Adi Shankar colpisce ancora, curando un prodotto che unisce azione esplosiva, critica sociale e riferimenti cult
Qualche settimana fa, stavo guardando un video saggio di un canale YouTube chiamato DanBoyWonder intitolato “The Lost Art of Action Cartoons!”, che in sostanza sosteneva che non stiamo più ricevendo serie animate orientate all’azione come Batman: la serie animata, Ben 10, Avatar – La leggenda di Aang, Teen Titans, Gargoyles, Samurai Jack, Justice League, ecc.
Secondo lui, i reboot recenti di vecchie serie animate o il panorama generale dell’animazione americana è davvero piatto. Ha detto che cose come Il vostro amichevole Spider-Man di quartiere e Invincible sono decenti, ma non straordinarie come le cose dei bei vecchi tempi. E sapete una cosa? Ero quasi d’accordo con lui.
Ma poi ho realizzato che qualsiasi discorso sullo stato attuale dell’animazione americana è incompleto se non si menziona il lavoro che Adi Shankar e i suoi collaboratori hanno realizzato in questo ambito. La serie di quattro stagioni di Castlevania è notevolissima. In un anno pieno di seconde stagioni disastrose, Castlevania: Nocturne ha fatto centro. Captain Laserhawk: A Blood Dragon Remix è un gioiellino passato inosservato. E Shankar prosegue ora questo filotto senza precedenti di brillanti serie animate d’azione con Devil May Cry.
Il Devil May Cry di Adi Shankar, adattato da Alex Larsen e Shankar stesso dalla serie videoludica giapponese omonima, è ambientata in un universo dove Terra e Inferno sono separati da una sorta di barriera quantistica. Ma l’antagonista principale, White Rabbit / Bianconiglio, vuole infrangere questo muro che separa i due regni, permettendo così ai demoni dell’oltretomba di estendere il loro dominio prendendo il controllo della terra abitata principalmente dai mortali.
Ha la spada, ha una metà dell’amuleto, e la chiave per il resto è il famoso cacciatore di demoni, Dante. Naturalmente, tutto questo sta accadendo solo in America. Così, il governo degli Stati Uniti ingaggia una compagnia privata di cacciatori di demoni, la Darkcom, e affida a Mary e alla sua squadra di soldati d’élite il compito di catturare Dante prima che ci arrivi il Bianconiglio. Chi avrà la meglio? Chi fallirà? Beh, è di questo che parla la serie in 8 episodi.
Se si ha familiarità con i cliché del genere fantascientifico oggi in voga, o se si è visto uno qualsiasi dei lavori precedenti di Adi Shankar, non ci si sorprenderà molto con Devil May Cry.
Tanto per cominciare, ci sono demoni provenienti dall’Inferno che giudicano quanto siano malvagi gli umani sulla Terra. Ci sono membri della famiglia creduti morti da tempo che in realtà sono vivi. Indipendentemente dalla capacità di cambiare fisicamente aspetto, ci sono persone doppie in entrambi gli schieramenti sopra citati.
C’è un McGuffin che può essere attivato solo in un modo specifico e complicato, giusto per allungare il più possibile la ricerca degli elementi chiave. Avete capito il punto, no?
È roba già vista, ma presentata abbastanza bene da non risultare completamente noiosa. Tuttavia, ciò che appare fresco e spaventosamente attuale sono i commenti della serie sull’ambientalismo e sulla strana combinazione tutta americana di violenza, nazionalismo e religione.
Shankar e Larsen certamente non si trattengono nel dire al pubblico che abbiamo già distrutto il pianeta sprecando le sue risorse, e che ora stiamo peggiorando le cose rifiutandoci di unirci come specie.
Ho ricordi vaghi di aver giocato a uno degli episodi della serie videoludica e, potrei sbagliarmi, ma penso che Dante sia l’attrazione principale del franchise. Eppure, Devil May Cry di Netflix, Dante è proprio il McGuffin, mentre la maggior parte della scrittura sostanziale dei personaggi è riservata al Bianconiglio e Mary.
Senza rivelare nulla di importante, quell’episodio è genuinamente superiore agli altri. Lo stile visivo in esso è infatti una deviazione rispetto al resto della serie. Le rivelazioni fatte attraverso i retroscena del Bianconiglio e Mary ti fanno davvero chiedere per chi dovresti tifare. E c’è un riferimento a Nosferatu il vampiro.
Penso che la serie omaggi anche l’inseguimento sull’autostrada di Matrix Reloaded, la scena dell’aereo in Iron Man 3, l’attacco al bar in Spider-Man 2, e l’intero Dredd (che Adi ha, non a caso, prodotto). E dato che mi piacciono tutti questi film, quei momenti hanno certamente elevato l’esperienza visiva generale.
Oltre a tutti gli easter egg (quello su Resident Evil è particolarmente interessante) e al dramma straziante, Devil May Cry è un’esperienza solida e divertente.
È splendidamente cruento, e quasi ogni episodio è pieno delle sequenze d’azione più esplosive che si possano vedere in TV attualmente. Che si tratti di combattimenti corpo a corpo, inseguimenti in auto o sparatorie, i registi, animatori, sound designer, compositori e montatori non si trattengono affatto e si assicurano che si ottenga il massimo livello di immersione.
Se proprio dovessi cercare il pelo nell’uovo, direi che la differenza tra i modelli 2D e i modelli 3D è marcata; quindi ci sono alcune scene che risaltano come un pugno in un occhio. Ma, come ho detto, è un problema minore in una serie piena zeppa di sequenze spettacolari da togliere il fiato.
Voglio dire, i videogiochi stanno diventando sempre più realistici ogni anno. Quindi, qual è il senso di prendere una direzione ancora più realistica? Oltre agli adattamenti animati dei videogiochi curati da Adi Shankar, Netflix ha dato spazio a Tomb Raider: la leggenda di Lara Croft, Dragon’s Dogma, Dragon Age: Absolution, DOTA: Dragon’s Blood, Cyberpunk: Edgerunners, The Cuphead Show e naturalmente Arcane.
Quindi, penso che le case di produzione dovrebbero pagare adeguatamente i loro animatori e, invece di approvare un altro adattamento live-action senza ispirazione, dovrebbero permettere all’illimitato potenziale del mezzo animato di alimentare ulteriormente la popolarità dei videogiochi.
E, se siete preoccupati per lo stato delle serie animate americane orientate all’azione, sentitevi liberi di esplorare i lavori di Adi Shankar, a partire da Devil May Cry. Sono abbastanza sicura che vi divertirete un mondo e vorrete la seconda stagione immediatamente.
Di seguito – sulle note di Last Resort dei Papa Roach – trovate il full trailer internazionale di Devil May Cry, a catalogo dal 3 aprile: