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Voto: 7/10 Titolo originale: The Gentlemen , uscita: 01-01-2020. Budget: $22,000,000. Regista: Guy Ritchie.

The Gentlemen: la recensione del film di Guy Ritchie con McConaughey, Hunnam e Farrell

12/04/2020 recensione film di William Maga

Il regista inglese torna alle origini con un caper movie compiaciuto e intricato, forse anche troppo

The Gentlemen (2019) film

Per tutti quei fan della serie Downton Abbey desiderosi di sentire Lady Mary Crawley pronunciare una parolaccia, Guy Ritchie è l’uomo che fa per voi. Michelle Dockery non solo emette volgarità con sufficiente frequenza e vigore da tenere il passo dei suoi numerosi co-protagonisti maschili, ma sa un paio di cose su come si impugna una pistola. Naturalmente, come i suoi fan sapranno, tra i punti di forza del regista inglese non rientra lo sviluppo di personalità femminili complesse, quindi Rosalind Pearson è più simile a una caricatura fantasy di una donna forte fatta da un uomo che a un personaggio reale / realistico.

The Gentlemen (2019) posterThe Gentlemen – costato 22 milioni di dollari e bollato, prevedibilmente, col Rated R – riporta Guy Ritchie alle sue origini, ricordando i suoi primi lavori legati alla ‘cultura lad’ britannica come Lock & Stock – Pazzi scatenati (che venne generalmente applaudito dalla critica) e Snatch – Lo strappo (che non fu). Violenza e volgarità assortite si fondono qui in una maniera post-tarantiniana, che si traduce in una certa dose di umorismo che gorgoglia in superficie da un trabocco di testosterone.

La sceneggiatura (sempre di Guy Ritchie) è estremamente intelligente a metà, con alcune delle sue stranezze che risultano alla fine imbarazzanti e troppo invadenti. Si sa che al regista piace da sempre spiazzare improvvisamente con colpi di scena gli spettatori guidati prima su false piste, ma questa tradizione ha in The Gentlemen risultati altalenanti e se ne ricorre almeno un paio di volte di troppo. Avere un narratore inaffidabile può essere un’arma a doppio taglio quando viene rivelato presto che la sua versione degli eventi potrebbe non tenere traccia della ‘realtà’ del film.

La ‘storia ombrello’ di The Gentlemen è essenzialmente quella di due uomini che trascorrono una serata insieme per discutere il piano per attuare un ricatto. Il ricattatore, un giornalista della stampa scandalistica di nome Fletcher (Hugh Grant), sta chiedendo 20 milioni di sterline per nascondere una storia che descrive nel dettaglio le operazioni del trafficante di droga Mickey Pearson (Matthew McConaughey), rivelando i luoghi segreti delle sue piantagioni di marijuana in Inghilterra e rivelando i molti scheletri nei suoi (sanguinosi) armadi. Il fidato consigliere di Mickey, Ray (Charlie Hunnam), è stato scelto da Fletcher come intermediario. L’uomo ascolta con crescente irritazione il reporter che rivela ciò che ha scoperto (tramite flashback, che forniscono la maggior parte della narrazione), mescolando i fatti con le supposizioni mentre converte le sue osservazioni in una sceneggiatura fittizia da ‘film nel film‘.

Questo approccio consente a Guy Ritchie di rompere la quarta parete, fornendo un commento sul cinema moderno e ci scherza sopra con battute ad hoc. Alcuni dei momenti ‘meta’ di The Gentlemen funzionano bene, ma la maggior parte di essi appaiono appiccicati a forza ed estranei. Sta alla sensibilità di ciascuno spettatore capire quanto sia piacevole assistere a un’opera in cui il regista è più interessato a mettersi in mostra che a raccontare una storia.

Mickey vuole uscire dal mondo della droga in modo da poter trascorrere più tempo con la sua amata moglie (Dockery). A tal fine, ha trovato un acquirente per il suo impero – l’americano Matthew (Jeremy Strong) – e ha fatto il suo prezzo (400 milioni di sterline). C’è un’altra parte interessata, tuttavia: la testa calda Dry Eye (Henry Golding), che mette sul piatto una grossa somma e non è contento del “no” che gli è arrivato come risposta. L’uomo dichiara allora guerra, assume un gruppo di criminali per razziare una delle piantagioni di Mickey e intraprende un’azione decisiva per spezzare la gerarchia di potere nel commercio di eroina dall’Asia. Quando Matthew viene a conoscenza delle disgrazie di Mickey, decide di usarla come un’opportunità per fare una contro-offerta al ribasso – qualcosa che naturalmente non va giù a Mickey. Nel frattempo, Fletcher sta ficcando il naso, scattando foto di nascosto e assemblando il dossier che alla fine presenta (con infiorettature) a Ray.

The Gentlemen (2019) film guyIn ogni caso, The Gentlemen non è privo di fascino e, sebbene sia piuttosto derivativo, non si può dire che non intrattenga nelle sue quasi 2 ore di durata, senza dimenticare la messa in scena e i costumi, ‘british’ e curatissimi (nota di merito in tal senso al Coach di Colin Farrell). Tutti gli attori coinvolti svolgono un lavoro solido, anche se la sceneggiatura a volte sembra qualcosa che è stato scritto 25 anni fa e solo recentemente rispolverato (a tal proposito, è interessante proprio il personaggio di Michelle Dockery, nonostante la sua patina di tenacia e badassaggine, non gioca particolarmente intonato con l’era del #MeToo che stiamo vivendo da qualche tempo).

Da menzionare un paio di sequenze straordinarie: una è l’incontro tra Mickey e Dry Eye, l’altra è l’assurdo salvataggio di una ragazza dipendente dall’eroina da parte di Ray – ma il film nel suo insieme non funziona così bene come le sue singole parti. Guy Ritchie sembra aver voluto fortemente inventarsi qualcosa che fosse sulla carta molto più sorprendente di quello che è riuscito a portare poi sullo schermo.

Va notato che negli Stati Uniti – e in mezzo mondo – The Gentlemen è stato distribuito a gennaio, un periodo storicamente ‘debole’, che la dice abbastanza lunga sulle previsioni di performance da parte della Miramax (lo stesso Matthew McConaughey ne sa qualcosa, come dimostra il suo Serenity – L’isola dell’inganno lo scorso anno). E, sebbene abbia raccolto 115 milioni di dollari globalmente, negli USA ne ha incassati solo 36 (peggior risultato per il regista inglese da RocknRolla del 2008).

The Gentlemen resta un apprezzabile tentativo di ritornare ai fasti dei primi anni 2000 per Guy Ritchie dopo aver trascorso un bel po’ di tempo in territori fantasy con le re-immaginazioni di Re Artù (la recensione di King Arthur – Il potere della spada) e il live action Aladdin per la Disney (la recensione). Uno script eccessivamente intricato e il ricorso all’auto-celebrazione stilistica – comprensibile ma esagerata – finiscono per ostacolare il pieno godimento da parte dello spettatore di quello che avrebbe dovuto essere un caper movie piuttosto lineare. Un divertissement di maniera compiaciuto, prendere o lasciare.

In attesa di capire quando lo vedremo dalle nostre parti, di seguito trovate intanto il trailer internazionale di The Gentlemen: