Voto: 7/10 Titolo originale: Blood of Zeus , uscita: 27-10-2020. Stagioni: 2.
Blood of Zeus, stagione 1: la recensione della serie animata che mescola mito e horror (su Netflix)
29/10/2020 recensione serie tv Blood of Zeus di Marco Tedesco
I Powerhouse Animation Studios realizzano un prodotto destinato a un pubblico adulto inventivo e sperimentale
Spesso cinema e televisione hanno guardato alla ricca mitologia greca per trovare l’ispirazione alle proprie storie (non solo per opere come Scontro di Titani, Troy o l’innocente C’era una volta … Pollon). Si tratta di un territorio che è ormai stato esplorato da quasi ogni angolazione. Ciò che rende la serie animata Blood of Zeus (o Gods & Heroes) eccitante piuttosto che ritrita è che presuppone che quello che narra sia un capitolo perduto del libro che raccoglie quei miti. Racconta infatti la saga di Erone, un guerriero che scopre di essere un discendente disconosciuto del potente Zeus e che deve prepararsi ad affrontare il suo passato nel tentativo di cambiare il futuro di tutti gli altri. Questo approccio consente alla serie di presentare molte divinità e figure importanti, ma non è limitata da qualche narrazione o da un punto di arrivo pregressi.
Blood of Zeus si diverte molto con le abilità di Erone di combattere i Titani della mitologia greca e lo spettacolo può così ricontestualizzare ciò che il pubblico pensa di sapere su questi personaggi ed eventi.
Creato da Charles e Vlas Parlapanides, Blood of Zeus mescola allora la tradizione con il genere horror (l’immaginario di Go Nagai e di Kentarō Miura viene inevitabilmente omaggiato) e incorpora demoni e persino più mostri di quanti ci si aspetterebbe già normalmente da un prodotto che parla di miti greci. Sono presenti anche elementi di orrore cosmico ed entità simili a divinità alla Eldritch di lovecraftiana memoria, che agiscono in opposizioni agli déi.
Questo è il modo di Blood of Zeus per ritagliarsi un angolino di unicità e provare a dire qualcosa di diverso con questo tipo di universo per le mani. C’è un amore molto nitido verso la mitologia greca nella serie di Netflix, quindi questi elementi orrorifici ‘intensificati’ appaiono alla fine più dei tentativi di spingere il materiale di partenza in nuove direzioni piuttosto che una mancanza di fede.
Erone (doppiato in originale da Derek Phillips) è una figura cruciale che lega ogni cosa in Blood of Zeus, ma Alexia ed Hera sono una guerriera e una dea che hanno un ruolo altrettanto importante. All’inizio ognuno parte in solitaria con un proprio scopo, ma i loro percorsi si avvicinano lentamente e inesorabilmente in un modo che non sembra dissimile da quanto avvenuto nella ‘cugina’ Castlevania, non a casa sempre realizzata dai Powerhouse Animation Studios. I confronti possono essere stabiliti essenzialmente in termini di brutali sequenze d’azione e di narrazione matura, ma Blood of Zeus forgia un suo personalissimo percorso, arrivando addirittura a sembrare un’evoluzione di ciò che è stato fatto con Castlevania.
La leggenda di Erone cresce con ogni episodio, ma il protagonista è guidato dalla perdita di sua madre e dal suo legame segreto con alcune improbabili figure, sia nel bene che nel male. Questo dolore familiare e il desiderio di vendetta si evolvono in una crescente battaglia tra umani, divinità e demoni. Blood of Zeus crea cattivi che sono veramente spaventosi e di natura sadica. Questi personaggi non bluffano e rappresentano un rinfrescante cambio di ritmo rispetto ad altri nemici solitamente ‘chiacchieroni’.
Allo stesso tempo, la serie li tratta con lo stesso livello di sfumature e di profondità di Erone o Alexia. Si assicura che questi mostri siano ancora stranamente empatici entro certi limiti. Questa prima stagione si destreggia con alcune minacce più importanti distribuite tra Erone, Alexia e gli dei che si oppongono alle scelte di Zeus. È una strategia vincente e dà più forza al finale di stagione, quando queste sottotrame si uniscono.
È anche interessante vedere Erone lottare con i tipici problemi paterni, solo che nel suo caso il padre è un dio onnipotente, una situazione che dà un po’ di forza al rifiuto della sua condizione rispetto a quanto si vede di solito.
