Voto: 5.5/10 Titolo originale: Cold Pursuit , uscita: 07-02-2019. Budget: $60,000,000. Regista: Hans Petter Moland.
Un uomo tranquillo: la recensione del film con Liam Neeson in odore di Coen
07/02/2019 recensione film Un uomo tranquillo di William Maga
Il norvegese Hans Petter Moland dirige il remake di un suo film del 2014, privilegiando al trito canovaccio 'revenge' le atmosfere grottesche e il tratteggio dei personaggi
Vedere Liam Neeson vendicarsi spietatamente e in variopinti modi di un mucchio di nemici (impiegando il suo singolare set di abilità) sembra essere diventato ormai da qualche anno un ciclico rituale cinematografico imprescindibile, e, almeno a giudicare dalla breve sinossi che recita ‘un guidatore di spazzaneve cerca vendetta contro i trafficanti di droga che lui ritiene abbiano ucciso suo figlio’, il suo nuovo thriller Un uomo tranquillo (Cold Pursuit) sembrerebbe non distaccarsi molto dall’usuale canovaccio.
Invece, sorpresa sorpresa, questa volta va diversamente (almeno un po’). Per cominciare si tratta del remake americano della dark comedy norvegese del 2014 In ordine di sparizione (In Order of Disappearance, alias Kraftidioten), con Stellan Skarsgård nei panni del suddetto protagonista diventato killer. In più, è stato diretto da Hans Petter Moland, il medesimo regista dell’originale, che si è così unito al ristretto circolo in cui ci sono anche George Sluizer (per The Vanishing, 1993), Takashi Shimizu (per The Grudge, 2004) e Michael Haneke (per Funny Games, 2007).
Liam Neeson interpreta Nelson ‘Nels’ Coxman (già … un sacco di battute sul suo cognome, almeno in lingua originale) è un tranquillo abitante di Kehoe, Colorado, che trascorre la maggior parte delle giornate in solitaria a ripulire le strade innevate intorno a una lussuosa stazione sciistica delle Montagne Rocciose. Ha una moglie adorabile, Grace (Laura Dern) e un figlio, Kyle (Micheál Richardson, suo figlio anche nella vita reale), che lavora come trasportatore di bagagli al piccolo aeroporto locale.
Un giorno, Kyle viene ritrovato morto per overdose di eroina. Sebbene le autorità locali siano convinte che si tratti di una fatalità, Nels è fermamente convinto che qualcuno l’abbia ammazzato, mentre sua moglie, distrutta dal dolore, lo abbandona (e non la vedremo effettivamente più).
Il fortuito incontro con Dante (Wesley MacInnes), amico malridotto di Kyle e in fuga a confermare definitivamente che il ragazzo è stata la sfortunata vittima di un affare di contrabbando di droga finito male. Da qui, Nels decide allora di intraprendere la via della vendetta personale, risalendo passo dopo passo la catena di comando criminale e inconsapevolmente innescando una faida tra due cartelli rivali, quello guidato dal sadico Trevor ‘Viking’ Calcote (Tom Bateman) e quello dei nativi americani gestito da un antiquario noto come Toro Bianco (Tom Jackson).
Come anticipato, siamo davanti a tutt’altra cosa dal film che ci si aspetterebbe ormai da Liam Neeson. La sceneggiatura di Un uomo tranquillo scritta dell’esordiente Frank Baldwin – che ha lavorato su quella originaria del danese Kim Fupz Aakeson – è abbastanza radicata nella realtà e molto più incentrata sui personaggi rispetto al solito esiguo schema revenge – pensate a un improbabile incontro tra il grottesco di Fargo – il lungometraggio, ma forse anche di più la recente serie TV – dei fratelli Coen (togliendo però dall’equazione il Fato beffardo) e l’azione non-stop di Io vi troverò.
I protagonisti – ai limiti della caricatura – sono arricchiti da storie personali e retroscena, specie l’egocentrico villain interpretato da Tom Bateman, il Vichingo, catturato in un periodo di lotte con l’ex-moglie Aya (Julia Jones) per la custodia del loro brillante figlioletto Ryan (Nicholas Holmes), al quale dà pessimi consigli su come affrontare i bulli a scuola e che obbliga a una dieta rigidissima. Poi c’è la pletora di scagnozzi dai soprannominati bizzarri, vale a dire Mustang (Domenick Lombardozzi), Dexter (Benjamin Hollingsworth) e Bone (Gus Halper), due dei quali sono segretamente innamorati l’uno dell’altro.
Nelle quasi due ore di Un uomo tranquillo non ci viene negato nemmeno uno scorcio sui criminali nativi americani – aggiunti appositamente per il remake -, che non mancano di ricordare costantemente, tra il serio e il faceto, come i bianchi li abbiano cacciati / abbiano portato via le loro terre. Nel calderone rientrano infine un paio di poliziotti della cittadina montana, che provano blandamente a dare un senso al cumulo di cadaveri che continuano a spuntare, la curiosa agente Kim Dash (Emmy Rossum), in cerca di un caso brioso, e il suo partner John ‘Gip’ Gipsky (John Doman), classico veterano molto meno entusiasta. Anche loro impregnati come quasi tutto il resto di una vaga nota di umorismo straniante. Dulcis in fundo, William Forsythe (La Casa del Diavolo) è il jolly nella manica di Hans Petter Moland, ossia Wingman, il fratello mafioso ora in pensione di Nels. Pochi minuti in scena ma memorabili.
In ogni caso, prima che qualcuno si preoccupi, Un uomo tranquillo mette sul piatto un gran bel numero di cadaveri (è pur sempre R-Rated), col non poi tanto mite Coxman di Liam Neeson che si fa largo a pugni e fucilate a canne mozze tra una schiera di sgherri.
E al protagonista – che in realtà ‘sparisce’ dalla scena per tutto il secondo atto, altro elemento di trama piuttosto curioso – non interessa nemmeno l’agire nell’ombra (arriva a presentarsi in una discoteca affollata avvolto nel suo parka per affrontare faccia a faccia uno spacciatore), scaricando cadaveri buoni per i pesci del fiume – l’ha imparato leggendo i libri gialli! – dopo averli trasportati tranquillamente dentro il suo furgone o nel retro dello spazzaneve. E questa atmosfera tragicomica è ulteriormente fomentata dai cartelli in stile ‘annuncio mortuario’ che compaiono sullo schermo ad ogni dipartita di un personaggio.
In definitiva, Un uomo tranquillo – che vanta anche una fotografia algida d’impatto ad opera di Philip Øgaard (già al lavoro nell’originale del 2014) – potrebbe quindi spiazzare (deludere?) molti e, insieme alle recenti vicende extra cinematografiche che hanno messo sulla gogna Liam Neeson per razzismo, potrebbe determinare il suo fallimento al botteghino, oltre che venir ricordato come l’ultimo titolo della carriera dell’attore nordirlandese. Due buoni motivi per andarlo a vedere.
In attesa di vederlo nei nostri cinema dal 21 febbraio, di seguito trovate il full trailer italiano di Un uomo tranquillo:
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