Titolo originale: Uzumaki , uscita: 29-09-2024. Stagioni: 2.
Uzumaki: cos’è andato storto nell’anime di Adult Swim ispirato a Junji Ito
03/04/2025 news di Stella Delmattino
L'adattamento del noto manga horror è partito bene, ma poi c'è stato il tracollo; Jason DeMarco ha provato a spiegare i motivi del fallimento

I blocchi di programmazione Adult Swim e Toonami di Cartoon Network hanno avuto un ruolo chiave nella diffusione degli anime nel mainstream statunitense. Oggi la rete non si limita più a trasmettere serie giapponesi in USA, ma ne produce anche una buona quantità. Ad esempio, la serie mecha ispirata a Batman The Big O ha ricevuto una seconda stagione nel 2003, co-prodotta da Sunrise e Cartoon Network, grazie al successo ottenuto su Toonami.
Adult Swim è pronto a lanciare Lazarus, il nuovo anime del regista di Cowboy Bebop Shinichiro Watanabe, ma molti fan non si sono ancora ripresi dalla delusione legata all’ultimo grande progetto anime della rete.
Si tratta di Uzumaki, adattamento in 4 episodi del manga horror cult del 1998 di Junji Ito. Ambientato nella cittadina costiera fittizia di Kurouzu-cho, racconta la storia di Kirie Goshima e degli abitanti del paese, perseguitati da una maledizione che si manifesta sempre sotto forma di spirale (“Uzumaki” in giapponese significa proprio “spirale”).
Co-prodotta da Production I.G USA e Adult Swim, la serie fu annunciata per la prima volta nel 2019 con una data d’uscita prevista per il 2020. Poi posticipata al 2021, fu rimandata ancora – pare che il COVID abbia ritardato la produzione di quasi un anno – e per anni tutto ciò che ne rimase fu un teaser di 35 secondi. Solo nel luglio 2023 fu mostrato un primo sguardo alla serie, oltre un anno prima della sua effettiva messa in onda su Toonami, avvenuta nel settembre 2024.
Il primo episodio è stato accolto con entusiasmo: per molti, si trattava del primo vero successo nel trasporre l’arte di Junji Ito in animazione. Poi arrivò la delusione: l’animazione del secondo episodio crollò drasticamente in qualità.
La reazione fu immediata e furiosa. Jason DeMarco, co-creatore di Toonami e direttore creativo di Adult Swim, ha condiviso la sua versione dei fatti in tre post (poi cancellati) su BlueSky:
«Va bene, sapevamo che sarebbe successo. Non posso dire cosa sia successo davvero, ma siamo stati fregati e le opzioni erano A) non finire e non mandare in onda nulla e considerarlo una perdita, B) trasmettere solo il primo episodio e lasciare la serie incompleta o C) mandare in onda tutti e quattro, con tutti i difetti del caso. Per rispetto del lavoro svolto, abbiamo scelto la C.»
«Dopo tanta attesa, è comprensibile che la gente sia arrabbiata. Purtroppo non posso dire chi è il responsabile… ma qualcuno lo è, e noi abbiamo fatto del nostro meglio quando tutto è crollato. Forse altri avrebbero fatto scelte diverse. Noi abbiamo fatto quello che potevamo con ciò che avevamo.»
«Ma, ancora una volta, molte persone hanno lavorato duramente a questa serie, e non pensavo che le azioni di una o due persone dovessero impedirne la diffusione. Forse è stata una scelta sbagliata, non lo so davvero. Ma quelle persone hanno il diritto di essere deluse. Sono felice che tu l’abbia apprezzata.»
Nei sei mesi successivi, sono emerse poche informazioni aggiuntive. Non si conoscono ancora le identità delle “una o due persone” citate da DeMarco. È però noto che dopo il primo episodio c’è stato un cambio di regia: Hiroshi Nagahama, pur restando accreditato come storyboard artist per tutti e quattro gli episodi, è stato sostituito da Yuji Moriyama.
Lo studio di animazione è cambiato anch’esso: il primo episodio è stato infatti prodotto da Fugaku, il secondo da Akatsuki. Secondo una teoria diffusa tra i fan, Nagahama sarebbe stato allontanato perché il suo approccio era troppo costoso per i dirigenti della Warner Bros., anche se nulla di tutto ciò è stato confermato.
È però certo che il suo metodo fosse estremamente laborioso. L’arte di Ito è in bianco e nero, dettagliatissima e visivamente ipnotica: proprio per questo storicamente è stato difficile adattarla in animazione. Come raccontato a Vulture, sia DeMarco (su consiglio del DJ Flying Lotus) che Nagahama sono giunti separatamente alla stessa conclusione: Uzumaki doveva essere animato in bianco e nero, per mantenere l’atmosfera originale.
Per riprodurre i dettagli del tratto di Ito, Nagahama ha quindi adottato un processo simile al rotoscoping: «L’idea di Nagahama era usare la motion capture, costruire tutto in CGI, e poi ridisegnare ogni fotogramma. Così gli animatori avrebbero potuto affrontare il tratto di Ito-sensei, incredibilmente complesso», ha spiegato DeMarco.
Sulla base del primo episodio, era la scelta giusta: i movimenti dei personaggi con il vento, le linee tratteggiate che seguono il corpo… tutto contribuisce a un effetto visivo impressionante. Il secondo episodio, invece, sembra affrettato e approssimativo: i modelli dei personaggi sono spogli, i movimenti lenti e innaturali.
Una scena in cui i protagonisti “corrono” sulla spiaggia è diventata il simbolo del disastro. Secondo alcuni, come lo youtuber Mother’s Basement, i problemi riguardano anche la sceneggiatura e il ritmo. Il manga originale si compone di 20 capitoli, per lo più autoconclusivi, che mostrano diverse manifestazioni della maledizione a spirale: una ferita che diventa una spirale e inghiotte una donna, compagni di scuola che si trasformano in lumache a forma di spirale, capelli che si attorcigliano come serpenti.
Il climax del manga arriva quando Kirie e Shuichi tentano di fuggire dalla spirale che sta inghiottendo l’intera città. L’anime, con solo quattro episodi da mezz’ora, non riesce a rendere giustizia alla ricchezza del materiale. Il finale dell’anime mostra Kirie e Shuichi che scoprono l’origine della maledizione: un’enorme “entità a spirale” sotto Kurouzu-cho.
I due si arrendono, abbracciandosi e fondendosi insieme. In coerenza con il concetto dell’infinito, la spirale avrebbe ripetuto questo ciclo più volte nel tempo. L’anime interpreta questa idea come un loop temporale, aggiungendo una coda in cui si rivede l’inizio della storia con nuovi personaggi che ripercorrono gli stessi passi.
Il manga, più saggiamente, si conclude con la decisione finale dei due protagonisti. L’unico elemento davvero riuscito nell’anime di Uzumaki è la colonna sonora di Colin Stetson, inquietante ma mai invadente, capace di instaurare sin dall’inizio un senso di inquietudine crescente – la stessa sensazione che si prova leggendo un manga di Junji Ito.
Peccato che agli animatori non siano stati concessi tempo e risorse per creare delle immagini all’altezza di quella musica.
Di seguito trovate intanto il trailer internazionale di Uzumaki:
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