Voto: 6/10 Titolo originale: The Cuphead Show! , uscita: 18-02-2022. Stagioni: 3.
La serie di Cuphead!, stagione 1: la recensione dei 12 episodi della serie animata (su Netflix)
18/02/2022 recensione serie tv The Cuphead Show! di Marco Tedesco
Il popolare videogioco arriva sul piccolo schermo in un adattamento dai risultati contrastanti
Quando lo Studio MDHR ha distribuito Cuphead nel 2017, i videogiocatori di tutto il mondo sono presto rimasti sbalorditi dallo stile artistico molto audace e dal gameplay fluido offerto da quel titolo indipendente. Controllando direttamente il protagonista Cuphead e suo fratello Mugman, i giocatori sono rimasti soprattutto incantati da un universo in cui potevano avere il controllo su un cartone animato degli anni ’30 che era ‘diventato’ un VG.
Molte delle tecniche di animazione tipiche di quel decennio vengono imitate nel gioco, in particolare lo stile definito in inglese ‘rubber hose’, mentre i combattimenti contro i vari boss possiedono un ricco background storico radicato in divertenti e bizzarre curiosità storiche (fatevi un giro sulla pagina Wikipedia dedicata a Cuphead scoprire fatti e trivia sorprendenti su ogni personaggio).
Insomma, un tipo di coraggio creativo che sostanzialmente manca agli studi più rinomati del settore, che si limitano invece a realizzare prodotti che replicano gli stessi concept e stili in loop. Per fortuna, un po’ come nel cinema, menti indie arrivano ciclicamente in soccorso degli utenti offrendo un’ancora di salvataggio alla situazione stantia. Questi sforzi sono diventati negli ultimi anni così apprezzati e parimenti mainstream che potenti servizi di streaming come Netflix non temono più ora di dare il via libera a un adattamento animato per il piccolo schermo di gemme come Cuphead.
Tuttavia, non ci vuole un PHD in marketing strategico per arrivare a una decisione del genere. Come detto, il VG è noto per la sua emulazione rigorosamente fedele dell’animazione di quasi un secolo fa. Prenderlo e ‘riportarlo’ al suo medium di ispirazione può sembrare quindi tanto ovvio quando facile.
Peraltro, questa non è nemmeno la prima volta che Cuphead viene utilizzato come mucca da mungere per trarre vantaggi economici dai suoi personaggi ormai divenuti iconici, poiché la catena americana di fast food Arby’s nel 2020 aveva lanciato una linea di giocattoli basata proprio sui personaggi principali.
Detto questo, fino a che punto allora i 12 episodi da 15 minuti della prima stagione di La serie di Cuphead! (The Cuphead Show!) riescono a conservare – e restituire – la genuina sensazione di eccitazione che i giocatori hanno sperimentato quando per la prima volta hanno fatto visita all’Isola Calamaio circa cinque anni fa? È un compito difficile per i produttori dello show animato, poiché potrebbe facilmente sembrare un passo indietro rispetto a ciò che offre la controparte videoludica. In quest’ultima è infatti già presente una grande storia, e controllare il corso dell’azione in un videogioco è molto più accattivante che fissare lo schermo della TV e semplicemente guardare lo svolgersi degli eventi.
Il verdetto iniziale per molti spettatori dopo i primi episodi di La serie di Cuphead! sarà probabilmente di trovarsi davanti a un assolutamente ordinario cartone animato fanta-comico. Cuphead e Mugman sono il tipico duo di fratelli. Il personaggio principale è disposto a correre dei rischi, prende decisioni avventate e garantisce la maggior parte dell’umorismo slapstick. Mugman è un tipo pragmatico ma facilmente influenzabile, spalla perfetta per le assurdità che il fratello introduce nelle loro vite.
Si tratta di una novità assoluta nelle caratterizzazioni dei due, non presenti nel videogioco, quindi questo aspetto è un territorio inedito da approfondire per lo show. Per molti versi, va detto che i protagonisti che rimangono più ambigui per il pubblico sono quelli che risultano anche più intimi. La persona che gioca può riflettere tutte le proprie emozioni e tratti della personalità sui personaggi, modellando Cuphead nel personaggio che lui vuole che ‘sia’. La serie di Cuphead! toglie quindi alcune di queste libertà, rendendolo più una creazione in stile SpongeBob.
Il doppiaggio originale di Cuphead (con la voce di Tru Valentino) e Mugman (Frank Todaro) è davvero lodevole. Si integrano bene l’uno con l’altro e le loro voci acute e basse sono esteticamente piacevoli all’orecchio. Il fatto è che, con un (bel) po’ più di coraggio in più i due avrebbero potuto rimanere silenziosi visitatori nel loro stesso universo.
Uno dei classici dell’animazione a cui il videogioco rende omaggio è Tom & Jerry, una popolarissima serie in cui gatto e topolino sono completamente muti. Le loro azioni parlano da sole e gli spettatori sono ancora innamorati della leggendaria coppia oltre 80 anni dopo la prima apparizione. Se i creatori dovessero dargli la voce, toglierebbero qualcosa all’aura mitica del programma. Il valore comico delle loro azioni verrebbe inevitabilmente attenuato.
In molti modi, tale situazione possiamo applicarla allo scenario di Cuphead e Mugman. Aggiungere una voce tangibile alle loro azioni sembra un po’ forzato e fuori luogo. E questo problema viene esacerbato se siete prima di tutto un fan del videogioco.
Il brillante stile grafico del franchise è comunque mantenuto perfettamente intatto, e riuscirà a suscitare l’interesse dei nuovi arrivati che non ne hanno mai nemmeno sentito parlare. I più piccoli, in particolare, dovrebbero divertirsi molto con alcune delle situazioni in cui i due fratelli si imbattono durante La serie di Cuphead!, poiché sono decisamente più in sintonia con la narrazione dei cartoni animati contemporanei (a onor del vero, questo adattamento è stato ‘edulcorato’ dei momenti più dark nel passaggio sul piccolo schermo …).
La storia rimbalza tra un tipo di trama incentrata sul ‘caso della settimana’ (Cuphead e Mugman perdono i manici sulle loro schiene) ed episodi che si ricollegano invece maggiormente al VG (Cuphead deve la sua anima al Diavolo), introducendo altri amati personaggi del gioco (Ribby & Croaks e King Dice sono i migliori).
Per poter crescere nelle auspicabili future stagioni, La serie di Cuphead! dovrà però smettere di tenere il piede in due scarpe. I cartoni animati per bambini non hanno in genere l’obiettivo di raccontare grandi storie interconnesse, poiché il modello a ‘singolo episodio’ funziona decisamente meglio per le loro capacità di attenzione. I temi trattati possono rimanere intatti, ma le trame dovrebbero diventare ‘autoconclusive’. Certo gli adulti potrebbero apprezzare archi narrativi compiuti, ma non è sicuro che sia questo il pubblico di riferimento per gli sceneggiatori.
In definitiva, La serie di Cuphead! è un pot-pourri di dinamici bagliori visivi dall’umorismo e dalle caratterizzazioni solo superficialmente soddisfacenti per un pubblico adulto. Niente da dire a livello tecnico e di doppiaggio, ma non cattura completamente l’autenticità dell’epoca a cui il videogioco è ispirato. Non aspettatevi quindi nulla di più di un piacevole passatempo, e appena possibile riprendete in mano il gamepad!
Di seguito trovate il trailer internazionale di La serie di Cuphead!, nel catalogo di Netflix dal 18 febbraio:
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