Voto: 4.5/10 Titolo originale: The I-Land , uscita: 12-09-2019. Stagioni: 1.
The I-Land: la recensione della serie fanta-horror Netflix con Kate Bosworth e Natalie Martinez
16/09/2019 recensione serie tv The I-Land di William Maga
Lo show evento ideato da Neil LaBute vuole essere intelligente, ma la scrittura ridicola lo sprofonda tra i prodotti più mediocri in catalogo
E se un bel giorno vi risvegliaste ritrovandovi su un’isola deserta senza memoria di chi siete e di come ci siete finiti? La nuova miniserie survival made in Netflix intitolata The I-Land ci immerge in una situazione da incubo di questo tipo, con 10 individui che finiscono proprio naufraghi (?) su un misteriosa – e insidioso – lembo di terra in mezzo al mare senza alcun ricordo di come abbiano fatto ad arrivarci o il perché. Un pericoloso paradiso tropicale che promette sana avventura, brividi e suspense a pacchi, ma che, in definitiva, scoppia come una bolla di sapone al vento. La realtà è infatti molto più concreta di qualsiasi fantasiosa idea che potrebbe essere scaturita vedendo i trailer promozionali, che si sgretola già al terzo episodio (di sette), con la rivelazione dell’intrigante premessa.
Già dopo appena 15 minuti del pilot lo spettatore non proprio sprovveduto si rende conto che Natalie Martinez (Death Race), che interpreta la protagonista Chase, sarà l’unica attrice il cui personaggio è stato scritto con un minimo di voglia, mentre gli altri intorno semplicemente si limiteranno a vagare e arredare gli sfondi. In una scena, la ragazza si rivolge a loro dicendo: “Dovrei essere abituata all’idea che voi siate già una delusione per me.” Mai parole furono più azzeccate …
Attingendo palesemente al pozzo di serie come Lost e a film come Quella casa nel bosco e Hunger Games, The I-Land mette sul piatto elementi spettrali — a partire da granchi, serpenti velenosi, incendi e il letale Oceano stesso —, riassumendo tutti i motivi che potrebbero spingere gli ipocondriaci (e i pessimisti) a non partire per esotiche vacanze. E ci sono poi un elemento di mistero e diversi riferimenti cinematografici colti — da Il club dei 39 di Alfred Hitchcock a Ganster Story di Arthur Penn — che entrano in scena, solamente per svanire miseramente in pochi secondi.
Il più grande problema di questa serie evento è che cerca troppo duramente di sembrare (ed essere) intelligente, quando invece è assolutamente sciatta e sciocca.
Dalla scena in cui KC (Kate Bosworth) e Chase si incontrano per la prima volta, fino alla conclusione di The I-Land, viene enfatizzata grandemente la loro esagerata rivalità. Perché? Sembra che i creatori dello show abbiano sentito la necessità di sottolineare come ogni qualvolta due belle ragazze si incontrino, debba scattare immediato il litigio, così senza un senso logico. In tutto questo ci infilano poi anche Brody (interpretato da Alex Pettyfer), un ragazzotto che cerca di violentarle entrambe. In una scena da ‘tracciato piatto dell’intelletto’ dello spettatore, il personaggio giustifica la sua azione dicendo candidamente: “Non stavo cercando di violentarti. Non esiste quella parola in un posto del genere. C’e soltanto sesso e niente sesso. E noi non abbiamo fatto sesso.”
Gli altri membri del cast — Ronald Peet come Cooper, Kyle Schmid come Moses, Sibilla Deen come Blair, Gilles Geary come Mason, Anthony Lee Medina come Donovan, Kota Eberhardt come Taylor e Michelle Veintimilla come Hayden — potrebbero pure avere un qualche potenziale, ma per qualche motivo (probabilmente il numero di episodi limitato) si decide di impiegarli come meri oggetti di scena. Intendiamoci, sulla carta ci sono dei momenti in cui The I-Land sembra sul punto di spaccare il volo e sorprendere, ma la narrazione scombinata non lascia spazio alcuno alla possibile fascinazione.
Nelle settimane passate, la campagna di marketing aveva seminato la blanda speranza che potessimo trovarci per le mani qualcosa di almeno vagamente vicino a prodotti originali del calibro di Black Mirror, dove fantascienza e mistery si incontrassero per un intenso viaggio per la sopravvivenza spruzzato di splatter, ma i naufraghi di quest’isola non traducono minimamente in realtà queste aspettative.
Scritta e diretta personalmente da Neil LaBute (Il Prescelto), la sceneggiatura di The I-Land è fragilissima e infarcita da dialoghi ai limiti del farsesco del calibro di “Ho un brutto presentimento!” e “Sono piccola, ma sono potente!”. E comunque, se per qualche ragione riusciste in qualche modo a farvi strada attraverso assurdità e / o banalità del genere, dovreste almeno meritarvi una ricompensa per la pazienza. Invece no. Solo 350 minuti di vita in meno, che avreste potuto spendere ad esempio per dormire.
Mentre si affrontano i 7 inesorabili episodi, l’unica domanda che vi verrà in mente sarà probabilmente perché i protagonisti bellocci siano stati messi insieme in un contesto alla Grande Fratello (o alla Temptation Island …) Ebbene, se state cercando delle risposte, il terzo episodio giungerà relativamente presto in vostro soccorso, garantendo però anche l’unico sprazzo di logica che mai ricaverete dalla visione di queste insensata miniserie.
In definitiva, era impensabile che dopo prodotti validissimo come Dark e Mindhunter il colosso dello streaming sfornasse un’altra serie se non indimenticabile, almeno piacevole. Purtroppo, la necessità di riempire il palinsesto e sfornare a getto continuo nuovi titoli spesso genera mostri. Talvolta di quelli che popoleranno i nostri incubi per i motivi sbagliati.
Di seguito – sulle note di una versione ricantata di Survivor delle Destiny’s Child – trovate il full trailer internazionale (con sottotitoli italiani) di The I-Land, i cui 7 episodi sono disponibili nel catalogo Netflix dal 12 settembre:
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