Voto: 4/10 Titolo originale: Deep Blue Sea 3 , uscita: 25-08-2020. Budget: $5,000,000. Regista: John Pogue.
Blu Profondo 3 | La recensione del film di squali di John Pogue
22/05/2021 recensione film Blu profondo 3 di Marco Tedesco
Tania Raymonde è la protagonista di un onesto terzo capitolo che rilancia la saga dopo il brutto sequel del 2018
Per molti, l’estate del 1999 sarà ricordata per film come Il sesto senso, The Blair Witch Project, Se scappi, ti sposo o Il caso Thomas Crown. O magari vi farà tornare alla mente il reboot di La Mummia che diede a Brendan Fraser una breve ventata di celebrità, oppure il remake ad alto budget Haunting – Presenze, che fece ridere il pubblico invece che spingerlo a urlare di paura. È bene però sottolineare che anche Blu Profondo di Renny Harlin (la recensione) andò molto bene al botteghino in quello stesso periodo, superando le aspettative e le recensioni contrastanti dei critici, garantendo un solido ritorno economico ai suoi produttori e continuando a farsi notare anche nel mercato home video successivo.
Salto in avanti di vent’anni. Molti dei fan sorpresi che ci fosse voluto così tanto tempo prima che un sequel fosse messo in cantiere, spiazzati poi dallo scoprire che sarebbe stato distribuito direct-to-video, senza passare quindi dalle più redditizie sale, erano stati comunque tentati nel 2018 di dare una possibilità a Blu Profondo 2 (la recensione), nonostante le premesse non proprio incoraggianti.
Grosso errore. Il film è infatti così tremendo da costringere a pigiare sul fast-forward rapidamente per provare a cercare un po’ di gioia almeno dagli effetti speciali degli squali, mediamente pessimi ma spesso superiori alla maggior parte delle interpretazioni degli attori. Senza troppi giri di parole, è stato un disastro e, in realtà, ha pure arrecato qualche danno di immagine al neonato franchise.
2020. Con ulteriore stupore generale, un terzo capitolo è emerso dal profondo degli oceani hollywoodiani, portando in dote un intrigante poster e un trailer che sembrava promettente. Credere al buon marketing o diffidare sulla fiducia? Come sanno bene gli amanti del sottogenere, il richiamo di uno shark movie è irresistibile, nonostante tutte le delusioni precedenti, quindi eccoci qui a parlare di Blu Profondo 3 (Deep Blue Sea 3).
Diciamo subito che potete immergervi in questo threequel con fiducia, poiché – sebbene si ricolleghi al capitolo precedente – è quel tipo di seguito che appare molto più in linea con lo spirito del capostipite. Come intuibile, non raggiunge i medesimi livelli di divertimento o professionalità (il budget è anche molto inferiore …), ma il regista John Pogue (Le origini del male) riesce a pompare una rinnovata energia creativa nella saga, sciacquando via dal palato il cattivo sapore lasciato dal secondo film.
Una biologa marina, la Dott.ssa Emma Collins (Tania Raymonde, Lost), e la sua squadra, stanno studiando gli effetti del cambiamento climatico su un’isola deserta che ospitava solo un villaggio di pescatori al largo della costa africana. L’isola, chiamata Little Happy, sta affondando lentamente nel mare e sono rimasti solamente due residenti a continuare la vecchia vita, mentre Emma e il suo team usano i progressi tecnologici per individuare il motivo per cui il numero dei grandi squali bianchi sta diminuendo.
Direttamente sotto l’isola, Emma ha trovato un vivaio di squaletti che attira varie specie, tra cui il Grande Bianco. Emma filma questi incontri per il suo blog e i suoi follower sulla terraferma, con grande preoccupazione per il nuovo arrivato Eugene Shaw (Emerson Brooks, Captain America: The Winter Soldier), un vecchio amico del suo defunto padre che è arrivato lì per mettere a disposizione le sue abilità subacquee. La ragazza arriva persino al punto di essere gentile con Sally, un grande squalo bianco che riappare con regolarità ma che preferisce il pesce agli essere umani … per il momento.
