Tutto ciò che dovete conoscere sul nuovo adattamento del romanzo horror di Stephen King, con Bill Skarsgård nei panni di un Pennywise da brividi
IT, scritto da Stephen King nel lontano 1986 è senza dubbio un classico della letteratura horror, che ha determinato l’immaginario collettivo di intere generazione e suscitato non poca coulrofobia, ossia fobia dei clown. Nel libro infatti, un gruppo di ragazzini affrontava una terrificante creatura infantofaga che assumeva – spesso – le sembianze del pagliaccio Pennywise. Non trascorse molto tempo prima che, nel 1990, best seller venisse adattato in un’omonima miniserie televisiva in due puntate diretta da Tommy Lee Wallace. Memorabile rimase senza dubbio il villain, il Pennywise grottesco e inquietante incarnato da Tim Curry.
In attesa dunque di poterlo gustare sul grande schermo dal 19 ottobre, scoprite le 41 cose da sapere su IT di Andrés Muschietti:
1) Si tratta di un film decisamente R-Rated (V.M. 18). Infatti, sebbene sia comprensibilmente e risaputamente inviso alla MPAA (Motion Picture Association of America) il mostrare immagini di violenza contro ai minori, il team creativo ha deciso di non desistere, data anche la storia narrata. Lo studio stesso voleva sin da principio un film vietato ai minori, era questo il piano sin dall’inizio, già da prima che Andrés e Barbara Muschietti salissero a bordo del progetto.
3) L’aspetto più importante mantenuto invece dalla precedente stesura è stata la struttura in due parti, divisa tra un primo capitolo incentrato sui protagonisti bambini e il secondo sugli stessi da adulti, nonché l’ambientazione anni ’80.
4) In particolare, è stato deciso di collocare la storia negli anni ’80 come nell’originale cartaceo scritto da King, dacché lo scrittore ha scritto “di ciò che conosce”, allo stesso modo anche loro hanno filmato, secondo Barbara, “ciò che conoscono” e, essendo “cresciuti negli anni ’80”, hanno voluto mostrare quell’epoca, che hanno descritto a “tutto tondo” e non in modo “caricaturale”, potendolo fare “perché conoscevano quel periodo molto bene”.
5) Andrés desidera che il sequel sia strettamente connesso con il predecessore, includendo dei flashback. Il regista ha specificato di aver “sempre insistito che, se ci fosse stata una seconda parte, ci sarebbe dovuto essere un dialogo tra le due timeline e questo inserendo nell’età adulta dei Perdenti delle digressioni che in qualche modo illuminassero eventi che non erano stato detti [nel primo film]”.
7) Per Pennywise non hanno voluto ispirarsi al look dei clown del Ventesimo secolo, poiché secondo il regista sembravano “dozzinali e troppo legati a spettacoli collettivi e a circhi e simili”, mentre lui preferiva “un’estetica più connessa ai vecchi tempi, come i clown del XIX secolo“.
8) Il processo dei casting è stato davvero lungo, sia quello per gli adulti che per gli interpreti più giovani, maschi e femmine.
9) Tilda Swinton non ha preso parte alle audizioni perchè all’epoca era impegnata su un altro set, ma Barbara Muschietti ha affermato che erano senza dubbio molto interessati ad averla nel cast.
10) Per il ruolo del cattivo principale, Andrés voleva un attore che avesse un aspetto fanciullesco, ma allo stesso tempo cercava qualcuno che lo stupisse.
12) Il regista aveva uno sketch del personaggio e assomigliava versione deformata del bambino del logo della Gerber Baby, che aveva “qualcosa di molto strano, per i suoi occhi spalancanti, leggermente distanziati”. A quanto pare “non si è distaccato molto da lì. E inoltre il Pennywise che vedete ora è speciale perché i suoi capelli sono da matto”, che secondo lui traducono il suo umore ed “è come se ci fossero due [tipi di] capelli, forse. Ma la sua forma ufficiale è più simile a quella di un bambino strano “.
13) Uno dei problemi legati all’interpretare un mutaforma è stato che Skarsgård si è trovato a dover cambiare voce in base alla personalità del momento. “Essendo un personaggio basato sull’imprevedibilità”, ha raccontato l’attore, “egli ha una personalità, quella dalle sembianze clownesche, ma poi in certe scene si trasforma in questa altra entità, che è difficile da definire, che è ‘l’altro’, sapete, ‘l’IT’. E ha un tono diverso, ha una voce più profonda, e si percepisce la differenza”.
14) Come prevedibile, non è stata inserita la tanto discussa orgia pre-puberale nelle fogne.
16) Pennywise non ha assolutamente i contorni di un’icona pop, ma la forma delle “meno tangibili e più profonde paure”, essendo “un mutaforma che fondamentalmente prende i contorni di una paura, la incrementa e te la mostra quando meno te lo aspetti”.
17) C’è un esempio concreto in particolare: i genitori di Mike restano uccisi in un incendio, tragedia che genera in lui la sua più recondite fobia, che è costituita dall’immagine traumatica della loro morte a cui ha assistito in tenera età. Tale immagine, che è rimasta impressa nella sua mente, riaffiora quando Pennywise si incarna in essa. Non è un mostro, ma qualcosa di più astratto, ma è terrificante ugualmente.
18) Muschietti non ha approfondito troppo ciò che ha portato i Perdenti a diventare amici, quindi non aspettatevi di vedere o sentire molto sulla Tartaruga. “Non sono mai andato pazzo per il suo immaginario, ma è menzionata, e la Tartaruga compare sotto forma di LEGO. È una tartaruga LEGO. È una presenza che c’è nei momenti chiave della storia”, ha spiegato il regista. “È una specie di Easter Egg”.
