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Fondi pubblici al cinema italiano: impennata di richieste, compensi esorbitanti, flop impuniti

07/11/2023 news di Redazione Il Cineocchio

Un documento riservato scoperchia il meccanismo del tax credit

muccino set a casa

Adnkronos ha visionato un documento riservato che rivela il quadro sconcertante dei contributi pubblici per il cinema italiano negli ultimi quattro anni. Nello specifico, le risorse del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo sarebbero balzate da 423.5 milioni di euro (2017) a ben 849.9 milioni (2022) e poi 746 milioni (2023).

Vengono anche rivelati i compensi precisi di alcuni registi di film o serie tv finanziate dal suddetto Fondo: alla seconda stagione della serie ‘A casa tutti bene’ sono andati 2.1 milioni di euro (con lo strumento del credito d’imposta) e Gabriele Muccino avrebbe percepito 2.2 milioni di compenso; a Paolo Genovese 1.4 milioni per la regia di ‘I Leoni di Sicilia’ (finanziata con 8.7 milioni); Luca Guadagnino e Edoardo Gabbriellini avrebbero chiesto 2.4 milioni per ‘We are who we are’ (finanziato per complessivi 13.2 milioni); Saverio Costanzo avrebbe portato a casa 1.4 milioni come compenso per ‘L’amica geniale – Storia del nuovo cognome’ (ricevuti complessivi 10.5 milioni); a Joseph Maximilian Wright sarebbero andati 1.7 milioni per il lavoro su ‘M – Il figlio del Secolo’ (finanziato per complessivi 14.9 milioni).

Il documento riservato ha poi messo in luce che alcuni titoli che hanno usufruito del tax credit tra il 2019 e il 2022 hanno incassato una miseria a fronte di contributi record. Caso eclatante il film ‘Prima di andare via’ dell’esordiente Massimo Cappelli, beneficiario di 700 mila euro e capace di raccogliere appena 29 spettatori totali in sala. Addirittura 20 film tra tutti quelli finanziati hanno attirato meno di mille spettatori ciascuno, per incassi medio intorno ai 2.000 euro a fronte di contributi pubblici per complessivi 11.5 milioni.

Una analisi dei dati forniti dell’Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo mostra poi che l’Italia registri in Europa il numero più alto di lungometraggi prodotti (239 nel 2021 contro i 197 della Francia, i 126 del Regno Unito e i 118 della Germania) al netto di incassi più bassi: 176.9 milioni di euro (cresciuti a 306,6 nel 2022) contro i 672.4 della Francia (1.094,4 milioni nel 2022), i 541.9 del Regno Unito (980,8 nel 2022) e i 373,2 della Germania (693,2 nel 2022).

In questo contesto, le richieste di tax credit per la produzione nazionale di lungometraggi nei quattro anni verificabili hanno sfiorato le 1.200 unità (1.188), con netto incremento dal 2021: nel 2019 la richiesta per opere di animazione era una sola, nel 2021 è passata a 15 per scendere a 10 nel 2022; i documentari da 48 richieste del 2019 a 152 del 2022; le opere di finzione (film e serie) sono passate da 73 del 2019 a 247 del 2022.