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Voto: 6/10 Titolo originale: Witch Hunt , uscita: 01-10-2021. Regista: Elle Callahan.

Witch Hunt: la recensione del film di streghe di Elle Callahan (Sitges 54)

12/10/2021 recensione film di Gioia Majuna

La regista torna sulle scene con un horror Rated R che si domanda se gli USA siano davvero cambiati rispetto al 1690

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Non è facile parlarne senza fare spoiler. Non che non ci sia nulla di cui discutere apertamente, è soltanto che ci sono alcuni problemi con il film che derivano da alcuni snodi della trama che è meglio conservare per la visione. Detto questo, Witch Hunt – presentato al Festival di Sitges – è, nel complesso, uno sguardo per lo più capace sulla persecuzione che le streghe moderne potrebbero aspettarsi da una società – spesso – ancora assai bigotta. Quel “spesso ancora bigotta” è collegato strettamente a quella che è il problema più grande della narrazione, ma ci arriveremo tra poco.

Witch Hunt è ambientato in un’America alternativa in cui la stregoneria è stata resa illegale. L’Undicesimo Emendamento afferma che la pratica della magia è punibile con la morte. Il governo spera anche di fare un ulteriore passo avanti col Sesto Emendamento, una ratifica che richiederebbe ai parenti di tutti coloro che sono accusati di stregoneria di registrarsi in apposite liste. Martha (Elizabeth Mitchell) gestisce una specie di ferrovia sotterranea nella sua casa, lavorando con Jacob (Treva Etienne) e una piccola rete di persone che aiutano a trasportare le giovani fattucchiere in Messico, dove i loro poteri non sono ancora considerati un problema pubblico.

Witch Hunt film 2021 posterLa figlia di Martha, Claire (Gideon Adlon), sta lottando con il fatto che accogliere queste streghe significa che lei non può essere un’adolescente ‘normale’. Tuttavia, la sua melodia cambia quando incontra Fiona (Abigainl Cowen) e Shae (Echo Campbell). Una volta che inizia a vederle come persone reali, le percezioni di Claire iniziano a cambiare e alla fine stringe amicizia con i suoi ospiti.

Il film è carico di iconografia pagana. Ad esempio, la farfalla sulla scrivania di Claire si ricollega apertamente alla connessione tra tali creature e le streghe (la parola ‘butterfly’, in inglese, deriva proprio dall’antica credenza popolare secondo cui le streghe si trasformassero in questi insetti alati per rubare panna e burro dalle dispense). In più, la ragazza nei suoi sogni vede la Triplice Dea, nel tipico aspetto di Giovane, Madre e Vecchia.

Al di là dei riferimenti visivi, in Witch Hunt si ricorre anche a tecniche arcaiche da parte dei ‘cercatori di streghe’, come il misurare la distanza tra i nei, la fede nei possibili ‘marchi’ distintivi e il sempre crudele ‘test dell’affogamento’, durante il quale le giovani donne sotto interrogatorio vengono immerse nell’acqua per capire se annegheranno o galleggeranno. E, nella seconda ipotesi, non andranno comunque incontro a un destino più benevolo. Se resti a galla, il passo successivo è la via per il rogo.

Guardando i 100 minuti di Witch Hunt, possiamo quanto meno comprendere a livello intellettuale perché la regista e sceneggiatrice Elle Callahan (Head Count) abbia scelto di tratteggiare la maggior parte dei personaggi in scena come bianchi (e spesso coi ‘rivelatori’ capelli rossi). Il bigottismo americano non verrà affatto perso per la maggior parte degli spettatori che troveranno divertimento in questo film, e il pallore delle streghe viene tra l’altro usato come leggero depistaggio in vista della ricompensa finale.

Witch Hunt film 2021Ciò detto, resta da capire se la mancanza di streghe di colore valga tale lieve riconoscimento narrativo. Compaiono afroamericani in Witch Hunt, è vero, ma li vediamo recitare solo parti molto brevi o uccisi in relazione alla caccia alle streghe. Se sono quindi destinati a morire comunque a causa della stregoneria, perché non scegliere alcune esponenti dal diverso colore di pelle da inserire nell’ensemble principale?

A parte questa (non secondaria) sottolineatura, il film – che è stato classificato, un po’ generosamente, Rated R – realizza per la gran parte ciò che si propone di fare. Il non esattamente sottile commento sui problemi e sulle “scelte” che le donne devono affrontare è ben illustrato – ma attenuato dalla mancanza di ulteriori riferimenti ai relativi background – e ci sono molti momenti in cui il BWI (Bureau of Witch Investigation) evidenzia come i suoi agenti siano dei ‘porci misogini’.

Elle Callahan non risparmia un paio di solidi spaventi per tenere gli spettatori sulle spine (sebbene la CGI impiegata sia quella di un titolo a basso budget), ed è facilissimo parteggiare per le protagoniste. La relazione di Fiona e Claire finisce per essere piuttosto commovente nonostante le gaffe adolescenziali in cui inciampa, e l’ultimo fotogramma – che le vede coinvolte – è decisamente pieno di fascino. Forse un po’ televisivo, ma si sono visti film sull’argomento molto peggiori.

Di seguito trovate il trailer internazionale di Witch Hunt: