Nelle opere del maestro dell'animazione giapponese la presenza di momenti conviviali intorno a una tavola è sempre veicolo di messaggi importati. Anche il film del 2008 non è esente da questa pratica.
Dopo aver parlato di La Città Incantata, Il mio vicino Totoro, Laputa – Castello nel Cielo, Il Castello Errante di Howl e Kiki – Consegne a domicilio, l’ultima parte del nostro dossier ci porta a parlare questa settimana dell’importanza del cibo in Ponyo sulla scogliera (崖の上のポニョ Gake no ue no Ponyo).
Come ampiamente riconosciuto, i film diretti da Hayao Miyazaki sono intrisi di colori caldi, simpatici animali domestici, protagonisti intrepidi, trame stratificate e un’incredibile attenzione ai dettagli. Forse non tutti però hanno notato che tra gli aspetti più significativi di ogni opera c’è il cibo. Il regista fondatore dello Studio Ghibli utilizza infatti gli alimenti in modi molto specifici per scandire i momenti cruciali dei suoi personaggi, costruire le loro relazioni e aggiungere profondità alle storie.
Nella prima scena alimentare dell’opera, il piccolo Sōsuke condivide il suo panino con Ponyo/Brunilde. Questa semplice azione collega il pesciolino rosa dal volto umano col ragazzino, facendole desiderare di essere anche lei umana. Questa presa di posizione decisa è sostenuta dal rifiuto di Ponyo di mangiare una volta ritornata dal padre – lei sta rifiutando decisamente quel tipo di connessione. Non vuole stare con la sua famiglia, vuole stare con Sōsuke.
Il cosiddetto comfort food (alimenti genuini e appaganti che deliziano il palato e ristorano lo spirito) compare poco dopo questa prima del sandwich, nel tragitto di ritorno a casa dalla scuola, dopo che Sōsuke ha perso la sua piccola amica. Il ragazzino affoga – un po’ come tutti – il dispiacere in un enorme cono gelato, provando in questo modo ad alleviare almeno un po’ la sofferenza della perdita improvvisa.
A questo punto del film, il cibo sembra servire allo scopo di ugualmente recare conforto che spingere al contatto. Ponyo è ora al fianco di Sōsuke pienamente in forma umana e questa è la sua prima opportunità di parlare realmente con lui. Nel mentre però, scoppia una terribile tempesta, che fa saltare la corrente lasciando la casetta al buio, e così Risa deve trovare un modo per mantenere i due bambini tranquilli e farli sentire al sicuro. Quale modo migliore di farlo se non preparando allora un bel tè e del succulento ramen caldo?
Se è vero che in Ponyo sulla scogliera non è presente una quantità di cibo così elevata come in alcuni degli altri film di Miyazaki che abbiamo trattato in precedenza, è però vero che qui ogni momento ‘culinario’ ha uno scopo ben chiaro e preciso. Come abbiamo visto, il cibo può avere molte destinazioni e ruoli – al cinema come nella vita reale – e il maestro giapponese lo sottolinea in maniera impeccabile.
Di seguito il trailer italiano di Ponyo sulla scogliera: