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Ex animatori Disney divisi sull’accordo con OpenAI

19/12/2025 news di Stella Delmattino

Paura, frustrazione e un’industria creativa in bilico

walt disney company

L’accordo da 1 miliardo di dollari tra Disney e OpenAI, che permetterà allo studio di utilizzare personaggi come Mickey Mouse, Simba e Luke Skywalker sulla piattaforma video generativa Sora, ha provocato reazioni molto diverse tra coloro che hanno fatto la storia dell’animazione Disney.

Mentre la compagnia ha rassicurato gli attori promettendo che “rispetterà il diritto degli individui di controllare in modo appropriato la propria voce e la propria immagine”, questo tipo di tutela non è altrettanto chiaro per gli animatori. Per chi ha passato anni a costruire questi personaggi, la questione è profondamente personale: cosa significa vederli ricreati con un prompt?

Deadline ha parlato con due ex artisti Disney che rappresentano le due anime opposte di questa rivoluzione tecnologica.

Per Aaron Blaise, storico animatore de La Bella e la Bestia, l’animazione non è mai stata solo disegno. Quando lavorava alla Bestia, racconta:

«È questo che serve per dare vita ai personaggi.»

Blaise era tra i pochi animatori che, sotto la supervisione di Glen Keane, modellavano emotivamente e fisicamente il personaggio.
Per questo, l’idea che la Bestia possa ora esistere dentro Sora lo lascia combattuto.

Alla domanda su cosa ne pensi, esita, poi risponde con cautela:

«È… interessante

Pur rimanendo affezionato alla Disney e cercando di vedere gli aspetti positivi della nuova tecnologia, qualcosa lo inquieta:

«Per i filmmaker, questo svaluta il lavoro

Eppure comprende la strategia dello studio:

«Questo è il loro modo di cercare di tenere le redini e fare contenimento dei danni. Se non puoi batterli, unisciti a loro

Disney ha confermato che alcune creazioni generate dagli utenti con Sora appariranno su Disney+, accanto a 100 anni di animazione.
Blaise, però, non crede che gli artisti Disney vogliano film realizzati con AI:

«Per le persone che conosco alla Disney, l’idea di creare film con l’intelligenza artificiale è la cosa più lontana dall’universo di ciò che desiderano

All’opposto, Dana Terrace, creatrice della serie The Owl House, è apertamente contraria. Già in passato aveva invitato i fan a disdire Disney+ quando Bob Iger aveva lasciato intuire una strategia AI. Questo accordo con OpenAI, secondo lei, conferma i suoi timori.

La Terrace sostiene che l’azienda stia cercando di:

«Fare di tutto per togliere le persone dall’equazione

Un’affermazione che Disney respingerebbe, ma per la Terrace l’AI è dannosa per artisti, pubblico e ambiente, citando gli enormi consumi energetici dei data center. E affonda:

«La trovo senza anima. Non credo ci sia alcuna integrità artistica. L’arte – che sia tecnicamente straordinaria o il disegno di un bambino – nasce con intenzione, cuore e significato… anche se il significato è solo divertirsi. L’AI non ha nulla di tutto questo.»

Parlando con ex colleghi, racconta una situazione cupa:

«Tutti hanno paura per il proprio lavoro. Ci sono pochissime serie in sviluppo, pochissime in produzione… e questo non fa che spaventare ancora di più.»

Pur partendo da posizioni opposte, Blaise e Terrace condividono un timore profondo:
la perdita del processo creativo, soprattutto per le nuove generazioni.

Terrace avverte:

«Con Sora non avremo più il tempo o la pazienza di sederci e creare opere che ci aiutino a elaborare emozioni, comunicare, o realizzare qualcosa di grande come un film, perché ci abitueremo ad aver tutto istantaneamente.»

Blaise sa esattamente cosa si perde quando si perde la lentezza.
Il suo corto Snow Bear, candidato agli Oscar, ha richiesto due anni di animazione tradizionale ed è nato dal dolore per la morte della moglie.

Il pubblico lo ha accolto con forte emozione, e Blaise racconta:

«I commenti più comuni che riceviamo sono che è così appagante vedere animazione fatta a mano – e stanno massacrando l’AI.»

Disney ha abbracciato la generazione AI; gli animatori temono un futuro in cui la creatività umana venga oscurata. Eppure, come mostrano le esperienze di Blaise e Terrace, è proprio l’esperienza emotiva dell’artista a trasformare i disegni in personaggi che il pubblico ama.

Questo, per ora, nessun algoritmo può riprodurlo.

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