Voto: 6.5/10 Titolo originale: 1899 , uscita: 17-11-2022. Stagioni: 1.
1899, stagione 1: la recensione degli 8 episodi della serie mystery oceanica (su Netflix)
17/11/2022 recensione serie tv 1899 di Gioia Majuna
Gli autori dell'amatissima Dark tornano sulle scene con un'opera altrettanto d'atmosfera e rompicapo, che si diverte a far impazzire lo spettatore
Se i creatori di 1899 avessero avuto l’incarico specifico di realizzare una serie TV impossibile da guardare mentre si scorre distrattamente il proprio telefono cellulare sul divano, non avrebbero potuto fare un lavoro migliore.
Questo nuovo contenuto mystery di Netflix in 8 episodi richiede infatti la massima attenzione (e un po’ di pazienza). Non solo la storia ondeggia tra flashback, allucinazioni, strani motivi visivi e colpi di scena da far strabuzzare gli occhi, ma l’enorme numero di personaggi parla anche lingue diverse. Gli spettatori che non conoscono bene il tedesco, lo spagnolo, il francese, lo svedese, il polacco, l’inglese e altre ancora dovranno tenere a portata di mano gli occhiali da lettura (NOTA: il doppiaggio italiano ‘ammazza’ tutto).
E non si lamenteranno nemmeno troppo di vederci meglio, perché 1899, che è stata prodotta da Jantje Friese e Baran Bo Odar, i creatori di quel piccolo cult che è stata Dark, è una serie dall’aspetto visivo straordinario, oltre che un intrigante rompicapo da risolvere.
È la storia della Kerberos, un piroscafo che trasporta 1.400 passeggeri da Southampton a New York City all’inizio del XX secolo. Quattro mesi prima, un’altra nave della compagnia è scomparsa nel nulla, così quando la Kerberos riceve una serie di coordinate misteriose, parte alla ricerca del vascello fantasma e le cose iniziano a farsi, beh … complicate.
Le cose erano già complesse per i passeggeri della Kerberos, ognuno dei quali si rivela essere portatore di segreti che si disvelano alla maniera di Lost attraverso dei flashback. È un’operazione molto efficace e, al netto dei nomi dei protagonisti, diventa subito facile distinguere quelli che compongono l’ensemble primario.
Nel cast spicca Emily Beecham (The Pursuit of Love) nel ruolo di Maura Franklin, una dottoressa inglese tormentata da visioni moleste e alla ricerca del fratello scomparso. L’attrice è abilmente supportata da Andreas Pietschmann (Dark) nel ruolo del capitano della nave, Eyk Larsen, e da Aneurin Barnard (Peaky Blinders), in quello dell’intrigante e misterioso Daniel.
Tutti prendono il loro compito con estrema serietà e, negli ultimi episodi di 1899, riescono a dare vita a scene piuttosto stravaganti. Se a loro si aggiungono una famiglia di cristiani svedesi, due fratelli spagnoli, una geisha, una coppia di francesi in viaggio di nozze, una ricca donna multilingue che viaggia da sola, un clandestino, un equipaggio internazionale e un operaio polacco della sala macchine, la storia è davvero ricca e sfaccettata.
La sala macchine, incidentalmente, include la breve – ma deliziosa – sorpresa della presenza del due comico britannico The Pin (alias Ben Ashenden e Alec Owen), nei panni di una coppia di operai di bordo che dispensano qualche momento di leggerezza.
La levità non è esattamente di casa in 1899, che si basa soprattutto su emozioni intense, spaventi molto rigorosi e twist sensazionali. Se non fosse così visivamente appagante, o se non offrisse così tanti angoli davvero inaspettati, i tragici trascorsi dei suoi personaggi potrebbero tranquillamente essere ascrivibili a quelli di una tipica soap opera. Gli scorci di estrema stranezza e i continui interrogativi su cosa stia realmente accadendo, però, la rendono molto più di una sequela di tristi storie da telenovela in alto mare.
Queste storie iniziano in territori familiari, con racconti trasversali e classici tra i ponti della Kerberos incentrati su romanticismo, classe sociale, sessualità e violenza, ma presto esplodono nell’immaginazione sfrenata dei due creatori. Gli indizi ci guidano allora verso ogni graduale scoperta e siamo tenuti a indovinare cosa sta accadendo praticamente fino alla fine.
Sebbene 1899 si mantenga in gran parte sul lato giusto della linea di demarcazione che separa intrigante e frustrante, siete avvertiti: rimarrete inevitabilmente con delle domande irrisolte dopo i titoli di coda dell’ultimo episodio. E vi chiederete quando arriverà la seconda stagione con delle risposte.
Potreste anche ritrovarvi a riascoltare la soundtrack, che comprende sia le tracce ondivaghe e foriere di presagi composte da Ben Frost sia le psichedeliche e anacronistiche canzoni rock che accompagnano i potenti cliffhanger al termine di ogni puntata. Jefferson Airplane, Blue Oyster Cult, Black Sabbath, Echo and the Bunnymen, Jimi Hendrix, David Bowie … non si scherza proprio.
È difficile raccontare più delle semplici emozioni provate e del mood, perché quasi tutto ciò che viene dopo il pilot di 1899 è in sostanza uno spoiler, ma sappiate che se avete amato Dark, ma anche The OA, Lost o Westworld o uno qualsiasi di quegli show che con una mano vi porgono un boccone per sfamare e alimentare la vostra fame di misteri e con l’altra vi tolgono il bicchiere d’acqua per mandarlo giù e digerirlo, lasciandovi spaesati e storditi, è più che probabile che troverete di che godere in questa manciata di ore di televisione ben recitate, dalle scenografie splendide, cariche di atmosfera e sinuose.
Ma soprattutto, quando l’avrete completata, vi dispiacerebbe spiegare anche a noi cosa diavolo è successo, per favore?
Di seguito – sulle note di All along the Watchtower – trovate il full trailer italiano della prima stagione di 1899, nel catalogo di Netflix dal 17 novembre:
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