Voto: 8/10 Titolo originale: Avatar: The Way of Water , uscita: 14-12-2022. Budget: $460,000,000. Regista: James Cameron.
Avatar – La via dell’acqua: recensione del film diretto da James Cameron
15/12/2022 recensione film Avatar - La via dell'acqua di Gioia Majuna
Il regista ridefinisce il concetto di 3D in un sequel visivamente impressionante, che se ne frega ampiamente della semplicità della trama
Dopo anni di date di uscita non rispettate a causa di problemi di post-produzione, il sequel di Avatar (2009) è finalmente arrivato nelle sale. È valsa la pena di aspettare 13 anni? Senza dubbio. È difficile spiegare adeguatamente quanto Avatar – La via dell’acqua (Avatar: The Way of Water) sia impressionante e potenzialmente rivoluzionario.
Nulla prima d’ora avrebbe potuto infatti preparare il pubblico all’immersione offerta dal sequel diretto da James Cameron se visto nelle circostanze ottimali (un dettaglio non secondario …). La narrazione semplice del film (che non otterrà alcuna nomination per la sceneggiatura …) passa in secondo piano rispetto all’incredibile balzo in avanti tecnico che offre.
Se i film nei cinema devono sopravvivere, questo allora è il futuro: il tipo di esperienza che ci porterà a lasciare il comodo divano di casa e a sederci su una poltroncina imbottita. Avatar – La via dell’acqua regala oltre tre ore di spettacolo come mai trascorse prima in un multisala.
Alternando sequenze d’azione dal ritmo incalzante a momenti più lenti e contemplativi, James Cameron calma la pressione sanguigna del pubblico prima di alzarla ripetutamente. Chi è alla ricerca di un’esperienza emotiva ricca o di una trama complessa non troverà nulla di tutto ciò, ma questi aspetti non sono mai stati il pane quotidiano del regista, che offre comunque abbastanza di entrambi per permettere alla sua visione e alla capacità tecnica del suo team di appianare qualsiasi incongruenza di ritmo e di portare lo spettatore in una vertiginosa avventura. Fantastico.
Il sequel inizia tra i 15 e i 20 anni dopo la fine del primo Avatar (il nostro dossier). Durante il tranquillo intervallo tra un film e l’altro, Jake Sully (Sam Worthington) e Neytiri (Zoe Saldana) hanno messo su famiglia: hanno avuto il figlio maggiore Neteyam (Jamie Flatters), la figlia adottiva Kiri (Sigourney Weaver), il figlio minore Lo’ak (Britain Dalton) e la figlia minore Tuk (Trinity Jo-Li Bliss).
C’è anche Spider (Jack Champion), un umano ‘rimasto indietro’ (i bambini non potevano essere messi in crio-sonno per il viaggio di ritorno) che è diventato un nativo. Il loro stile di vita idilliaco con i Na’vi della foresta viene però sconvolto quando un nuovo gruppo di terrestri arriva nei cieli di Pandora.
Il loro obiettivo questa volta non è l’estrazione, ma la colonizzazione. Ma prima di poter domare (e terraformare) il pianeta, devono pacificare i nativi … con la forza. Guidati dal generale Ardmore (Edie Falco), i marines ricevono così il mandato “con ogni mezzo necessario”, che va benissimo al colonnello Quaritch (Stephen Lang). Avatar Na’vi a cui sono stati impiantati i ricordi del Quaritch originale, questo soldato ha la sua stessa personalità e intende vendicarsi dell’assassino del suo predecessore: Jake Sully.
Gli umani arrivano – ovviamente – seminando panico e distruzione. Quaritch porta con sé una squadra d’assalto con l’unico obiettivo di uccidere Jake e chiunque sia con lui. Dopo una brutale battaglia, Jake decide che l’unico modo per proteggere il suo popolo è fuggire con la sua famiglia.
Abdicando alla sua posizione di leader, lui e Neytiri accompagnano i loro figli in un lungo viaggio verso una tribù di Na’vi che segue “la Via dell’Acqua”. L’accoglienza iniziale dei nuovi arrivati è rispettosa, ma gelida. Alla fine, i capi – Tonowari (Cliff Curtis) e sua moglie incinta, Ronal (Kate Winslet) – accettano di permettere a Jake e alla sua famiglia di trovare rifugio presso di loro. La decisione ha però un prezzo, perché Quaritch non si fermerà davanti a nulla per raggiungere i suoi scopi. I danni collaterali sono irrilevanti: vuole riportare con sé lo scalpo di Jake come trofeo.
Per quanto riguarda la trama, diciamo subito che Avatar – La via dell’acqua non ridefinirà il genere. La narrazione complessiva ha un che di familiare e James Cameron ha pescato idee e momenti da alcuni dei suoi progetti precedenti (vengono facilmente ala mente The Abyss, Titanic e – naturalmente – il primo Avatar), anche se non in modo eccessivo.
Eppure, la trama è sufficientemente coinvolgente e i personaggi hanno tutti un arco narrativo. Si può sostenere che in un’opera come questa l’originalità può essere sopravvalutata e che spesso è più importante ciò che un regista fa con del materiale considerato “standard”. Nessuno definirà mai ad esempio Star Wars come un capolavoro di sceneggiatura, ma resta uno dei film di fantascienza più amati di tutti i tempi (e uno dei più influenti).