20) Il mostro acquisisce la sua forma di clown Robert Gray solo in momenti determinati, come d’altra parte nel romanzo, e i Muschietti hanno voluto tenere in serbo gran parte del tempo in cui entra in scena per il terzo atto. Barbara ha infatti rivelato: “Come nel libro. appare come Bob Gray in momenti molto specifici. Lo vediamo il meno possibile. E’ quello che abbiamo cercato di fare. Ma credo che tutti avranno la loro giusta fetta di Pennywise, se è lui ciò per cui vanno a vedere il film.”
21) Alla domanda sulla differenza tra l’iconica interpretazione di Tim Curry del personaggio e quella attuale, Barbara ha spiegato: “Vedi Tim Curry e sai già che è un clown cattivo. Non è mai lasciato alcun dubbio su ciò. Questo Pennywise gioca con il suo cibo. Li tormenta, e questo è naturalmente molto divertente, ma anche molto inquietante allo stesso tempo e assai spaventoso. Direi che è una delle differenze principali”.
23) I Muschietti non hanno ripescato per IT le tecniche coi burattinai usate in La madre, ma si sono rivolti a un coreografo che lavorasse con Bill per giungere a una performance molto fisica. Si tratta infatti di un Pennywise “diverso, molto più attivo”.
24) Hanno inoltre ricorso quanto più possibile agli effetti pratici e pianificato di usare la CGI solo per transizioni o per sequenze ‘impossibili’.
25) Quello del lavandino insanguinato di Beverly è stato un momento particolarmente gore per la povera Sophia Lillis. Riferendosi al copioso uso di sangue per la scena, Barbara ha raccontato: “Abbiamo fatto uso di alcune controfigure stunt perché abbiamo lavorato con dei bambini, ma sono tutti effetti pratici.”
27) Gli attori che incarnano i Perdenti hanno trascorso molto tempo insieme prima dell’inizio della produzione facendo esercizi di fiducia reciproca, giocando insieme e imparando come fosse essere un bambino negli anni ’80.
28) Skarsgård ha basato la sua performance sulle sue più terribili fobie, chiedendosi: “Quali sono le cose di cui avrei veramente paura?” Esplorandole poi, ha cercato di amplificarle tramite una performance il più possibile disturbante. Quelle che vediamo sullo schermo sono quindi “Le mie più profonde paure incarnata in questo personaggio”.
29) L’attore si è altresì concentrato sul rendere un’entità che cambiasse forma, cercando inizialmente di “comprenderne la sua natura e cosa fosse ciò che aveva la forma del clown”. Il secondo passo “è stato creare il clown stesso”, che non voleva essere “completamente separato dall’entità”, che “doveva brillare attraverso Pennywise in contrapposizione al Pennywise che fosse semplicemente un pagliaccio”.
30) La casa al 29 di Niebolt Street è stata costruita a Oshawa, dove è divenuta una sorta di attrazione per i locali.
31) Non sono previste scene dopo i titoli di coda.
33) C’è una statua gigantesca di Paul Bunyan [personaggio del folklore americano] – di circa 9 metri di altezza – per cui la produzione ha dovuto apportare alcune modifiche alla configurazione di Bangor, nel Maine [la vera Derry], per ricavare lo spazio necessario alle riprese.
34) I Muschietti hanno viaggiato fino a Bangor per un paio di settimane per avere un’idea completa della qualità della vita che si sarebbe respirata a Derry, piccola città del New England.
35) La coppia non ha mai incontrato Stephen King durante la produzione o la preparazione del film. Il motivo è stato, a detta di Barbara, che “la cosa che lui ama di più è scrivere, e tutto ciò che lo tiene lontano dallo stare a casa seduto a scrivere, non è la sua attività favorita”.
36) Non hanno approcciato gli anni ’80 con un sguardo nostalgico, ma hanno voluto mantenere un punto di vista realistico. Anzi secondo Barbara: “Non vedrete [lo stile] onirico alla Steven Spielberg, alla Joe Dante o alla Super 8. E’ radicato negli anni ’80, e ciò potrebbe suonare un po’ naïve, ma non siamo americani, siamo argentini. I nostri anni ’80 sono stati un po’ più smussati, non così eccentuati”.
38) Per ciò che concerne la colonna sonora, è stato ricercato un suono “rarefatto”. “Non è un’orchestra di 80 componenti”, ma qualcosa “che possa penetrare sotto l’epidermide e faccia venire la pelle d’oca. Aspetto decisamente necessario per questo film”.
39) Non vediamo il passato di Pennywise, ossia scorci di ciò che sta dietro la forza maligna che cambia forma, oppure la storia delle tragedie verificatesi in precedenza a Derry, comunque collegate a IT. E’ possibile però che il Punto Nero sarà al centro di una grande scena di apertura nel secondo capitolo.
40) I ragazzini protagonisti si sono molto divertiti pensando a chi potrebbe interpretare le loro versioni adulte. Tra i nomi usciti fuori ci sono anche Chris Pratt per Ben Hanscom e Jessica Chastain per Beverly.
41) Lo spettrale albero che si trova fuori dalla casa proviene direttamente dal giardino di un’abitazione che un membro della troupe aveva visto mentre era alla guida per recarsi sul set. La produzione ha quindi bussato alla porta, negoziato con il proprietario e portato via l’albero.
Di seguito trovate il trailer italiano di IT, nei cinema dal 19 ottobre: