archetipi (anche se – per fortuna – questa volta si aggiungono delle donne alla squadra), Jon Hamm che dà il meglio di sé nel ruolo che fu Tom Skerritt del primo film e il personaggio di Jennifer Connelly che sembra essere lì solamente per guardare Maverick con occhioni preoccupati.
Ma ci sono anche momenti di autentica commozione e dolcezza in Top Gun: Maverick, come quando il protagonista fa visita al suo vecchio amico, e ora comandante della flotta americana del Pacifico, Tom “Iceman” Kazansky (Val Kilmer). C’è una vera e palpabile e reale emozione nella scena che i due condividono, certamente resa ancora più intensa dai ben documentati problemi di salute di Val Kilmer.
E poi ci sono le sequenze aeree, in cui Top Gun: Maverick prende veramente vita in modo pieno, stupefacente e sbalorditivo. Questi momenti per aria sono a dir poco incredibili, con gli attori chiaramente seduti su veri F/A-18 pilotati da gente esperta. Per gli aerei sono stati costruiti speciali impianti di ripresa, mentre Tom Cruise stesso avrebbe sottoposto il resto del cast a un intenso addestramento di volo, e il risultato cattura la grandezza, la meraviglia e il terrore di sfrecciare nei cieli a velocità spaventose in un modo che nessuna CGA o Volume (i pannelli LED ad alta definizione usati, ad esempio, in The Mandalorian) potrebbe mai replicare.
Joseph Kosinski, Tom Cruise, il produttore Jerry Bruckheimer e la troupe di Top Gun: Maverick hanno chiaramente tratto ispirazione per il bombardamento decisivo e conseguente rapida fuga dalla leggendaria sequenza sulla Morte Nera di Star Wars – Una nuova speranza, dalla scelta di far sbucare fuori caccia nemici non previsti fino al disseminare di torrette difensive il percorso lungo lo stretto canyon, passando per la scelta di un bersaglio quasi impossibile da colpire e la ripida ‘impennata’ per uscire da quella trincea naturale (qualcuno grida addirittura: “Non riesco a scrollarmeli di dosso!” mentre sono circondati dai piloti nemici dei ‘TIE’).
Il modello di riferimento è palese, ma la scena resta ugualmente di un’intensità mozzafiato, garantendo dosi di azione da brivido per quasi tutta la durata. Tutto è realizzato in modo viscerale, specialmente grazie a un uso abilissimo degli effetti pratici e della fotografia aerea, ma il momento clou che stato costruito per quasi due ore, nonché vero climax emotivo di Top Gun: Maverick, viene smussato da numerosi altri colpi di scena che privano i momenti finali del film di parte della carica di potenza acquisita.
È allora qui che le strade dei fan più accaniti, che sicuramente si saranno esaltati per la cascata di nostalgia piovuta su di loro, e il resto degli spettatori potrebbero dividersi, con Top Gun: Maverick che cerca ardentemente il dramma ma, in fondo, si accontenta del sentimentalismo.
Tuttavia, nonostante la mancanza di arrosto sotto il fumo (non diversamente dal capostipite, sia chiaro) Top Gun: Maverick porta avanti la tradizione da blockbuster che il primo film aveva abbracciato con così tanta gioia nel lontano 1986.
Certo, le continue inquadrature di costosissime macchine militari da combattimento e di uomini che fanno enigmatici segnali con la mano finiscono per stancare se non si è inclini a tollerarle, e i puristi potrebbero pure sostenere che il film di Tony Scott abbia aperto la strada a emulatori del calibro di Michael Bay, giustificando operazioni incoerentemente montate e scioviniste.
D’altra parte, Tom Cruise è non solo in forma fisica smagliante, ma è carismatico e apprezzabile senza alcuno sforzo (come sempre del resti) nel ruolo per il quale sarà probabilmente ricordato di più, e Top Gun: Maverick riempie lo schermo e fa passare i suoi minuti piuttosto rapidamente. E, giusto ribadirlo, le sequenze a bordo (e intorno) dei caccia sono davvero quel tipo di cinema coinvolgente e strabiliante che giustificano la visione nelle sale.
Insomma, Top Gun: Maverick a volte va in stallo, ma subito prende una boccata d’ossigeno e risale in quota, senza mai rischiare di precipitare, e anzi spesso raggiungendo Mach 9.
Di seguito trovate il full trailer italiano di Top Gun: Maverick, nei nostri cinema dal 25 maggio:
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