Per quante parole si possano spendere poi, sarebbe impossibile descrivere adeguatamente il salto di qualità che Avatar – La via dell’acqua compie. È quanto di più vicino alla realtà virtuale si possa ottenere al cinema. Gli effetti visivi sono già di per sé impressionanti: la CGI viene utilizzata in modi nuovi per dare corpo al worldbuilding di prim’ordine iniziato in Avatar.
Le sequenze d’azione sono coreografate in modo pulito e girate con perizia: non c’è confusione su ciò che sta accadendo. James Cameron fa quello che ha sempre fatto, aumentando la tensione, perché non è mai certo chi vivrà e chi morirà. La motion capture è di altissimo livello. Ci sono pochissimi esseri umani in questo film, il che rende Avatar – La via dell’acqua più un ibrido tra film d’animazione e film ‘in carne e ossa’.
Ma quando si parla di 3D …
Nel 2009, James Cameron aveva espresso un’opinione piuttosto forte a favore del 3D con Avatar. Si trattava di uno dei pochi usi magistrali di questa tecnologia. Sfortunatamente, Hollywood si è infatuata non tanto della tecnica quanto del sovrapprezzo del biglietto e questo ha portato a una cascata di film in 3D di scarsa qualità e dall’aspetto visivo orribile.
Avatar – La via dell’acqua reinventa il 3D, superando di un ordine di grandezza quanto fatto da James Cameron nel 2009. Guardare questo film su un grande schermo con immagini in 3D è un’esperienza completamente diversa da quella che si prova guardandolo su un bel televisore OLED in 2D. Quest’ultima versione sarà ancora un film a quattro stelle? Probabilmente no, perché fondamentalmente non si tratta dello stesso film.
Per vedere Avatar – La via dell’acqua in tutto il suo splendore, la visione in 3D è obbligatoria (e questo è un peccato per coloro che, per un motivo o per l’altro, non potranno o vorranno provare). Se Hollywood imparerà la lezione giusta da Avatar – La via dell’acqua – una lezione sulla precisione e la maestria necessarie per fare bene il 3D – questa potrebbe essere la chiave per sbloccare il futuro delle sale cinematografiche.
Per quanto riguarda la costruzione di questo universo, è difficile trovare un regista (a parte forse Peter Jackson) più abile. James Cameron spende molto capitale narrativo e ancora più effetti speciali per sviluppare ulteriormente Pandora.
Mentre il primo Avatar si svolgeva principalmente nelle foreste, Avatar – La via dell’acqua porta l’azione nell’oceano e in nuovi ambienti. Chi si aspetta un’azione a tutto campo potrebbe rimanere così annoiato dai “tempi morti“, ma queste scene sono fondamentali per espandere il concept (le scene di immersione sono affascinanti in 3D, ma è possibile che possano fornire opportunità di ‘pausa bagno’ a chi le guarderà in 2D …).
E ritroviamo molti dei protagonisti del capostipite. Sam Worthington e Zoe Saldana sono di nuovo le star, anche se i loro ruoli sono stati ridotti. Stephen Lang offre una diversa versione di Quaritch; sebbene in Avatar fosse un cattivo piuttosto monodimensionale, James Cameron ne consente l’espansione e lo sviluppo questa volta.
Sigourney Weaver fa la sua terza apparizione per il regista (a pari merito con Arnold Schwarzenegger e dietro a Bill Paxton); tuttavia, anche se interpreta ancora una volta la dottoressa Grace Augustine in flashback e nelle sequenze oniriche, il suo contributo principale è quello di Kiri, che è la figlia biologica di Grace (l’identità del padre è un segreto …).
Tra i nuovi arrivati ci sono Kate Winslet, che conosce bene il modo in cui James Cameron filma le sequenze acquatiche, e Cliff Curtis. La “nuova generazione” è rappresentata da Jamie Flatters, Trinity Jo-Li Bliss, Jack Champion, Britain Dalton e Bailey Bass (i personaggi interpretati da questi ultimi due mostrano un’attrazione ‘di basso profilo’ che dimostra quanto il filmmaker sia più bravo di George Lucas in questo genere di cose).
Un rapido confronto tra Avatar – La via dell’acqua e gli esponenti più recenti del MCU (anch’esso con numerose scene subacquee), Black Panther: Wakanda Forever (la recensione), illustra invece bene quanto James Cameron sia assai più audace quando si tratta di costruire un mondo, gli archi dei personaggi principali e anche la traiettoria narrativa del film.
Rispetto ad Avatar – La Via Dell’Acqua, anche i migliori film di supereroi recenti non possono che sembrare stantii e banali. Un risultato che entusiasma tanto per la sua presentazione visiva che per il modo in cui è stato realizzato.
Sprizza un’energia che è tristemente assente da troppi recenti blockbuster hollywoodiani. Insomma, per il 2022, Avatar – La Via Dell’Acqua non sarà forse il titolo più intricato o intellettualmente rigoroso da seguire, ma esemplifica splendidamente il concetto di “cinema” oggi.
Di seguito trovate il full trailer italiano di Avatar – La Via Dell’Acqua, nei nostri cinema dal 14 dicembre:
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