Voto: 6/10 Titolo originale: The Gentlemen , uscita: 07-03-2024. Stagioni: 2.
The Gentlemen: recensione degli 8 episodi della serie griffata Guy Ritchie (su Netflix)
07/03/2024 recensione serie tv The Gentlemen di Stella Delmattino
Theo James e Kaya Scodelario sono i bravi protagonisti di un prodotto scritto con troppa sufficienza, che elargisce i tipici stilemi del regista britannico e poco più
Ispirata all’omonimo film del 2019 (la recessione), la serie The Gentlemen, nata dalle menti di Guy Ritchie e Matthew Read e finiti dritta su Netflix, continua ora a esplorare la possibilità di grandi tenute aristocratiche inglesi adagiate mollemente sopra un lucroso mondo sotterraneo criminale. Sebbene nessuno dei personaggi o degli eventi del lungometraggio venga ‘trasferito’ sul piccolo schermo, l’idea di fondo è che questi due progetti possano esistere in tandem.
Fin dall’inizio, gli 8 episodi di quella che potrebbe essere soltanto la prima stagione di un nuovo franchise, appare più intima, con Guy Ritchie che opta per una sorta di ‘ritorno alle proprie origini’.
La storia poggia molto sulle dinamiche familiari come mezzo per esplorare il ventre losco della campagna britannica e mescola le scelte stilistiche tipiche del filmmaker 55enne, come zoomate esagerate, slow motion e stacchi di montaggio rapidi. I registi assemblati dalla produzione mantengono la continuità stilistica, rinunciando a qualsiasi scelta individuale a favore di un look e di una sensazione generale coesivi.
La narrazione e gli archetipi sono familiari e fanno di The Gentlemen un prodotto ‘by Guy Ritchie’ in tutto e per tutto. Ciò significa che la scrittura è tutt’altro che ispirata, ma almeno la serie è di bell’aspetto e capace di intrattenere il giusto, almeno fino all’arrivo della prossima new entry a catalogo.
La vicenda segue Eddie Halstead (Theo James), onorevole secondogenito di una famiglia aristocratica. È fermo, calmo, sicuro e intelligente, la combinazione perfetta di qualità per un capofamiglia. Suo fratello maggiore, invece, è l’opposto. Freddy (Daniel Ings) è chiassoso, antipatico, viziato e un peso. La sorella, Charlotte, è, senza sorpresa, praticamente irrilevante. La dinamica centrale che anima The Gentlemen è quella tra i due maschi.
Le scelte di Freddy e la realtà che il padre lavorava con un boss dello spaccio di marjuana sono l’elemento catalizzatore delle numerose avventure folli e bizzarre di Eddie, che cerca di ottenere una cosa sola: separarsi da Susie Glass (Kaya Scodelario), l’attuale leader delle operazione ‘di droga’ che si svolgono al di sotto della sua proprietà, e dal padre di lei, Bobby Glass (Ray Winstone).
Sebbene siano tutti ottimi ingrediente per dare il la a qualcosa di emozionante e coinvolgente, Guy Ritchie e Matthew Read dimenticano un dettaglio cruciale: lo sviluppo dei personaggi.
The James è un attore di talento. È anche avvenente e sfoggia (da gustare in lingua 0riginale) la quintessenza dell’accento britannico per interpretare un rispettabile protagonista romantico all’interno di un dramma in costume, un ruolo che ha interpretato più di una volta.
In The Gentlemen, il 39enne ha il compito di essere curato e di essere cool. Lo show è così elegante che, a volte, il cast è vittima del metodo ‘stile più che sostanza’, anche se – a dirla tutta – la sceneggiatura ha ben poca sostanza. Theo James interpreta un uomo che dovrebbe essere molto più eccentrico di come ci viene presentato.
