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Woh: (ri)scopriamo la serie TV indiana del 1998 ispirata a IT di Stephen King

10/09/2019 news di Redazione Il Cineocchio

A quasi 10 anni dalla miniserie con Tim Curry, arrivava sulla liberale Zee TV uno dei prodotti più bizzarri prodotti da quelle parti, un rip-off insolito e non privo di interesse

woh serie india IT tv clown

Per molti non dirà nulla, ma per la vasta popolazione dell’India, Zee TV a metà degli anni ’90 ha rappresentato una vera e propria fucina di programmi, film e serie da cui abbeverarsi senza sosta, in quanto nei precedenti 50 anni la televisione locale era stata decisamente ‘povera’ di offerte, tutte peraltro filtrate dal Governo. Tra i prodotti più bizzarri messi in onda va annoverato senza dubbio il serial horror Woh (1998), che tradotto in lingua inglese significa “It” (o “quello” o “quelli”, a seconda del contesto) e, come facile intuire, ‘omaggia’ pesantemente l’omonima miniserie televisiva con Tim Curry del 1990.

Andò in onda per 52 episodi, non molti per gli standard locali, considerato che tutti gli show di Zee TV venivano trasmessi dal lunedì al venerdì. Inoltre, possedeva tutte le caratteristiche dei titoli di quegli anni: fotografata malamente, poverissimo e ai limiti del rip-off in molte scene, era comunque imbevuta di un’eccentricità bizzarra, mai vista prima di allora. A posteriori, Woh risulta quanto mai eccentrica e ‘incredibile’, non fosse altro perché il “Woh” del titolo non solo non compare nel primo episodio, ma appare solamente come una sfocatura colorata nel secondo e si mostra per intero a quasi metà dell’episodio tre, in una scena che ‘ricrea’ la nota sequenza della barchetta di carta nell’acqua, solo che qui, al posto delle fogne, c’è una piscina.

woh serie india IT tvWoh è liberamente basato sulla seconda metà della storia raccontata nel romanzo di Stephen King, con gli adulti che, dopo aver incontrato il clown assassino in passato (c’è un flashback a tal proposito), si riuniscono nuovamente quando un nuovo gruppo di bambini scompare improvvisamente. La prima stranezza, col senno di poi, è Ashutosh, il protagonista della serie, interpretato da Ashutosh Gowariker, divenuto oggi un grande nome nell’industria cinematografica indiana (pensiamo a Lagaan – C’era una volta in India, film candidato agli Oscar nel 2001).

Per chi se lo stesse domando, Woh non presenta il benché minimo accenno di iconografia e di tradizione specificamente indiani, come siamo invece abituati a immaginare i titoli provenienti da Bollywood e limitrofi. Nulla di più lontano.

Per cominciare, come molti rip-off di film occidentali prodotti da quelle parti, c’è pochissima ricontestualizzazione culturale, un’operazione affatto semplice con qualcosa di così specifico come IT e la sua iconografia di clown spaventosi. Laddove l’America aveva un serial killer come John Wayne Gacy, il Joker e, in misura minore, i pagliacci alieni di Killer Clowns From Outer Space, non c’era nulla nella coscienza collettiva indiana a cui Woh potesse davvero attingere. Non esiste traccia di coulrofobia

Il Pennywise di Tim Curry era probabilmente sembrato un incrocio tra un demone minore e un tizio sconvolto che non si era mai sentito veramente un pagliaccio, una deviazione dall’immagine più pulita, professionale e ottimista che i clown in genere hanno in Occidente quando non sono terrificanti (parte del successo del fumatore incallito Kusty dei Simpson). D’altro canto, l’idea di essere un principiante, poco più che improvvisato e malinconico, che non sa nemmeno come truccarsi al meglio, era forse ciò che la maggior parte dei pagliacci locali pensava di essere in primo luogo, poiché la figura del clown professionista era relativamente nuova in India al tempo, con gli aspiranti artisti che si presentavano in circhi che non pagavano molto bene. A questo aspetto culturale si è poi unito il fatto che la produzione di Woh ha effettivamente fatto quasi nulla per rendere l’attore / sceneggiatore M.M. “Liliput” Faruqui somigliante anche solo lontanamente a una creatura demoniaca nel ruolo. Il tuo risultato finale che appare sullo schermo quindi non poteva che essere … un clown indiano dall’aspetto estremamente banale.

woh serie india ITLa sigla della serie, che si ispirava evidentemente all’allora popolarissimo Se7en di David Fincher (e che adesso invece rimanda ad American Horror Story), concorrono a creare un tono il più strano possibile per quello che è essenzialmente uno show dell’orrore, presentando primi piani di pagliacci e di bambole (inquietanti) in rapida successione con maschere tribali (anche queste angoscianti, sebbene tematicamente disconnesse …), un coltello insanguinato (molto disturbante) e un granchio che regge un fiore (già …). È anche accompagnato dalle note di quello che assomiglia a un beat folle pensato per una battaglia rap, con gli skretch sul piatto e tutto il resto.

Guardando agli aspetti positivi, una volta che decide di prendere le distanze dalla fonte, la serie imbocca un paio di curve davvero strampalate. Viene rivelato che Woh è lo spirito di un clown che si uccise dopo che la donna che amava aveva rifiutato di sposarlo perché troppo basso (davvero!), e la conclusione affrettata della vicenda implica sostanzialmente che i personaggi principali decidano di essere molto, molto gentili con questo assassino di bambini. Fantastico vero?! Fanno venire l’anziana madre alla grotta in cui vive, e lui ritorna così alla sua forma umana, prima di cominciare a piangere e scusarsi. Quindi, si trasforma prima in una foglia luminosa e poi in pura luce prima di scomparire nei cieli, assolto da ogni suo peccato. È libero da qualsiasi mitologia religiosa o spirituale specifica, anche se ovviamente strizza l’occhio un po’ a destra e a manca.

In definitiva, al di la dei meriti estetici, Zee TV verrà ricordata per aver portato al suo pubblico alcune storie assolutamente nuove, indipendentemente dal fatto che fossero veramente “originali”. Tra l’altro, tutti gli episodi di Woh sono disponibili per la visione legale sulla pagina YouTube di Zee.

Di seguito trovate il primo episodio, in versione integrale (senza sottotitoli):

Fonte: BMD