In quello che è un viaggio di formazione classico, il giovane Erone inizia una serie di missioni e di sfide che lo aiutano ad acquisire armi importanti e a sviluppare le abilità di cui ha bisogno per trasformarsi nell’eroe che è destinato a diventare. Ci sono scene grandiose in ogni episodi di Blood of Zeus e l’azione è sempre in movimento, ma fa piacere che i pezzi più importanti del più grande quadro narrativo non vengano affrettati. Ogni puntata contiene sì un momento di soddisfazione immediato, ma anche momenti che andranno ad arricchire la battaglia decisiva che è lì a un passo.
Senza arrivare all’astrattismo spigoloso del geniale Alexander della Madhouse, il character design, in particolare per Erone, tratteggia figure statuarie e quel tipo di corporatura mutuata dai vasi o dai mosaici antichi. È uno stile che funziona e aiuta Blood of Zeus a distinguersi leggermente da altri serie animate. L’animazione in generale è davvero stupefacente. La serie dà vita a paesaggi vasti e frenetici e fa cose impressionanti quando si tratta di luce. Alcune scene sono bagnate di viola, verde o blu e conferiscono agli elementi soprannaturali della serie ancora più personalità e stile. Anche i tranquilli momenti di riflessione sembrano sorprendenti grazie a dettagli come i tramonti e la flora e la fauna tentacolari. C’è una sequenza che coinvolge l’anima di un personaggio che attraversa il fiume Stige che è evocativa e angosciante, ma che sottolinea anche l’approccio distintivo della serie a vecchie idee.
È anche solamente un mero piacere guardare queste ambiziose sequenze di battaglia che si svolgono sullo schermo. Sono dettagliate ed eccessive, ma ci sono molte opportunità per Blood of Zeus di farsi più sperimentale nelle animazioni e nel modo in cui racconta la sua storia. Gli storyboard per i momenti più importanti vengono riprodotti nei titoli di coda del relativo episodio ed è uno scorcio affascinante del processo di creazione molto più eccitante rispetto alle tipiche anticipazione di cosa accadrà.
Blood of Zeus dimostra presto di preoccuparsi della teatralità e della creatività delle sue sequenze d’azione tanto quanto dei suoi personaggi. La serie offre molto sul fronte dell’azione e presenta scambi di battute esagerati che aiutano a stabilirne il tono e ritmo. È poi uno spettacolo sanguinario e violento, in cui le decapitazioni non bastano, quindi le teste vengono tagliate a metà. C’è un’intera cerimonia – particolarmente creativa e brutale – volta ad estrarre un demone da qualcuno. A ulteriore merito di Blood of Zeus, ci sono molte scene di combattimento lungo gli 8 episodi, ma tutte offrono qualcosa di diverso e non sono solo un rimaneggiamento dei pericoli precedenti.
Le battaglie non sono solo meravigliose per gli occhi e piene di cadaveri, ma la capacità della serie di applicare una sensibilità da blockbuster ai momenti clou di tutte queste sequenze di lotta aiuta a stabilire istantaneamente la qualità di Blood of Zeus. C’è un flashback nella leggendaria battaglia tra Dei e Giganti che è un capolavoro in sé e un distillato di tutto ciò che questo prodotto animato fa bene. C’è una creatività dilagante in mostra nel design dei mostri e nei poteri degli dei. Anche le musiche sono in perfetta sintonia ed enormi nel modo in cui contribuiscono ad amplificare questo caos. Questo spettacolo genera il tipo di energia ed eccitazione che un God of War, un Assassin’s Creed o persino la serie animata di Devil May Cry sarebbero fortunati a raggiungere.
Blood of Zeus è visivamente incredibile, ma la serie ha anche una colonna sonora epica che evidenzia davvero la grandiosa natura delle battaglie e delle avventurose imprese degli eroi al centro. Si fa un uso sbalorditivo di canti corali e di un’orchestra completa, che ricordano questo maestoso passato mitico. La musica si ‘smorza’ poi per i momenti meno caotici, creando atmosfere operistiche. È un risultato davvero potente, che innalza gli standard di ciò che ci si dovrebbe aspettare dalla soundtrack di un prodotto seriale.
Come probabilmente ormai saprete, Netflix ha coltivato da tempo il genere dell’animazione destinata a un pubblico adulto e Blood of Zeus potrebbe essere il migliore. Racconta una storia avvincente che unisce azione, mito, fantasy ed horror per creare qualcosa di originale. Ogni trenta secondi c’è un dettaglio su cui rimanere impressionati e anche se l’estetica e la grafica sono eccitanti, senza però trascurare i personaggi o la narrazione. Si spera quindi che gli dei dello streaming sorridano a Blood of Zeus e le permettano di tornare per una seconda stagione ancora più sperimentale.
Di seguito il trailer internazionale (con sottotitoli italiani) di Blood of Zeus, nel catalogo di Netflix dal 27 ottobre:
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