Eddie è un perfezionista un po’ rigido che si preoccupa poco della ricchezza e del potere, ma che emana le qualità di un uomo che li eserciterebbe con onore. Evocando un fascino degno del principe Harry, Eddie scarterebbe volentieri il suo status sociale per una pacifica vita ‘normale’, se non fosse necessario tagliar fuori il fratello egocentrico, la sorella dal cuore gentile, la madre affidabile e il fedele custode.
Eddie dovrebbe essere un uomo stabile. Tuttavia, si trova coinvolto in un enorme piano criminale che diventa sempre più complicato, eppure non sembra mai essere scoraggiato o cambiato. Semmai, la sua volontà di controllo è l’unica cosa che si rafforza sulla carta e attraverso l’interpretazione di Theo James. Per il resto, sembra che Guy Ritchie abbia dimenticato che il suo protagonista debba avere una parvenza di personalità, anche se non drasticamente caotica come quella di Freddy.
Per miracolo, l’unica persona ad avere quello che si può onestamente definire un arco narrativo è la Susie di Kaya Scodelario. I lavori di Guy Richie sono notoriamente a prevalenza maschile; le sue donne non sono mai una priorità, anche quando chiama nomi celebri.
Kaya Scodelario ha sempre avuto la straordinaria capacità di essere brillante a prescindere dalla qualità effettiva dei progetti scelti, ma The Gentlemen è un raro caso in cui il materiale messole a disposizione dallo script è dignitoso.
All’inizio, Susie è esattamente come Michelle Dockery viene presentata nel film originale, una donna stoica e sveglia il cui potere risiede nella capacità di avere un minimo di senso e di stile in un ambiente dominato da uomini ottusi e brutali. Sempre composta, raramente emotiva e sempre con rossetto rosso e tacchi alti. Fortunatamente, Susie è la protagonista dell’ultima parte della serie, quando è costretta a giocare in difesa.
A differenza del collega, a Kaya Scodelario viene dato lo spazio e la possibilità di mostrare le crepe nella facciata di Susie; i suoi difetti e le sue stranezze vengono messi in luce mentre il suo personaggio cresce e cambia. Ha degli strati e non è solo un’attrazione per gli occhi o un interesse romantico, anche se l’attrice e Theo James dimostrano una buona chimica.
Il tira e molla della loro situazione unica è uno dei punti di forza della serie, perché le scene con Kaya Scodelario sono i pochi momenti in cui Theo James sembra davvero divertirsi. Quando Susie e Eddie si scambiano battute e si avvicinano, si può notare come Kaya Scodelario ravvivi The Gentlemen, cosa che la scrittura trascura pesantemente.
The Gentlemen è disomogenea, ma quando entra nel vivo delle dinamiche di potere tra Susie e Eddie, della loro lotta per il controllo reciproco e dell’azienda, diventa piacevole.
Netflix non è certo affidabile quando si tratta di rinnovare gli show, ma ciò che la serie inizia a esplorare con Susie Glass è abbastanza avvincente da voler chiedere un sequel o una seconda stagione. Tutto il resto è solo rumore, discordante, disarticolato, sconnesso, foraggio per qualche risata. The Gentlemen arranca con poca attenzione al coinvolgimento dei personaggi, ma la serie ha i suoi meriti.
Senza un protagonista all’altezza come Theo James, le situazioni in cui Eddie si ritrova sarebbero soltanto un mezzo per mostrare lo stile e lo humor britannico caratteristici di Guy Ritchie, che nel migliore dei casi sono altalenanti.
Il pubblico che vuole qualche ora di modesto divertimento dovrebbe apprezzare The Gentlemen. Coloro che invece si aspettano di vedere qualcosa di Guy Ritchie, ma in forma televisiva, potrebbero rimanere un po’ delusi, poiché la serie non ha la stessa energia cinetica per cui è conosciuto nei film. E chi vuole un giusto equilibrio tra personaggi divertenti e dinamici e una storia coerente e ficcante ne uscirà solo leggermente soddisfatto.
Di seguito – sulle note di I’m a man dello Spencer Davies Group – trovate il full trailer in versione italiana di The Gentlemen, a catalogo dal 7 marzo:
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