Apparentemente dal nulla, anche la sua ex fiamma Richard (Nathaniel Buzolic, Hacksaw Ridge) arriva sull’isola con il suo set di ‘giocattoli’ con cui passare il tempo. Non è una visita casuale la sua però, perché abbiamo già incontrato l’uomo all’inizio del film. Sappiamo che è lì per rintracciare tre squali toro geneticamente modificati che sono scomparsi alla fine di Blu Profondo 2 e di cui ha recentemente catturato la madre.
Affiancato dal bellimbusto Lucas (Bren Foster), Richard spera di utilizzare il sistema di localizzazione e il personale di Emma per localizzare gli squali prima che le loro preziose pinne nuotino troppo lontano dalla sua portata e si avvicinino abbastanza alla civiltà da spingere l’opinione pubblica a farsi domande scomode. La piccola isola diventa così una trappola mortale quando Richard e Lucas rivelano il loro vero obiettivo a Emma, mentre gli squali si avvicinano a un segnale progettato per attirarli.
Nonostante un netto miglioramento rispetto al capitolo precedente, la mancanza di creatività resta un problema non da poco in Blu Profondo 3, condiviso con innumerevoli creature feature dell’ultimo decennio. Sembra quasi che a un certo punto sia stata presa la decisione che ci deve essere per forza un cattivo (umano) secondario in tutti questi film e questo è proprio l’elemento che finisce per affondare più velocemente di ogni altro la maggior parte degli sforzi tesi a realizzarli.
Una recitazione quasi sempre sopra le righe (o assente …) e gli impossibili meccanismi delle trame rendono già difficile affrontare certe narrazioni, con lo spettatore che vorrebbe soltanto ritornare quanto prima alla pura azione e vedere il mostro di turno scatenarsi e fare a pezzi adolescenti scemotti o vecchie vedove in giro per le città. Gli stessi cattivi scadenti non mancano ovviamente nemmeno in Blu Profondo 3, ma per fortuna lo sceneggiatore Dirk Blackman li mantiene il più possibile periferici e dedica una buona parte del minutaggio agli attacchi assassini in CGI degli squali. Ci vuole comunque una discreta quantità di tempo perché il ritmo salga davvero di giri, ma quando lo fa, negli ultimi 45 minuti circa, la tensione rimane alta per tutta la durata.
Il tutto culmina infatti in uno dei finali più soddisfacenti visti in opere affini da parecchio tempo … In particolare, gli effetti speciali e la fotografia fanno un gran lavoro nell’incartare una conclusione di cui tutti dovrebbero essere abbastanza orgogliosi.
Come accennato, le prove dei protagonisti sono davvero trascurabili, ma dopo la debacle totale di Blu Profondo 2, il cast di Blu Profondo 3 è quanto meno in grado di mettere insieme le frasi che affida loro il copione e farle suonare come se a parlare fossero effettivamente degli esseri umani.
Tanya Raymonde prende molto sul serio i suoi discorsi sugli squali e non lascia molto spazio all’umorismo ma, ricordiamolo, così faceva anche Saffron Burrows nel primo capitolo, e aveva funzionato. È un approccio che funziona e, per quanto freddo e ‘tecnico’ possa apparire, vede l’attrice 33enne totalmente immedesimata e convinta. Se soltanto si potesse dire lo stesso delle altre due figure femminili del film (un mago della tecnologia e la moglie di un pescatore), che si riducono a strillare e piagnucolare quando il gioco si fa duro …
Onestamente, Nathaniel Buzolic e Bren Foster avrebbero invece potuto essere intercambiabili tra loro, anche se il secondo sembra essersi divertito un po’ di più a interpretare certe sequenze extra meschine ed è al centro di una scena di combattimento con Emerson Brooks piuttosto ben orchestrata. Ma non si può avere tutto no?
In definitiva quindi, Blu Profondo 3 – con tutti i limiti del caso – è un terzo capitolo che aggiusta il tiro e fa il suo dovere, almeno quello che ci si aspetterebbe da un sequel casalingo prodotto dalla beneamata Warner Bros. e non dalla Asylum, una visione rispettabile che ci mette una pezza dopo il passo falso del 2018. Per una volta, forse, uno studio ha davvero ascoltato i fan enormemente delusi, provando ad accontentarli – e riuscendoci – con uno sforzo appena maggiore. A questo punto, aspettiamoci allora un quarto film.
Di seguito trovate il full trailer internazionale di Blu Profondo 3:
© Riproduzione riservata