Voto: 6.5/10 Titolo originale: Star Wars: Skeleton Crew , uscita: 02-12-2024. Stagioni: 1.
Skeleton Crew: la recensione dei primi 3 episodi della serie ambliniana (su Disney+)
03/12/2024 recensione serie tv Star Wars: Skeleton Crew di Gioia Majuna
Jude Law e Kerry Condon sono i protagonisti adulti di un prodotto che cerca di tornare all'essenza del franchise pensato da George Lucas, con risultati - per ora - soddisfacenti
Star Wars è una roba per bambini. Aspetta, correggiamo: Star Wars è SEMPRE stato una roba per bambini. Alcuni fan di una certa età o di un certo temperamento potrebbero prendere questa affermazione come un insulto, o addirittura come un attacco ai loro film preferiti, ma è un fatto innegabile.
E non prendetelo solo per buono perché ve lo dico io: lo stesso creatore, George Lucas, ha affermato più volte nel corso degli anni che Star Wars è stato concepito per i più piccoli. Questo, ovviamente, non significa che il franchise sia sempre riuscito perfettamente in questo intento (chi può dimenticare un intero film prequel incentrato su dispute commerciali e tasse?), né che non possa comunque affascinare spettatori di tutte le età.
Tuttavia, al suo cuore, le avventure di Luke Skywalker e la lotta della Ribellione contro l’Impero sono state costruite con una semplicità universale, progettate per accendere l’immaginazione dei più giovani. Una verità che oggi appare quasi rivoluzionaria.
Fortunatamente, Skeleton Crew sembra comprendere questa verità fondamentale meglio di molte delle produzioni Lucasfilm successive all’acquisizione Disney. Per chi cerca una produzione di Star Wars che sembri davvero originale e fresca, invece di riproporre il solito nostalgico déjà vu, questa serie potrebbe essere la risposta.
I suoi creatori Jon Watts and Christopher Ford costruiscono un’avventura che guarda il vasto universo di Star Wars attraverso gli occhi di un gruppo di bambini, offrendo un punto di vista ingenuo che riesce a riportare un senso di scoperta e meraviglia a un franchise che rischiava di stagnare. Ogni errore, ogni malinteso e ogni nuova scoperta diventa un’occasione per illuminare nuovi angoli di una galassia che credevamo di conoscere già così bene.
Se Star Wars è per bambini, allora è anche intrinsecamente nostalgico. È però ciò che i realizzatori fanno con questa nostalgia a fare davvero la differenza. Da Il Risveglio della Forza a The Mandalorian, l’era attuale del franchise ha spesso cercato di ricreare la trilogia originale, senza però riuscire a innovare. Skeleton Crew, invece, non si limita a venerare il passato di Star Wars: prende ispirazione anche dai classici della Amblin degli anni ’80.
Più che rifarsi esclusivamente a George Lucas, Jon Watts porta nella serie il sapore di E.T., I Goonies e persino Navigator.
La serie si apre con gli elementi tradizionali di Star Wars: un testo espositivo, una lenta panoramica spaziale e un’astronave che appare all’orizzonte. Ma è proprio qui che finiscono gli obblighi del franchise e inizia la personalità unica di Skeleton Crew. Da questo momento, la serie si trasforma in un racconto di formazione, mescolando innocenza, avventura e un tocco nostalgico.
Il cast di giovani attori, tra cui Ravi Cabot-Conyers (Wim), Robert Timothy Smith (Neel), Ryan Kiera Armstrong (Fern) e Kyriana Kratter (KB), riesce immediatamente a trasmettere il tono Amblin con naturalezza. Accanto a loro, veterani come Jude Law, Kerry Condon e Nick Frost (voce del droideSM-33) offrono solidità alla narrazione.
Insieme, creano un gruppo che si avventura lontano dal monotono pianeta At Attin verso le profondità dello spazio, scoprendo che i sogni di fuga possono avere un costo inaspettato.
Il franchise di Star Wars porta con sé aspettative enormi. Lucasfilm ha lottato per ristabilire il suo gioiello nei cinema, mentre l’espansione del “Mando-verse” sembra puntare a un finale interconnesso pieno di crossover e strizzate d’occhio ai fan più accaniti. Gli scettici avrebbero buoni motivi per dubitare che una serie per famiglie possa rappresentare la salvezza del franchise. E, per essere onesti, non è questo il suo obiettivo.
L’ambizione di Skeleton Crew, però, punta verso un futuro più brillante e ottimistico. In un’epoca in cui tutto sembra sempre ruotare intorno alla saga degli Skywalker, ecco arrivare una narrazione semplice, divertente e autoconclusiva, arricchita dalla colonna sonora di Michael Giacchino e dal suo tema principale.
A differenza di The Mandalorian o Ahsoka, non ci sono inutili riferimenti o camei forzati. La serie – almeno nei 3 degli 8 episodi complessivi che ho visto – bilancia invece sapientemente l’ambizione di ampliare l’universo narrativo con una storia intima e coinvolgente. Come dice Wim in un momento della serie, “basta che sia magico, e va bene così.”
Questo significa che Skeleton Crew è la miglior produzione di Star Wars? Non proprio. Anche questa serie soffre di alcuni problemi ricorrenti, come l’aspetto visivo piatto del sistema StageCraft e le tonalità grigie che dominano molte produzioni Disney. Tuttavia, i direttori della fotografia Sean Porter e David Klein riescono a rendere più dinamici gli ambienti quando il gruppo si sposta nello spazio.
E sebbene non si veda ancora un’impronta distintiva da parte dei registi coinvolti, la serie compensa questi limiti con il cuore, un umorismo intelligente e una storia chiara.
Non è possibile dire se il team creativo riuscirà a mantenere questo livello fino alla fine, ma finora il viaggio vale ogni momento. Insomma Skeleton Crew è una ventata d’aria fresca per il franchise, grazie all’energia e alla prospettiva dei giovani protagonisti.
Di seguito trovate il trailer doppiato in italiano di Skeleton Crew, nel catalogo di Disney+ dal 3 dicembre (due episodi alla settimana):
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